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Islam: Dio e l’Uomo (5)

Islam: Dio e l’Uomo (5)

Lug 25

 

 

Articolo precedente: Islam: Dio e l’Uomo (4)

 

La Sīra di Muhammad: le raccolte tradizionali sulla vita del Profeta dell’Islam

Le fonti della tradizione islamica che presentano la vita di Muhammad, non sono coeve al Profeta [1]. La cultura araba alla nascita dell’Islam si mostra come tradizione essenzialmente orale, che sviluppa le proprie scienze storiografiche e linguistiche nel momento in cui per l’Islam si rese necessario fissare il testo coranico, sia per l’uso liturgico e per evitare eventuali manipolazioni del testo stesso, sia per studiarne la grammatica, comparandola con la sintassi linguistica che precede o che è contemporanea allo stesso Corano. Allo stesso tempo la storiografia musulmana intese fissare i detti e i fatti del Profeta (Hadīth) per meglio imitarne il comportamento.

È probabile che il Hadīth dottrinale abbia proceduto parallelamente con quello storico, e insieme abbiano contribuito a fornire il quadro biografico sulla vita di Muhammad. Ogni Hadīth consta di due parti significative: il matn (l’episodio narrato) e l’isnad, che rappresenta la catena di trasmissione dello stesso episodio.

La raccolta e la catalogazione dell’Hadīth, in base alla supposta veridicità e affidabilità dello stesso, e il Corano, con i suoi commentari (tafsīr) [2], hanno fornito il principale materiale storiografico [3], che ha permesso alla tradizione di ricostruire gli avvenimenti che vedevano come protagonista il Profeta e che erano rimasti impressi nella memoria dei compagni o in quella dei primissimi seguaci dell’Apostolo dell’Islam [4].

Il prototipo di biografia sul Profeta [5], che fino ad oggi rappresenta la principale fonte di informazione per gli orientalisti e per lo stesso Islam tradizionale, sulla vita (sīra) di Muhammad e sull’ambiente del primo Islam, fu composto da Ibn Ishaq (m. 761 o 767 a seconda delle fonti), quasi un secolo dopo la morte del Profeta avvenuta, sempre secondo le fonti tradizionali, nel 632 [6]. Purtroppo quest’edizione è scomparsa come opera autonoma, ma si deve a Ibn Hisham (m. 833) una pubblicazione postuma dell’opera di Ibn Ishaq, che appare integrata con commenti e nuovi materiali, anche se l’esclusione di alcuni passaggi potrebbe aver pregiudicato il lavoro svolto dal suo predecessore.

Altre biografie si attribuiscono ad altri importanti autori come Al- Wāqidī (m. 823) che ha composto un testo [7] nel quale è presentata la storia canonica del Profeta e le spedizioni militari che hanno contribuito al trionfo del primo Islam.

Della scuola persiana di Al- Wāqidī e di poco posteriore allo stesso maestro, appartiene l’opera di Ibn Sa’d (m. 845). Questo storico e studioso del Hadīth ha redatto la sua opera, il Ṭabaqāt al-kubrā (Le Classi Principali) in otto volumi, in una forma di dizionario biografico, ricco di date e di informazioni sull’Islam e sui suoi personaggi. I primi due volumi di quest’opera, che formano il Kitāb al-Ṭabaqāt al-Kabīr (Il Libro delle Classi dei compagni), sono dedicati alla Sīra del Profeta. Gli altri volumi sono dedicati ai Compagni di Muhammad, agli illustri studiosi musulmani, e l’ultimo volume è dedicato alle donne dell’Islam [8].

Un contributo importante riguardo la biografia del Profeta è stato fornito dalle opere del persiano Ibn Jarir Al- Tabarī (m. 923), celebre storico e commentatore del Corano. Quest’autore ci ha lasciato una monumentale Storia degli Inviati (di Dio) e dei Re, che è una cronaca storica e religiosa dei principali avvenimenti e personaggi dell’antichità, presentati dal punto di vista tradizionale musulmano. In essa vengono narrati i fatti che sono compresi dalla Creazione del mondo, sino agli avvenimenti del Califfato di Baghdad coevi all’autore, e comprendono tutta la Storia dell’Islam: i Patriarchi e Profeti dell’Antico testamento, l’Arabia preislamica, Muhammad e la storia dell’Islam fino al 915. Questa imponente opera è stata recentemente tradotta in inglese in 40 volumi a cura di State University of New York Press, traduzione che iniziata nel 1987 si è conclusa nel 2007. Dalla riduzione dell’opera di Al- Tabarī in lingua persiana, sono poi stati pubblicati dei testi chiamati Vita del Profeta dell’Islam o Vita di Muhammad. Tradotta e pubblicata in diverse lingue fra cui quella italiana, a cura di Sergio Noja (Bur 1992), la Vita di Muhammad di Al- Tabarī, è diventata la classica biografia tradizionale letta dal grande pubblico e non solo.

In epoca moderna queste biografie tradizionali, sono state utilizzate dagli orientalisti occidentali per avanzare ipotesi storiche sul primo Islam e sulla figura del Profeta. Un classico esempio di questo approccio è, per esempio, la biografia del Profeta fornita da W. M. Watt: Muhammad Prophet and Statesman. In quest’opera, rappresentativa di una certa corrente epistemologica sulle origini dell’Islam, viene fornita una personalità del Profeta che evidenzia le qualità politiche ed in qualche modo “declassifica” le qualità spirituali e quindi profetiche dello stesso Muhammad [9].

Un’altra importante biografia sul Profeta, molto apprezzata invece dall’ambiente culturale islamico, è stata scritta dall’orientalista britannico e studioso di sufismo, Martin Lings e pubblicata nel 1983 [10] anche in italiano. Sostanzialmente Martin Lings riprende e talvolta integra con qualche Hadīth e altre fonti tradizionali le quattro importanti biografie citate sopra; in questo senso e considerando che l’autore punta sull’aspetto devozionale e spirituale dell’Islam, quest’opera si presenta come una buona biografia di stampo tradizionale scritta da un occidentale in tempi recenti. Per concludere questa carrellata di biografie sulla Vita del Profeta dell’Islam, possiamo dire che ancora oggi le antiche versioni tradizionali sopra menzionate continuano a essere fonte di studio e di analisi storiografica, sia per gli analisti della tradizione musulmana, sia per gli orientalisti occidentali che propongono un orientamento più moderno, il più delle volte revisionista, sulle origini dell’Islam.

Note

[1] Anche i commentari coranici e i resoconti storici sulla nascita dell’Islam e sulla composizione della Sunna non sono coeve al Profeta.

[2] Anche i cosidetti Maghāzī, o resoconti sulle battaglie e spedizioni militari nelle quali lo stesso Muhammad è protagonista, sono considerati come fonte storica del primo Islam dalla stessa tradizione musulmana e dagli stessi biografi del Profeta.

[3] Bisogna comprendere le esigenze anche moderne, per quel tempo, di quel particolare ambiente intellettuale e religioso tradizionale, che si trovava nella condizione di ricomporre tutta quella mole di racconti in una forma manoscritta e in qualche modo attendibile per il contesto culturale, religioso e politico dell’epoca.

[4] Nel raccogliere le fonti del primo Islam e i dati biografici sulla vita del Profeta, la tradizione si è curata di raccogliere anche quel materiale poetico che faceva da sfondo a quei determinati eventi, così queste brevi poesie fanno parte della stessa biografia del Profeta e, in alcune parti, danno un loro contributo all’opera.

[5] Il titolo di questa biografia è Sirat rasul Allah (La Via del Messaggero di Dio).

[6] Tuttavia qualche biografia di cui sto trattando in questo articolo cita la possibilità che Muhammad sia morto nel 630. Questo ci fa notare che i primi storici dell’Islam, dopo la morte del Profeta, non erano concordi sull’anno di morte di Muhammad, ma sono stati sinceri nel trasmetterci questa incertezza.

[7] Kitāb al Maghāzī o Libro delle spedizioni militari.

[8] Nei prossimi articoli che seguiranno, metterò specialmente in risalto le donne del primo Islam, alcuni personaggi femminili che hanno avuto un ruolo importante negli anni della giovinezza del Profeta o nella sua vita in generale.

[9] Il contesto storico nel quale alcune correnti epistemologiche occidentali vorrebbero collocare l’Islam dopo l’Egira è dominato da una interpretazione dei dati fattuali che la tradizione islamica ci ha tramandato, analizzati e trattati specialmente in chiave politica, come se questa fosse la principale natura dell’Islam. A mio parere, eventuali interpretazioni anche politiche non dovrebbero intaccare il confermato quadro di alta spiritualità che caratterizza e permea la cultura di ogni nazione tradizionalmente musulmana. La nostra forma mentis occidentale, probabilmente influenzata dalla vita e dall’umile predicazione del Cristo, ci orienta verso un tipo particolare di spiritualità quasi ascetica, come se questa fosse l’unica espressione della spiritualità. Esistono tuttavia altri tipi di spiritualità, capaci di poter convivere e di nutrirsi dello spirito del mondo e non solo del mondo dello spirito, caratteristiche che probabilmente assomigliano a ciò che noi chiamiamo arte della politica, e che nella sua forma più eroica assume connotati prettamente spirituali.

[10] Martin Lings, Muhammad: His Life Based on the Earliest Sources (1983), Islamic Texts Society. Quest’opera è stata pubblicata in lingua italiana con il titolo Il Profeta Muhammad. La sua vita secondo le fonti più antiche, a cura di P. Urizzi, edito da Il Leone Verde (2004).

Bibliografia

  • Ibn Ishaq, The Life of Muhammad. A translation of Ishaq’s Sirat rasul Allah, a cura di A. Guillaume, Oxford University Press (2004);
  • Al- Tabarī, Vita di Maometto, a cura di S. Noja, Bur (1992);
  • W. M. Watt, Muhammad Prophet and Statesman;
  • Martin Lings, Muhammad: His Life Based on the Earliest Sources, Islamic Texts Society (1983).

 

 


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