Preghiera di Romano il Melode
Preghiera di Romano il Melode
Set 11Orsù, fedeli tutti, prosterniamoci
innanzi al salvator Cristo e filantropo,
il figliolo di Dio ed il magnanimo,
immortal solo ed unico ed il despota,
che in inni celebran le schiere d’angeli,
glorificano gl’incorporei popoli,
dalle infuocate lingue loro acclamano,
colle tre volte sante voci celebran,
cantando l’inno santo in modo triplice,
elogio di vittoria rivolgendogli:
inni al Padre ed al Signore essi intonano,
al Figlio assiso insieme collo Spirito;
è unità nell’essenza inestimabile,
si partisce in persone in modo triplice;
l’iperdivina possa sua si venera,
è cantato dall’universa fabbrica. –
Onnipotente, Madre di Dio, Vergine,
non disdegnare noi, i tuoi domestici,
nella tempesta della vita in bilico,
ed incontro gettati a fiera instabile;
più su delle potenze in alto angeliche,
[colomba dallo Spirito indorata,]
sei la fama ed il vanto degli apostoli,
la summa dei profeti e pur dei martiri
e verso tutto il cosmo soccorrevole,
torre guarnita d’or e onoratissima,
paradiso, città di porte dodici,
d’aromi arca squisita dello Spirito,
sostegno e muro divo ed imprendibile,
roccaforte dei nobili discepoli
e protetto bastion delle pie anime,
dei corpi venerabili ricovero,
te ringraziam signora, pura Vergine,
inneggiando al Signor, che è tuo pargolo,
il Cristo ed il sol, unico filantropo,
per incontrarlo buon, compassionevole,
o Signora, quel dì, al giudizio ultimo. –
In quel mentre, Signor, Signor, preservami
dal fuoco inestinguibile riscattami:
ché non mi prenda il pernicioso Satana,
non m’indichi a trastullo per i demoni,
perché caddi in error io solo ed unico,
l’anima e pure il corpo resi sudici,
né dal sozzo restò la mia vita integra.
Non vedo cosa possa far, me misero;
a cagione di questo: “Peccai!” urloti.
Son giunto ed ho pregato come il prodigo,
come la prostituta, offrendo lacrime.
Ma, Signore, Signore, tu preservami
dalla palude delle azioni e salvami;
come pastore buono non permettere
che in gole di passioni io precipiti:
schiacciato da passioni via trasportami
e colla tua divina luce purgami,
ché guardi la divina tua immagine
e con coscienza pura possa ammettere:
“E onor e adorazion ti si tributano,
al Padre ed al Figliolo collo Spirito,
in perpetuo dall’universa fabbrica
nei secoli dei secoli, o filantropo!”.