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Il paradosso di Moore (2)

Il paradosso di Moore (2)

Lug 22

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Esplicitazione del paradosso

Per avvicinarci a comprendere il paradosso di Moore, consideriamo enunciati posti nella seguente forma:

p & (x C ¬p)
p & (x ¬C p)

Abbiamo un enunciato composto dalla congiunzione (&) di un’asserzione (p) e di una credenza (‘x C ¬p’ oppure ‘x ¬C p’). Alcuni esempi potrebbero essere i seguenti:

  • Bruce Wayne è Batman e Joker crede che non lo sia
  • Bruce Wayne è Batman e Duefacce non crede che lo sia

Entrambi sono accettabili. Essi descrivono stati di cose: il fatto che Bruce Wayne sia Batman e alcune credenze su questo fatto. Gli enunciati che compongono gli esempi possono essere veri nello stesso tempo, perché il fatto che Bruce Wayne sia Batman è indipendente da ciò che Joker e Duefacce credono di Bruce Wayne e di Batman. Non sembra esserci nulla d’assurdo in questo.

Ora, però, consideriamo enunciati dichiarativi nella seguente forma:

p & (io C ¬p)
p & (io ¬C p)

Questi enunciati, sui quali si basa il paradosso, sono chiamati “enunciati di Moore”. Un esempio per ciascuno potrebbe essere:

  • Bruce Wayne è Batman e io credo che non lo sia
  • Bruce Wayne è Batman e io non credo che lo sia

Affermazioni del genere suonano strane. Com’è possibile asserire qualcosa e, allo stesso tempo, non credere che ciò che si asserisce sia vero, o credere falso ciò che si asserisce? Entrambi gli enunciati (‘Bruce Wayne è Batman’ e ‘io non credo che Bruce Wayne sia Batman’ o ‘io credo che Bruce Wayne non sia Batman’), affermati separatamente, in tempi distinti, non sembrano generare problemi.

Tuttavia, quando li congiungiamo e pretendiamo che siano veri nello stesso tempo, essi producono un enunciato paradossale, qualcosa di molto vicino a un’assurdità. Eppure, i due enunciati non sono necessariamente falsi: potrebbe ben darsi che Bruce Wayne sia Batman e che io non lo creda. E allora perché suona assurdo asserirli assieme?

Al contrario, come anticipato, il paradosso non si pone se consideriamo enunciati alla seconda o terza persona. Gli enunciati ‘p & tu non credi che p’ oppure ‘p & egli/ella non crede che p’ non recano alcuna paradossalità. Nessun problema nemmeno quando gli enunciati sono in prima persona ma al tempo passato: ‘Bruce Wayne era Batman e io non ci credevo’ è perfettamente accettabile. Difatti, avvenimenti successivi possono avermi fatto cambiare idea.

La paradossalità sembra comparire solo quando l’affermazione avviene in prima persona e al tempo presente. Spiegare perché sia (o appaia) assurdo o privo di senso asserire gli enunciati di Moore è un problema filosofico ancora dibattuto. Nel prossimo articolo vedremo una possibile spiegazione.

Articolo precedente: Il paradosso di Moore (1)

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