La filosofia politica di Gilles Deleuze (14)
La filosofia politica di Gilles Deleuze (14)
Set 29
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14. Che cos’è la schizoanalisi?
Ho già detto che la schizoanalisi è la scienza delle strategie del conatus, quindi che ha un intento politico preciso e che si contrappone alla psicoanalisi. Questo è tutto vero, ma si deve dire ancora di più: la schizoanalisi rappresenta una particolare visione del mondo. Non si potrebbe spiegare tutta questa visione del mondo in questa sola sezione, ma qui si possono almeno sottolineare i caratteri fondamentali della schizoanalisi. Sull’argomento sono significativi sia l’introduzione di Mille piani, sia il saggio sulla Geologia della morale, sempre in Mille piani. L’introduzione mette in gioco tantissimi concetti e per questo non è facile da capire, ma i saggi successivi li riprendono tutti per svilupparli. Un concetto si vede subito in primo piano: il rizoma opposto alla radice. La stessa opposizione tra rizoma e radice è riscontrabile nel molecolare e molare, in un sistema a strati, una doppia tenaglia e una destratificazione. Il rizoma si distingue per tre caratteristiche:
- Esso rappresenta una connessione di eterogeneità: cose diverse si connettono. Deleuze offre l’esempio della vespa e dell’orchidea. La vespa preleva polline dall’orchidea: due cose diverse si connettono. Anche il mercato e la circolazione delle merci sono indicativi perché le merci sono eterogenee e si scambiano tra loro tramite un equivalente generale che le connette, il denaro (M-D-M). Qui il rizoma sarebbe costituito dal flusso di merci connesso al flusso di denaro.
- Il rizoma è il molteplice sostantivato, quindi la molteplicità. La molteplicità non è un insieme di unità, come per esempio i sei gatti nel giardino, ma è sempre molteplicità di molteplicità. Dopo tutto anche i corpi dei gatti sono insiemi di cellule e così via. Tutto questo discorso sul molteplice non è formulato per negare l’Uno: Deleuze semplicemente si oppone alla visione che contrappone l’Uno al molteplice, ma, se si cerca bene nell’introduzione, Deleuze dice che cerca l’identità di pluralismo e monismo [66]; forse Uno=molteplice? L’elemento di ispirazione per Deleuze sul concetto di molteplicità è la matematica riemaniana [67].
- Il rizoma non può essere rotto, può solo essere spezzato. In qualsiasi punto venga spezzato, le sue linee cominciano da quel punto.
Tutto il problema, in questo caso, si trova nel rapporto tra strutture e flussi, tra molare e molecolare. Molare e molecolare formano un’opposizione fondamentale nella concezione della schizoanalisi. Il molare rappresenta gli strati, le strutture biunivoche. Il molecolare rappresenta i flussi, il desiderio, il rizoma. La Geologia della morale descrive una nuova visione del mondo, chiamata schizoanalisi o rizomatica. In tale visione la terra è definita come la grande deterritorializzata, essa è il Corpo senza Organi. Su questo corpo senza organi stanno diversi strati come le varie stratificazioni idrogeologiche; questi strati sono piani di consistenza e hanno la caratteristica di imprigionare e fissare intensità, sono i famosi territori da cui fuggono i flussi. Se questa immagine è l’immagine della Terra, l’immagine del Socius o corpo sociale è quella di un corpo senza organi stratificato da cose come il capitale, lo Stato, i vari dispositivi ogni volta innestati che sono sempre degli strati. Il compito politico della schizoanalisi si realizza nella destratificazione. Essa può avvenire non in un colpo solo, ma un po’ alla volta, trovando strategie e punti di rottura per superare uno strato. O meglio:
La cosa peggiore non è rimanere stratificato-organizzato, significato, assoggettato ma precipitare gli strati in uno sprofondamento suicidario o demente, che li fa ricadere su di noi, più pesanti e per sempre. Ecco allora ciò che bisognerebbe fare: installarsi su uno strato, sperimentare le possibilità che ci offre, cercarvi un luogo favorevole, eventuali movimenti di deterritorializzazione, possibili linee di fuga, provarle, assicurare qui e là congiunzioni di flussi, tentare segmento per segmento dei continuum d’intensità, avere sempre un piccolo pezzo di una nuova terra. Attraverso un rapporto meticoloso con gli strati si libereranno le linee di fuga, si faranno passare e fuggire i flussi coniugati, si enucleeranno intensità continue per un CsO. Connettere, coniugare, continuare tutto un “diagramma” contro i programmi ancora significanti e soggettivi. [68]
Note
[66] Cfr. Gilles, Deleuze, Félix Guattari, Mille piani, Castelvecchi, Roma 2010, p.65.
[67] Il riferimento è all’ipotesi di Riemann in matematica; essa si riferisce alla cadenza dei numeri primi. Nessuno fino ad ora ha mai risolto l’ipotesi di Riemann, pensate: è stato messo in palio un premio di un milione di dollari. Molti matematici sono convinti della verità dell’ipotesi, ma non ci sono prove, nemmeno Riemann ce le ha lasciate. Tuttavia questa ipotesi in filosofia ha una certa rilevanza visto che viene usata spesso per fondare un certo concetto di molteplice; questo accade in Deleuze, ma accade anche in Alain Badiou, il quale si propone nei suoi scritti di fondare un platonismo del molteplice. Alla filosofia non importa se l’ipotesi sia vera o no, interessa invece quali implicazioni, magari di tipo ontologico, essa potrebbe avere.
[68] Gilles Deleuze, Félix Guattari, Mille piani, Castelvecchi, Roma 2010, p. 216.
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