Il Regno di Aksum tra Africa e Vicino Oriente: uno sguardo storico su uno dei protagonisti dell’Islam delle origini (5)
Il Regno di Aksum tra Africa e Vicino Oriente: uno sguardo storico su uno dei protagonisti dell’Islam delle origini (5)
Lug 08
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4. Le traduzioni dal greco durante il regno di Aksum e la storia tradizionale dei Nove Santi Siriaci
Il Ge’ez è l’antica lingua di origini semitiche dell’Etiopia ed essa, come il nostro latino, è stata parlata e utilizzata in letteratura fino al XIV secolo; successivamente l’amarico è diventato la lingua ufficiale dell’Etiopia.
Dopo la conversione al Cristianesimo avvenuta nel IV secolo, l’interesse per la letteratura cristiana delle origini attirò le élite culturali e religiose aksumite che già utilizzavano il greco per le loro iscrizioni e nella legenda delle loro monete. Si produssero quindi, a partire dal IV secolo e pare sino alla fine del VII, traduzioni di testi religiosi dal greco al ge’ez.
Anche se non ci sono stati tramandati manoscritti originali etiopici relativi a quel periodo, conserviamo tuttavia alcuni testi che sono giunti sino a noi, sembra a partire dal XIV secolo, e che riguardano le prime traduzioni dal greco al ge’ez dei più importanti testi religiosi giudaici e cristiani. La tradizione della Chiesa Ortodossa Etiopica, attenta a trasmettere e conservare quel pensiero originale dei primi secoli della propria storia, anche ai fini di culto e monastico, ha permesso la conservazione del materiale testuale originale.
Enrico Cerulli, nel suo testo sulla letteratura etiopica del 1968 [1] ben evidenzia l’importanza delle traduzioni in lingua ge’ez dal greco:
Che queste traduzioni siano state fatte dal greco all’etiopico è un fatto che indica bene l’influenza del greco cristiano agli albori della letteratura etiopica. Insieme, poi, tali traduzioni, fatte dal quarto secolo dopo Cristo sino ad epoca non più tarda del VII secolo, hanno interesse per gli studi di letteratura greca cristiana in quanto conservano testi più antichi, generalmente, dei manoscritti greci che noi oggi abbiamo a disposizione. [2]
Le prime traduzioni riguardarono i testi biblici: il Vecchio Testamento fu tradotto in ge’ez dalla versione dei Settanta, probabilmente non tutto in una volta. Da notare che in due passi del Siracide il nome di Dio è reso con il nome di Astar, la vecchia divinità pagana sud-arabica ed etiopica che trova il proprio corrispondente nella figura semitica di Astarte.
Il Nuovo Testamento è invece stato tradotto dal testo siriaco di San Luciano, ricevuto dal Patriarcato di Antiochia. Si suppone che questa traduzione potrebbe essere in qualche modo legata alle fonti prettamente agiografiche che riguardano i Nove Santi Siriaci.
La storia tradizionale dell’Etiopia ci racconta che alla fine del V secolo dopo Cristo sopraggiunsero, dalla Siria, Nove Santi Monaci che, forzati all’esilio a causa del Concilio di Calcedonia del 451, dopo essersi rifugiati in Etiopia, furono accettati dal popolo etiope per la profonda spiritualità che emanava dalle loro figure. Essi erano monofisiti e difendevano la fede cristiana professando l’idea teologica dell’unica natura del Salvatore del Mondo, conciliando la Divinità e l’Umanità del Cristo in
un unico essere in due nature senza divisione o separazione e senza separazione e cambiamento.
I Nove Santi, che come abbiamo sopra detto erano monaci di alta spiritualità e in odore di santità, oltre a svolgere attività teologica ed evangelizzatrice, si dedicarono alla costruzione e fondazione di chiese e monasteri in posti isolati e quasi inaccessibili. La loro figura ha contribuito alla fama dell’antico monastero di Debra Damo, che pare essere stato costruito sul luogo di dimora di uno dei Nove Santi. Ancora oggi il monastero esiste, non lontano dall’antica città di Aksum; per raggiungerlo bisogna attaccarsi a una corda e vi possono accedere solo uomini.
Per concludere, riguardo la letteratura etiopica del periodo aksumita, segnaliamo le importanti traduzioni ge’ez di testi greci che spesso rappresentano la versione più completa fra i vari testi disponibili per gli studiosi: il Libro di Enoch, il libro dei Giubilei, il Pastore di Erma, l’Apocalisse di Esdra, l’ascensione di Isaia e alcuni libri dei Padri della Chiesa tra i quali il Fisiologo di San Cirillo di Alessandria.
Note
[1] Enrico Cerulli, La letteratura etiopica, Sansoni Accademia, 1968, pag. 20.
[2] Il neretto è il mio.
Bibliografia
- Enrico Cerulli, La letteratura etiopica, Sansoni Accademia, 1968;
- Conti Rossini, Storia d’Etiopia. Parte prima: Dalle origini all’avvento della dinastia Salomonide, Bergamo 1928 (adesso edito da Seam);
- Harold G. Marcus, A History of Ethiopia, University of California Press, 1994;
- E. Borra, Il Maskal ed il Leone di Giuda: appunti di storia etiopica etc., ed. San Paolo, 1994.
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