Pseudo Dionisio Areopagita, Teologia mistica IV
Pseudo Dionisio Areopagita, Teologia mistica IV
Giu 24IV
Diciamo, dunque, che la causa di tutte le cose, che è al di sopra di tutte, non è né inessenziale [legomen oun, hōs hē pantōn aitia kai huper panta ousa oute anousios] né senza vita [azōos] né senza ragione [alogos] né senza intelletto [anous]; non è neppure corpo né figura, né ha forma né qualità o quantità o massa [oude sōma estin oute schēma, oute eidos oute poiotēta ē posotēta ē onkon echei]; non è neppure in un luogo né vede né ha tatto sensibile [oude en topōi estin oute horatai oute epaphēn aisthētēn echei]; nemmeno sente né è sensibile [oude aisthanetai oute aisthētē estin]; non ha neppure disordine [ataxian] e turbamento per essere vessata dalle passioni materiali [parachēn, hupo pathōn hulikōn enocloumenē], né è impotente [adunamos] per essere soggetta agli impeti sensibili [aisthētois hupokeimenē sumptōmasin], né è in debito di luce [en endeiai esti phōtos]; e non ha alterazione o corruzione o partizione o privazione o mutamento, né è né ha qualche altra tra le cose sensibili [oude alloiōsin ē phthoran ē merismon ē sterēsin ē reusin oute allo ti tōn aisthētōn oute estin oute echei].