Uso e menzione: rilevanza generale
Uso e menzione: rilevanza generale
Giu 17[ad#Ret Big]
Rilevanza generale della distinzione
Qualcuno potrebbe affermare – e lo ha fatto per davvero – che, in fin dei conti, questa distinzione è una pignoleria, è pedante, o è troppo laboriosa. Può darsi che lo sia davvero. Ciononostante, distinguere tra uso e menzione è utile per almeno due ragioni: in molti contesti, permette di non generare confusione tra sensi e significati nei discorsi e, specialmente in ambito filosofico, consente di riconoscere o evitare argomenti fallaci.
Consideriamo un primo esempio, in cui coinvolgo il mio amico Nicola, novantista per il servizio postale italiano. Che differenza intercorre tra questi due enunciati?
Nicola ha sei lettere
‘Nicola’ ha sei lettere
«Le virgolette», si potrebbe rispondere di botto, «che permettono di distinguere tra l’uso di ‘Nicola’ e la sua menzione». Esatto. I due enunciati sono molto simili, ma le virgolette ci segnalano che essi non sono equivalenti, ossia non si possono sostituire l’uno all’altro salva veritate. Con il primo, infatti, indichiamo il numero d’epistole che Nicola ha in mano. Con il secondo, invece, ci riferiamo al numero di caratteri alfabetici che compongono il nome di Nicola.
Senza quelle virgolette a indicarci quando un’espressione è menzionata, non avremmo modo di distinguere tra il senso del primo enunciato e il senso del secondo. E il fraintendimento nella comunicazione sarebbe dietro l’angolo. Però non basta la presenza delle virgolette per metterci al riparo da errori: anche usarle male può procurarci problemi. Consideriamo, ad esempio, i seguenti enunciati:
‘Roberta’ è una studentessa
Roberta è un nome d’origine germanica
Sono entrambi falsi. Il primo afferma che ‘Roberta’ è una persona, mentre invece si tratta di un nome; il secondo dichiara che Roberta è un nome, quando invece si tratta di una persona. Riconoscere la distinzione, ed esprimerla con l’adeguata punteggiatura, contribuisce a scongiurare fraintendimenti. Togliere le virgolette nel primo enunciato permette di mostrare che stiamo parlando di una persona usando un termine; virgolettare ‘Roberta’ nel secondo consente di chiarire che ci riferiamo a un nome menzionando un termine. Al contrario, non rispettare la convenzione tipografica, o usarla in modo errato, può cambiare una verità in una falsità e viceversa. Con tutte le conseguenze del caso, soprattutto in filosofia.
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