Temi e protagonisti della filosofia

Una introduzione alla teoria della percezione in Merleau-Ponty

Una introduzione alla teoria della percezione in Merleau-Ponty

Feb 20

Oggi pubblichiamo il primo articolo di Andrea Colombaroni, laureato in Scienze filosofiche all’Università di Bologna. Andrea inizia la sua collaborazione con Filosofia Blog proponendo un articolo sulla teoria della percezione in Merleau-Ponty. Ringraziandolo per il contributo, gli diamo il benvenuto tra i collaboratori del blog.

 

Il tema costante e centrale nella riflessione di Maurice Merleau-Ponty è certamente quello riguardante la natura e lo statuto della percezione. Il filosofo francese eredita questa problematica da quei suoi maestri che, secondo lui, hanno avuto il merito storico di aver introdotto alcuni testi della speculazione tedesca riguardanti questo tema nella riflessione della filosofia francese del primo dopoguerra: maestri quali Lagneau e, successivamente, Alain. Entrambi questi filosofi vengono criticati però da Merleau-Ponty, e da lui inseriti in quel filone “intellettualistico” della teoria della percezione che vede nell’opera del giudizio del pensiero umano lo strumento con il quale possiamo distinguere la percezione corretta dalla semplice immaginazione.

Merleau-Ponty condivide però con questi due filosofi la critica all’idea di sensazione. Per tutti infatti non esiste una sensazione “pura”: essa, come ripeteva Lagneau [1], non è altro che un’astrazione; una sensazione infatti non è altro che una reazione elementare che non si dà mai all’uomo direttamente, e che il filosofo non può che inferire. È la stessa percezione che, quindi, inaugura ogni nostra conoscenza possibile; essa non è costruita (come accade nell’empirismo e quindi dell’associazionismo di derivazione humiana) attraverso una sovrapposizione via via più complessa di sensazioni, e queste ultime non rappresentano quindi gli “atomi” della percezione, i suoi elementi più semplici, ma anzi vengono considerate alla fine dell’analisi riflessiva. Tutti questi filosofi individuano dunque nel percepire il carattere fondamentale dell’uomo come essere al mondo.

Certamente l’ispirazione più vicina a Merleau-Ponty è però quella della corrente della psicologia della Gestalt, o psicologia della forma, secondo la quale non esistono sensazioni elementari che entrino a comporre la percezione di un oggetto; la percezione concerne sempre una totalità le cui parti non presentano i suoi stessi caratteri. Merleau-Ponty eredita e sviluppa nella sua filosofia questo tema centrale della Gestalttheorie:

Al grado elementare della sensibilità si intravede una collaborazione degli stimoli parziali fra di loro e del sistema sensoriale con il sistema motorio, collaborazione che, in una costellazione fisiologica variabile, mantiene costante la sensazione e quindi impedisce di definire il processo nervoso come la semplice trasmissione di un messaggio dato. [2]

Dunque secondo Merleau-Ponty non esistono impressioni pure, separate dalla situazione globale dell’organismo: la sensibilità non può essere una semplice registrazione degli stimoli del mondo esterno, ma è un’attività che struttura tali stimoli facendoli entrare in una configurazione globale e investendoli di un certo significato. Partendo da questo punto Merleau-Ponty pensa che sia necessario per la filosofia ancorare le acquisizioni della fenomenologia husserliana con tale primarietà assoluta della percezione, sulla quale si fondano tutte le oggettivazioni e le idealizzazioni del sapere. In particolare per Merleau-Ponty è necessario pensare alla riduzione fenomenologica come a una riduzione al mondo della vita, alla Lebenswelt, perché questo è l’unico orizzonte che ci permette di scoprire la struttura relazionale della percezione, quel Cogito tacito che, in un groviglio di relazioni fra il mio corpo, la mia mente e l’ambiente circostante, inaugura concretamente ogni conoscenza possibile.

Lungi dall’essere, come si è creduto, la formula di una filosofia idealistica, la riduzione fenomenologica è quella di una filosofia esistenziale: l’In-der-Welt-sein di Heidegger non appare che sullo sfondo della riduzione fenomenologica. [3]

 

Note:

[1] “La sensation n’est pas donnée à la conscience immédiatamente et isolée, il faut un travail d’analyse pour le séparer: 1 de la représentation; 2 du sentiment […] Ce que nous appelons sensation, c’est toujours non pas la véritable sensation, mais l’interprétation objective que nous nous donnons d’un systeme des sensations […] La vrai sensation c’est la reaction élèmentaire que nous ne pouvons qu’inférer” (Jules Lagneau, Célèbres leçons et fragments, fr. 37 p. 42).

[2]  Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, tr. it. pag. 41.

[3] Merleau_Ponty, Fenomenologia della percezione, p. 23.

 

Opere consultabili:

  • Jules Lagneau, Célèbres leçons et fragments, Paris, P.U.F., 1964.
  • Alain, Les Passions et la Sagesse, Paris, Gallimard, 1960.
  • Alain, Les art set les Dieux, Paris, Gallimard, 1958.
  • Tutti i testi di Merleau-Ponty, in particolare Fenomenologia della percezione, Milano, Bompiani, 2003 e Il primato della percezione e le sue conseguenze filosofiche, Edizioni Medusa, Milano, 2004.

 

 


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

0 comments

Trackbacks/Pingbacks

  1. Lateralità e Percezione: similitudini tra Portiere (Calcio) e Libero (Pallavolo) - […] Lateralità: http://www.lateralidad.es/ Vision Training: http://home.svta.it/ Filosofia: Una introduzione alla teoria della percezione in Merleau-Ponty | Filosofiablog […]

Leave a Reply