La filosofia politica di Gilles Deleuze (19)
La filosofia politica di Gilles Deleuze (19)
Ott 18
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19. Monopoli ed apparato di cattura
L’apparato di cattura si può leggere anche come una forma di riterritorializzazione; quello che conta è capire che nulla funzionerebbe se non ci fossero i monopoli dello Stato. È vero che il capitalismo fa fuggire il denaro, fa fuggire le merci, ma non cessa mai di riterritorializzare. Noi assistiamo alla più grande fuga di capitali: basta un solo click per deterritorializzarli. Deleuze aveva già capito che il capitale tende a superare la barriera dello Stato: il capitalista investe dove il lavoro costa meno, quindi sposta i capitali. Tuttavia lo Stato è quasi una condizione per il capitalismo: in primo luogo lo Stato è la cornice del diritto che permette al capitalismo di esistere. Mi riferisco a quei punti che cita Marx ne Il capitale: libertà, eguaglianza, proprietà e Bentham [82]. In secondo luogo la proprietà privata si fonda sul diritto di cattura, ma la cattura non è possibile senza il monopolio: ad esempio non esisterebbe il lavoro catturato sotto forma di plusvalore come profitto se non ci fosse il monopolio del pluslavoro. Bisogna perciò spiegare tutto un apparato di cattura che fa funzionare la macchina capitalista e questo apparato di cattura è lo Stato. Con la costituzione dello Stato un’anti-produzione fa funzionare il sistema produttivo. Nella formula binaria della macchina organo-macchina sorgente, l’anti-produzione o corpo senza organi si installa in mezzo. Il corpo senza organi sociale è il Socius iscrittore; la prima scrittura si dà sui corpi come marchio del debito finito nelle società selvagge. La scrittura successivamente cambia: lo Stato imperiale introduce un solo significante. Infine il capitalismo pone fine alla scrittura, decodificando la moneta. L’anti-produzione è rappresentata nello Stato dalla polizia, dalla burocrazia e così via, da tutto ciò che fa funzionare la macchina statale. L’anti-produzione in quanto tale non producendo nulla, si inserisce nello Stato come debito, mantenuta dalle tasse dei cittadini e dai tributi [83]. I poliziotti si assicurano che il diritto di cattura sia rispettato, nel senso che esiste una cattura legittima: rendita, profitto, tributi e una cattura illegittima: tutti i furti e i crimini. La burocrazia invece gestisce i monopoli.
Ho già detto che lo Stato si caratterizza per una grande accumulazione di stock, ma come si realizza questa accumulazione? Deleuze e Guattari riprendono la teoria economica marginalista di Jevons, non per l’aspetto economico, anche perché la crisi del ’29 ha confutato la teoria marginalista, ma dal punto di vista logico: Jevons è il Lewis Carroll dell’economia [84]. L’idea marginalista si basa sulla valutazione degli oggetti in base agli ultimi ricevuti, cioè al margine. Quindi lo scambio si dà per concatenamenti in cui delle merci sono scambiate fino ad una determinata soglia; in quel punto cambia il concatenamento. L’esempio che offrono Deleuze e Guattari è questo: un certo A dà semi a B che dà asce in cambio, tutto è valutato dall’ultima quantità di semi per l’ultima ascia. Quando si arriva all’ultima ascia per l’ultimo seme il concatenamento di scambio cambia. Nel punto in cui cambia il concatenamento si forma un accumulo di stock. Accumulo di stock: accumulazione originaria. L’accumulo della terra definisce i proprietari terrieri, l’accumulo del lavoro/attività produce una classe di capitalisti e quello dello scambio vale per il banchiere. Oltre all’accumulazione si deve aggiungere un altro meccanismo che è quello del confronto: nel caso delle terre, si dà una rendita differenziale ricavata dal confronto tra la terra più produttiva e quella meno produttiva, nel senso che quella meno produttiva, anche se non dà rendita, determina la rendita della terra più produttiva; il profitto del capitalista non è che un confronto tra il salario nominale pagato ai lavoratori e il mondo dei beni, cioè quel differenziale tra il salario nominale e il salario reale (salario nominale/livello medio dei prezzi: w/P); l’imposta è la cattura finanziaria, essa concerne il problema dell’emissione di denaro tra moneta di scambio e moneta di credito. Ecco che Deleuze e Guattari creano una nuova formula trinitaria, modificata rispetto a quella di Marx [85], che è descritta in questo modo:
- rendita (accumulo terre, rendita differenziale);
- lavoro (accumulo lavoro o pluslavoro, confronto attività);
- moneta (emissione moneta, confronto degli oggetti scambiati).
Questa formula ternaria (rendita, lavoro, denaro) ne pone un’altra, rendita, profitto e tributi e pone altri tre soggetti distinti: proprietario terriero, imprenditore, banchiere. Perché tutto funziona con l’accumulazione, cioè col monopolio. Perché la struttura funziona al contrario. Torniamo allo strutturalismo: ci sono due serie binarie (significante e significato), gli elementi delle serie si riferiscono uno all’altro, le due serie convergono in un punto paradossale dove il significante eccede sul significato. La struttura produce quel sovrappiù, ma la struttura poi comincia a funzionare a partire dal sovrappiù. L’accumulazione originaria sancisce l’inizio del capitalismo: il denaro è da una parte, i lavoratori dall’altra. Successivamente la macchina funziona con questo sovrappiù automaticamente, cioè il profitto realizzato genera nuovo capitale che genera profitto e così via.
Note
[82] Cfr. Karl Marx, Il capitale, Editori Riuniti, Roma, 1997, vol. I, pp. 208-209.
[83] Lazzarato spiega che la nostra crisi del debito va riportata all’anti-produzione: è il debito che fa funzionare la nostra economia e questo si fonda su una componente dell’economia anti-produttiva come la finanza.
[84] Cfr. Gilles Deleuze, Félix Guattari, Mille piani, Castelvecchi, Roma 2010, p. 520.
[85] Rendita, profitto, salario.
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