Una poetica del corpo
Una poetica del corpo
Mar 20[ad#Ret Big]
Altissimo amore, se può essere che io muoia / Senza aver saputo donde vi possedevo / In quale sole era la vostra dimora / In quale passato il tempo vostro, in quale ora / Io vi amavo, //Altissimo amore che superate la memoria, / Fuoco senza focolare di cui ho fatto tutta la mia luce,…
Questi versi sono tratti dal poema di Catherine Pozzi, scrittrice e intellettuale francese molto vicina allo spirito dei mistici, pubblicato, per la prima volta, nel 1929. La caratteristica principale, messa in rilievo dalla critica e che salta all’occhio, anche solo leggendo questi primi versi, è la semplicità delle parole usate dall’autrice. Come note del “ritornello” di una canzone, le parole si susseguono, dando vita ad una musica avvolgente.
Proseguendo:
…, In quale destino tracciavate la mia storia, / In quale sonno si vedeva la vostra gloria, / O mia dimora… // Quando sarò per me stessa perduta / E dispersa nell’abisso infinito, / Infinitamente, quando sarò infranta, / Quando il presente di cui sono rivestita / Avrà tradito, // Per l’universo in mille corpi frantumata, / Di mille istanti ancora non riuniti, / Di cenere setacciata nei cieli fino al nulla, / Rifarete per una strana annata / Un solo tesoro // Rifarete il mio nome e la mia immagine / Di mille corpi portati alla luce, / Viva unità senza nome e senza volto, / Cuore dello spirito, oh centro del miraggio, / Altissimo amore.
L’andamento melodico dei versi evoca un tempo, che, più che essere decifrabile semplicemente come passato, è stato definito il “tempo del ricordo”, ma si tratta di un ricordo che ossessiona l’innamorata, turbandone i pensieri. Il percorso sonoro del poema scandisce il ritmo dell’esistenza di uno dei due partner, scarnificata dalla passione d’amore, per poi “rinascere” in quella dell’altro. ‹‹Io›› e ‹‹voi›› danno vita ad una danza, attraverso la quale i due amanti si rigenerano, formando una ‹‹Viva unità senza nome e senza volto››, ossia l’unità mistica. Infiniti i suoni, infinite le voci, sfumate le figure che compongono questa “canzone d’amore”, che ha come unica certezza il sentimento.