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La filosofia politica di Gilles Deleuze (4)

La filosofia politica di Gilles Deleuze (4)

Set 03

 

 

Articolo precedente: La filosofia politica di Gilles Deleuze (3)

 

4. Alcuni casi clinici

Conviene ora, per capire meglio quei concetti che fino a questo momento ho appena presentato, esporre degli esempi pratici di questi meccanismi che usa la psicoanalisi. Parlerò un po’ del caso Hans e più in particolare del caso Schreber. Prima, tuttavia, dovrei completare il discorso che avevo avviato. Infatti avevo detto che c’è in Freud una spiegazione dello sviluppo sessuale nello scritto Tre saggi sulla teoria sessuale: si tratta di ricondurre le malattie a fissazioni di un soggetto su una data fase sessuale. Freud ha individuato tre fasi sessuali: orale, anale, genitale. Ogni fase sessuale è divisa in due sotto-fasi e ad ognuna di queste corrisponde una malattia mentale fino ad arrivare alla normalità nella seconda fase genitale. Quindi in ordine si ha: il maniaco-depressivo e lo schizofrenico stanno il primo per la prima fase orale e il secondo per la seconda; il paranoico e il nevrotico ossessivo appartengono il primo alla prima fase anale e il secondo alla seconda; l’isterico appartiene alla prima fase genitale e il normale alla seconda. Arrivare alla seconda fase genitale significa per Freud aver compiuto il ciclo di evoluzione sessuale in modo completo. Le prime tre malattie mentali (mania-depressione, schizofrenia, paranoia) sono dette psicosi, le ultime due (nevrosi ossessiva, isteria) sono dette nevrosi. Mentre nella nevrosi il soggetto si trova in conflitto con determinati contenuti inconsci, staccatisi dalla coscienza, nella psicosi l’io viene completamente meno e sono i contenuti inconsci ad avere la meglio. Dal punto di vista di Freud Hans è un nevrotico ossessivo, in particolare è soggetto al panico, mentre Schreber è in primo luogo paranoico, anche se non s’escludono alcuni elementi di schizofrenia. Schreber soffre in particolare di un delirio di persecuzione. Si vedrà poi nel testo come invece Deleuze e Guattari concepiscano Schreber come uno schizofrenico [12].

Veniamo ora davvero ai casi Hans e Schreber. Sono state pubblicate le lettere tra il padre di Hans, allievo di Freud, e Freud stesso. In queste lettere [13] viene comunicato il progresso della malattia del bambino Hans da parte del padre a Freud e Freud risponde dando indicazioni su come agire, ma non vede mai il bambino fisicamente, se non in rare occasioni. Deleuze compone una magistrale critica al metodo usato da Freud e alla sua indagine in uno scritto intitolato Politique et psycanalise [14]; il testo è diviso in due: da un lato l’interpretazione di Freud e dall’altro quella di Deleuze. La parte che contiene le osservazioni di Deleuze sui casi cerca di essere il meno possibile un’interpretazione in senso stresso, vuole piuttosto attenersi ai dati sui casi così come appaiono, ovvero non interpreta il desiderio, ma con metodo simile a quello della fenomenologia studia il desiderio per come appare senza ricondurlo a significati nascosti. Il caso Hans è piuttosto articolato, ma Deleuze parte da un punto preciso: Hans scende le scale di casa perché vuole andare a dormire con una bambina sua amica, ma i genitori lo minacciano che se lo farà dovrà lasciarli per sempre. Lui li prende sul serio, ovvero prende la valigia e vorrebbe scappare dall’amica, ma i genitori glielo impediscono. Nella prima fase Hans dimostra questa forte attrazione per tutte le bambine da cui è circondato. Qui il problema è il desiderio e la relazione con il suo oggetto. Freud parla di pulsioni omosessuali, spiega tutto nei termini dell’evoluzione sessuale del bambino: il bambino non conosce l’organo sessuale delle bambine e crede abbiano il pene, ma l’oggetto vero del suo desiderio non è nelle bambine, bensì nella madre. Ecco che Freud cerca di ricondurre il problema ai termini dell’Edipo, per cui la successiva angoscia di Hans a Freud risulta facilmente spiegabile in quanto non costituirebbe altro che quel fenomeno che scaturisce in Hans dal fatto stesso che ha paura della castrazione da parte del padre, quale ostacolo al godimento del vero oggetto del suo desiderio: la madre. L’interpretazione è presupposta ai casi, ci sono molti casi in cui Hans è attratto da bambine ma per Freud hanno tutti la stessa spiegazione: Edipo. Deleuze invece spiega le cose in maniera assai diversa: Hans tenta delle deterritorializzazioni dal territorio famiglia, traccia delle linee di fuga e questo gli viene impedito, cioè viene di volta in volta riterritorializzato nella famiglia: ecco l’origine dell’angoscia [15]. Si potrebbe ancora accennare al famoso episodio del cavallo: in quel caso è evidente come funziona la psicoanalisi. Hans prova angoscia nel vedere dei cavalli con la cinghia nera, i quali sono solo il manifesto, di per sé non si tratta di cavalli pericolosi, perciò da questo solo fatto non si può comprendere la sua angoscia, c’è qualcosa in più. Freud però non sembra indagare più a fondo, ha già la sua risposta: Edipo, il padre, per questo motivo a lui basta trovare delle connessioni o delle somiglianze tra il cavallo e il padre per fondare un nesso. Freud trova il collegamento attraverso la cinghia nera che rimanderebbe ai baffi neri del padre. Deleuze spiega la cosa in modo diverso: parla di una linea di fuga tracciata da Hans, di un divenire-cavallo di Hans che passa per i vari affetti: il mordere, lo scalpitare, ecc… [16]

Nel caso Schreber [17] i meccanismi non sono molto diversi; ci si riferisce al presidente della corte d’appello di Dresda che comincia a soffrire, sembra, di un delirio di persecuzione, comincia a delirare su Dio e sulla religione, dice di essere il Sole, si identifica con Dio o con un eletto di Dio, afferma che il suo corpo è attraversato da miracoli e così via. Tuttavia tutte queste non sono altro che espressioni, nella misura in cui il problema riguarda sempre il linguaggio, questo linguaggio pre-verbale dello schizofrenico; come intenderlo? Se si prendesse una frase come “io sono il Sole” alla lettera, sarebbe ridicola e rispecchierebbe qualcosa che non è; allora si cerca un significato delle parole che vada oltre il semplice fatto che esse sembrano indicare [18]. Freud anche in questo caso riconduce tutto all’immagine dell’Edipo: afferma che il Sole sta per il padre di Schreber, che il delirio di persecuzione si riferisce allo stesso Flechsig [19], il quale deve essere stato collegato da Schreber al padre, anch’egli medico. Si nota una riduzione drastica di tutto il delirio di Schreber all’Edipo; non sono solo Deleuze e Guattari ad accorgersene, lo stesso Jung lamenta questa riduzione.

 

Note

[12] In effetti Deleuze e Guattari tracciano una distinzione netta tra il paranoico e lo schizofrenico: il paranoico sembra per loro un soggetto pieno di Ego, mentre lo schizofrenico uno senza Io. Paranoia e schizofrenia sono anche due modelli in Anti-Edipo: l’uno del fascismo e l’altro del limite esterno del capitalismo, del suo punto di rottura.

[13] Qui faccio riferimento allo scritto Analisi di una fobia di un bambino di cinque anni (Caso clinico del piccolo Hans).

[14] Questo testo è in parte tradotto nei numeri 191-192 della rivista Aut-Aut alle pagine 92-112.

[15] Forse occorre spiegare brevemente cosa sono la deterritorializzazione, il territorio e la riterritorializzazione. Spiegherò meglio questi termini quando ne parlerò in sezioni successive. Quel che Deleuze chiama “ritornello” non è altro che il passaggio dal territorio alla riterritorializzazione attraverso la deterritorializzazione. Un esempio semplice ed esplicativo è quello che espone Deleuze nel saggio sul divenireC-animale: un uccello costruisce il suo nido (territorio), l’uccello nella stagione degli amori va a cercarsi una compagna (deterritorializzazione, linea di fuga dal nido), e se la trova potrà tornare nel nido con la compagna ed accoppiarsi (riterritorializzazione). Come si nota la prima fase non è identica all’ultima, il che significa che il ritornello non è una pura ripetizione dell’identico.

[16] Deleuze parla di strategie del desiderio, tattiche, Freud parla di contenuti inconsci. Deleuze quando parla di angoscia si riferisce semplicemente, un po’ come Spinoza, a questa paura che deriva dalle minacce dei genitori e che si genera perché per il bambino viene bloccata la possibilità di realizzare il desiderio, cosicché, nella fattispecie, Hans cerca nuove potenze in altri modi, per esempio nel cavallo. Freud, invece, riferisce l’angoscia ad un significato inconscio e in particolare alla sua teoria dell’Edipo. Se quella di Freud è psicoanalisi, quella di Deleuze potrebbe essere fenomenologia, proprio in senso husserliano; in questo caso bisognerebbe forse parlare di fenomenologia dell’espressione.

[17] Qui faccio riferimento a Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente (cosa clinico del presidente Schreber). È da notare che tutto lo scritto non si basa su altro che su un diario; infatti l’analista di Schreber era un certo Flechsig, non Freud. Il caso inoltre fu fatto notare a Freud da Jung, anche perché Freud non si interessava molto di schizofrenia.

[18] “Io sono il Sole”. La psicoanalisi, in particolare mi viene in mente Jung che ha scritto molto sugli schizofrenici, lo interpreterebbe come un pensiero onirico e questo rimanda sempre l’espressione linguistica al di là di quello che appare, ad un’identificazione più profonda nell’inconscio. In Deleuze “Io sono il Sole” è sempre una tattica del desiderio intesa come divenire-Sole, concetto che spiegherò più avanti.

[19] Flechsig è stato l’analista di Schreber per un certo periodo. Era riuscito a guarirlo, salvo che, passato un periodo di salute disturbato da incubi sulla malattia, la malattia alla fine è tornata. Freud collega il delirio di persecuzione di Schreber a Flechsig e poi al padre di Schreber.

 

 

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