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Plotino, Enneade V 7 [18: Su questo: se vi siano idee anche dei singolari], 1

Plotino, Enneade V 7 [18: Su questo: se vi siano idee anche dei singolari], 1

Ago 16

 

 

1. V’è forse un’idea anche di quel ch’è singolo? Ebbene sì, se io e ciascuno esibiamo l’attività occorrente all’ascesa all’intelligibile e il principio di ciascuno è là. Già, se Socrate è sempre anche l’anima di Socrate, vi sarà Socrate-stesso, perciò, come anima, i singoli anche |5| così si giudicano esser là. Se invece non sempre [Socrate è anche l’anima di Socrate], ma il Socrate di prima in un altri momenti diviene un’altra [anima], come Pitagora o qualcun altro, questo singolo non è più eziandio là.

Ma se l’anima di ciascuno esibisce le forme razionali di tutti coloro che attraversa, tutti [i singoli] allora son là; giacché anche argomentiamo che, quante forme razionali ha il cosmo, |10| le ha anche ciascuna anima. Se dunque il cosmo [ha le forme razionali] non solo dell’umano, ma anche degli [altri] animali singoli, [le avrà] anche l’anima; infinito dunque sarà questo [regno] delle forme razionali, se non ritorna in periodi [cicli], e in questo modo l’infinità sarà limitata, allorché si ridiano le medesime cose. Se dunque in generale i generati son di più del |15| paradigma, a che devono esservi forme razionali e paradigmi di tutti i generati in un unico periodo [ciclo]? Giacché basta un unico umano per tutti gli umani, al modo in cui anime determinate producono infiniti umani. Eppure non è possibile vi sia la medesima forma razionale per i differenti, né basta un umano a far da |20| paradigma di questi qualcuno, umani determinati, rimanenti differenti l’un dall’altro non solo per la materia, ma anche per miriadi di differenze peculiari; giacché non v’è una relazione come quella che le immagini di Socrate han coll’archetipo, tutt’altro: questa produzione differente deve esprimere forme razionali differenti.

Ordunque, l’intero periodo [ciclo] ha tutte le forme razionali, un’altra volta [in un altro ciclo] dunque si ripropongono le medesime cose |25| conformi alle medesime forme razionali. Comunque non bisogna temere l’infinità nell’intelligibile, giacché è intera nell’indivisibile, e ‒ come dire? ‒ procede all’uscita, quando agisce.

 
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.

 
Brano seguente: Plotino, Enneade V 7 [18: Su questo: se vi siano idee anche dei singolari], 2

 

 


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