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Uso e menzione: un’introduzione

Uso e menzione: un’introduzione

Giu 03

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Preludio

Nelle attività che hanno a che fare con il linguaggio, filosofia compresa, confusioni e fraintendimenti sono sempre in agguato. L’origine di alcuni di questi può essere rintracciata nella mancata separazione tra nozioni o concetti che dovrebbero essere tenuti distinti. La distinzione tra uso e menzione è particolarmente importante in filosofia. Secondo questa distinzione, una medesima espressione linguistica può essere usata per dire qualcosa oppure menzionata come ciò di cui si sta parlando.

Qualche filosofo ritiene che non riconoscere questa distinzione sia una specie di peccato mortale (filosofico). Non credo che lo sia: non ho notizia di gente che se la passi così male per aver omesso questa distinzione. Tuttavia, dopo aver mostrato in che cosa essa consista, proverò a spiegare perché sia vantaggioso conoscerla e applicarla in generale, ma soprattutto quando ci occupiamo di filosofia.

Abbozzo della distinzione

La distinzione tra uso e menzione è familiare per logici e filosofi (già i filosofi medievali la applicavano, e più di recente ne hanno trattato G. Frege e W.V.O. Quine), ma forse non lo è per altri. In prima approssimazione, introduciamola per analogia.

Spesso consideriamo le espressioni linguistiche come strumenti mediante i quali conseguire certi scopi: indicare, descrivere, ordinare, domandare… Ebbene, la distinzione tra usare un’espressione e menzionarla è simile a quella che intercorre tra usare un frullatore e parlarne. Due attività ben diverse! Se uso un frullatore, sto frullando (presumibilmente); se parlo di un frullatore, sto parlando. Teniamo a mente questa differenza.

Qualcuno potrebbe chiedere: «Distinguere tra usare un utensile e menzionarlo (ossia parlarne) è piuttosto semplice e intuitivo. Nel primo caso, eseguo certe azioni e mi comporto in un certo modo con l’utensile; nel secondo caso, mi serve il linguaggio, non l’utensile. Ma come distinguere tra l’uso e la menzione di un’espressione linguistica, dato che, in entrambi i casi, c’è di mezzo il linguaggio?»

Convenzioni tipografiche

Nel linguaggio scritto, la distinzione tra uso e menzione è evidenziata con l’ausilio di precisi accorgimenti tipografici. Le espressioni menzionate appaiono spesso tra virgolette alte semplici, ad esempio:

‘formaggio’
‘Fido’
‘la tua fidanzata’
‘il sultano d’Italia’
‘etciù’

e così via. Al contrario, le espressioni usate, molto più comuni di quelle menzionate, non sono segnalate da alcun provvedimento tipografico. Poiché nel linguaggio parlato non è possibile pronunciare le virgolette, bisogna prestare maggiore attenzione: confondere uso e menzione diventa facile.

In generale, le espressioni linguistiche che usiamo o menzioniamo più di frequente, sia nel linguaggio scritto sia in quello parlato, sono termini ed enunciati. Nel prossimo articolo vedremo la differenza tra usare termini ed enunciati e menzionare termini ed enunciati.

Articolo successivo: Uso e menzione: la distinzione


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