Temi e protagonisti della filosofia

Porfirio, Contro Boeto Sull’anima (2)

Porfirio, Contro Boeto Sull’anima (2)

Mar 04


Articolo precedente: Porfirio, Contro Boeto Sull’anima (1)


Eusebio, Preparazione evangelica, XI 28, 11-12: Se infatti è dimostrato che l’anima tra tutte le cose è la più simile al divino, che bisogno c’è che esiga ancora altri ragionamenti in vista della legittimazione della sua immortalità colui che ne fa una premessa e non conta questo ragionamento come uno tra molti, giacché è sufficiente a persuadere le persone di buon senso sul fatto che non parteciperebbe alle attività simili a quelle del divino se non fosse divina anch’essa? Infatti se, benché sprofondata in quanto è mortale e dissolubile e inintelligibile e in sé stesso morto e sempre abolibile e disperso nel cambiamento che infine lo abolisce, forma e tiene insieme tutto questo e mostra la sua essenza divina, benché rimanga occultata ed impedita dalla figura assai mortale che le si prospetta, come, se ne fosse separata coll’intelligenza, allo stesso modo in cui l’oro lo è dal pantano che gli è appiccicata intorno, essa non esibirebbe subito la sua idea quasi fosse simile a Dio in questo soltanto, ma anche perché è di lui partecipe e ne conserva la somiglianza nelle attività ed anche nella parte maggiormente mortale di lei ‒ come è il caso quando è costretta nel mortale ‒ non si dissolve perché per natura è impartecipe della corruzione?

Eusebio, Preparazione evangelica, XI 28, 13-16: A ragione dunque appare tanto divina dacché somiglia all’indivisibile quanto mortale per ciò per cui s’approssima alla natura mortale: scende e sale ed è a prima vista mortale e simile agli immortali. Ecco: uomo che si riempie il ventre e s’impegna a saziarsi come le bestie; ma anche uomo che è capace, disponendo della scienza, di salvare la nave in pericolo nel pelago e salvare in caso di malattie e che, certo, scopre la verità, si comporta con metodo tanto per conquistare la conoscenza quanto per scoprire come accendere il fuoco e osservare gli oroscopi e imitare le opere del demiurgo con esperimenti meccanici, siccome l’uomo escogitò di creare sulla terra le congiunzioni dei sette pianeti con i loro movimenti, imitando coi meccanismi quanto succede in cielo. Ed ecco, che cosa non immaginò, dimostrando in lui la presenza del nous divino e conformato a Dio? Dispiegando a partire da tutto questo le audacie d’un essere olimpico e divino e per nulla mortale, egli ha convinto i più, che sono incapaci di vedere questo divino nous a causa della disposizione egoistica che li fa pendere in direzione del basso, a opinarlo mortale come loro, estrapolando questo dai fenomeni esteriori, giacché questo era l’unico modo di consolare il loro male, ossia confidare, procurandosi riposo nell’uguaglianza della loro miseria a causa dei fenomeni esteriori, che tutti siamo uomini sia esteriormente sia interiormente.


Articolo seguente: Porfirio, Contro Boeto Sull’anima (3)


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply