Islam: Dio e l’uomo (1)
Islam: Dio e l’uomo (1)
Apr 24Premessa
Nel precedente articolo sull’interpretazione del Corano e le origini della filosofia islamica si erano individuate, nella Rivelazione Coranica e negli Hadīth del Profeta, le radici primarie che avrebbero alimentato quell’albero i cui rami possono essere immaginati come rappresentazioni simboliche del pensiero religioso, teologico, filosofico, legislativo, scientifico, politico ecc. dell’Islam di ieri e di oggi. Con questa semplice immagine presa dalla natura, vengono delineati i principali protagonisti dell’Islam: Dio (Allāh) che è Origine e Ritorno di tutte le cose e che trascende tutto ciò che è visibile e invisibile, la Rivelazione da Lui donata all’Uomo/Profeta Muhammad, rappresentata come radici, e i rami che sono le branche del sapere divino e umano nei loro rispettivi campi di indagine [1].
Ponendosi l’Islam come religione naturale [2], con quest’immagine dell’albero stabiliamo una relazione tra tutte le componenti intellettuali e pratiche dell’Islam che si sono affermate nel corso dei secoli e che si nutrono ancora o si sono nutrite, per così dire, dalla stessa fonte tradizionale, a prescindere dai loro specifici interessi. Questa breve premessa ci aiuta a rappresentare figurativamente l’oggetto dei nostri successivi interventi, e serve anche per delineare i due grandi Soggetti/Oggetti dell’Islam: Dio e l’Uomo con tutti i rapporti e le conseguenze che questa fondamentale relazione implica.
Per fornire quindi un quadro generale storico-religioso-filosofico-politico ecc. del mondo musulmano, saranno pubblicati degli articoli concepiti in forma introduttiva e manualistica, ma supportati da commenti, da note esplicative e da una bibliografia che è mia intenzione trattare in specifici articoli… come usualmente si dice in questi casi INSHALLAH (Se Dio vorrà).
1. Una breve analisi storico-religiosa della religione islamica
L’Islam nasce nel VII secolo nelle terre della penisola araba e si afferma, sin dal suo sorgere, come comunità (Umma) in un clima di spirituale fratellanza e di sottomissione (Islam) a Dio. La religione (Dīn) è il grande collante di questa Umma.
Nonostante le burrascose e alterne vicende, legate alle opposizioni esterne nei confronti della nascente comunità islamica e le drammatiche vicende interne iniziate dopo la morte del Profeta e legate alla sua successione, nel corso di qualche secolo l’Islam si espanderà e diventerà una delle più importanti realtà della storia universale e una delle grandi religioni dell’umanità. Tuttavia le fratture interne del primo periodo storico dell’Islam non si sono ancora saldate e ieri come oggi, anche se in fasi storiche alterne, queste divisioni, a mio parere, continuano a influenzare tutto l’universo islamico e a condizionare quella meravigliosa ma affannosa ricerca dell’Unità, che il Corano chiede alla sua comunità come risultato della Unicità di Dio stesso. Se a questo quadro storico-religioso e anche politico, aggiungiamo il moderno “scontro con l’Occidente”, avvenuto a partire dal colonialismo, con la conseguente “esportazione” di valori in qualche modo inizialmente estranei alla mentalità islamica, ci si può rendere conto delle molte problematiche che si intersecano nel mondo musulmano: un’Entità/Unità utopica, come sopra sottolineavo, caratterizzata soprattutto dalle differenti condizioni geografiche-storiche-religiose-politiche che la costituiscono e in diretto confronto con l’Occidente.
In ogni caso, per la dottrina dell’Islam, il concetto di religione è profondamente sentito come elemento saldante fra Dio e la comunità di uomini che seguono le regole che Dio ha stabilito, e poi fra l’uomo, come individuo, nel proprio rapporto con Dio e con la propria comunità di appartenenza. La parola araba che esprime questo significato è Dīn (come traduzione di ‘religione’).
Questo significato di Dīn, secondo una prassi comunemente accettata, definisce tre importanti aspetti: la Fede (Imān), il Retto Comportamento (Ihsān) e la Sottomissione (Islām), e in questo senso la parola Dīn definisce modalità di “obblighi” e “atti necessari”, azioni da attuare per essere gradito a Dio con la conseguente retribuzione ultraterrena.
La sottomissione deriva dal debito che l’uomo ha verso Dio a causa del Patto primordiale (mīthāq) stabilito da Dio con Adamo [3]. L’obbedienza alle leggi di Dio è dovuta dal fedele ed è necessaria e naturale come “ordine” e “ordinamento” del “fare la volontà di Dio”, il che significa mettere in pratica l’Islam, pregare e agire, cioè comportarsi rettamente seguendo l’imitazione del profeta, degli insegnamenti del Corano e della Tradizione (Sunna) [4].
Note:
[1] Qualsiasi aspetto possa assumere il pensiero dell’Islam, esso non può prescindere da Dio. Non si ritiene concepibile definire “islamica” una qualsiasi scienza filosofica o sperimentale, se essa non tiene in serio conto il concetto di divinità e profezia. In questo senso in ambito islamico e con le dovute cautele, si potrebbe dire che talvolta è difficile stabilire netti confini, per esempio, tra teologia e filosofia o tra religione e scienza, o addirittura tra religione e politica.
[2] L’Islam come religione “naturale” è un concetto fondamentale del pensiero islamico. Quest’idea ribadisce il monoteismo professato dal giusto profeta di ogni epoca a partire da Abramo fino a Muhammad. Il termine coranico che rappresenta questa inclinazione naturale dell’uomo verso la vera religione è Hanif che significa puro monoteista.
[3] Corano 33,72. Nel mio articolo precedente sull’esegesi nel Corano, ho brevemente trattato questo concetto.
[4] Dobbiamo notare che altre comunità musulmane di minoranza, come quella sciita per esempio, manterranno nella propria dottrina il Profeta e il Corano e solo alcune tradizioni dell’Islam classico sunnita. Tuttavia le molte “tradizioni” e “storie”, proprie di queste altre comunità islamiche, hanno determinato teologie e dottrine anche profondamente diverse e divergenti che tuttavia possono essere pienamente considerate come parte integrante della “storia dell’Islam” nel suo complesso.
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