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Porfirio sull’uno e su Dio (testimonianze e frammenti 1)

Porfirio sull’uno e su Dio (testimonianze e frammenti 1)

Feb 12

Cirillo, Contro Giuliano, I 29C, 545 A 8 ss.: Perciò quanto numerose siano le dottrine offerte da questa gente (scil. dai filosofi) verrà presto allegato da parte nostra. Dunque, Talete il milesio professa che Dio è il nous del cosmo, e Democrito l’abderita gli assomiglia in ciò, e anzi prosegue l’indagine con qualche altra osservazione: anche costui infatti afferma che il nous è Dio, salvo poi aggiungere che è nel fuoco sferoide e che egli è la psiche del cosmo. Da parte sua Anassimandro, transitando per una via completamente diversa, guarda a Dio rappresentandolo come gli infiniti cosmi distinti; non vedo ciò che intende dire con questa scelta. Or dunque, colui che illustra la più distorta tra le concezioni su Dio e non è ammirevole eccetto che nelle osservazioni sperimentali è Aristotele: intendo lo stagirita, il collega di Platone: denomina Dio idea separata, dunque tende a dislocarlo oltre la sfera dell’universo. Così di certo pure coloro che vengono chiamati stoici professano che Dio è fuoco artefice e che osservando un procedimento perviene alla generazione del cosmo. Hanno dunque scritto testi perlustranti queste nozioni pure Plutarco e altre menti elette presenti tra costoro, così come Porfirio, colui che fu tracotante contro di noi.

Siriano, Commentario alla Metafisica 46, 22-25: Dunque, che sia profonda questa speculazione su come l’uno, non esibendo alcuna duplicità e non avendo in sé stesso alcuna illusoria pluralità né alterità, non ipostatizzi la totalità, lo dimostrano Plotino, Porfirio, Giamblico e tutti i perfetti teoreti che hanno discusso di questo problema.

Proclo, Teologia Platonica, II 4 p. 31, 3-11; 22-28: Io, ecco, mi meraviglio dell’insieme di tutti quanti gli altri esegeti di Platone che hanno accolto negli enti il regno intellettuale, mentre non hanno mostrato deferenza per la superiorità ineffabile dell’uno e la sua sussistenza eccedente tutte le cose; or dunque, mi meraviglio in particolare di Origene, che ha assimilato la stessa cultura di Plotino, per questa ragione: anche costui infine realizza il nous e il primissimo essente, rigettando d’altronde l’uno, l’ottimo al di là del nous universale e dell’universalità di tutto quanto è. […] Dunque, se si vuole, sia rimproverando costui sia rimproverando l’insieme di tutti quanti coloro che sono stati prosecutori di questa stessa dottrina, disaminiamo sommariamente il pensiero di Platone disponendoci all’agone insieme a lui e indicando questo: che professa che la primissima causa esiste al di là del nous e dell’insieme di tutti gli essenti, come Plotino e Porfirio e tutti i proseliti della filosofia di costoro credono abbia asserito.

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