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Plotino, Enneade V 6 [24: Sul fatto che quel ch’è al di là dell’essente non pensa e che cos’è il primariamente pensante e che cosa il secondariamente], 4

Plotino, Enneade V 6 [24: Sul fatto che quel ch’è al di là dell’essente non pensa e che cos’è il primariamente pensante e che cosa il secondariamente], 4

Giu 07

 

 

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4. E poi, se bisogna che il bene sia semplice e non bisognoso, allora non abbisognerà neppure del pensare; ciò di cui dunque esso non abbisogna non si presenterà a esso, giacché anche in generale nulla si presenta a esso; allora non è presente a esso il pensare. E non pensa nulla, giacché non è neppure altro. Ed è poi |5| l’intelletto a essere altro dal bene; infatti ha la forma del bene per il fatto che pensa il bene. E poi, come nel due, siccome v’è un uno ed un altro [uno], non era possibile che questo uno ch’è assieme a un altro fosse l’uno, ma bisognava che l’uno fosse in se stesso prima d’essere assieme a un altro, in questo stesso modo bisogna che anche in ciò cui inerisce il semplice assieme a un altro questo semplice sia di per sé, non avendo |10| nulla in se stesso di quanto è in questo ch’è assieme ad altri. Donde infatti [potrebbe avvenire] che un altro sia in un altro, se non vi fosse prima separatamente ciò da cui deriva l’altro? Giacché il semplice non è derivabile da un altro, mentre ciò che sia plurale o duale deve in se stesso esser articolazione dipendente da altro.

E dunque bisogna paragonare il primo [l’uno] alla luce, il successivo [l’intelletto] al sole, |15| il terzo [l’anima] all’astro della luna ricevente la luce dal sole. L’anima infatti ha un intelletto d’accatto che colora il suo essere intellettuale, l’intelletto invece ha in se stesso [l’intelletto] come sua proprietà, non essendo solo luce, ma ciò che [egli] è è illuminato nella sua stessa entità [sostanza], mentre quel che procura a questo [all’intelletto] la luce, non essendo altro [diverso], è luce semplice, |20| procurante a quello [all’intelletto] l’abilità di essere ciò che è. A che dunque esso abbisognerebbe di qualcosa? Infatti quel ch’è in se stesso non è lo stesso di quel ch’è in altro; infatti quel ch’è in altro è altro [diverso] da quel ch’è se stesso di per se stesso.

 
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.

 
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