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Plotino, Enneade V 6 [24: Sul fatto che quel ch’è al di là dell’essente non pensa e che cos’è il primariamente pensante e che cosa il secondariamente], 2

Plotino, Enneade V 6 [24: Sul fatto che quel ch’è al di là dell’essente non pensa e che cos’è il primariamente pensante e che cosa il secondariamente], 2

Mag 31

 

 

Brano precedente: Plotino, Enneade V 6 [24: Sul fatto che quel ch’è al di là dell’essente non pensa e che cos’è il primariamente pensante e che cosa il secondariamente], 1

 
2. Se dunque v’è da un lato quel [l’intelletto] che pensa primariamente, e dall’altro quel [l’anima] che già pensa altrimenti, allora quel [l’uno] ch’è al di là di quel che pensa primariamente non penserà più; dovrebbe infatti divenire intelletto per pensare, e dunque, essendo intelletto, avere anche l’intelligibile e, pensando primariamente, avere l’intelligibile in sé. Ordunque, non è necessario che ogni intelligibile |5| abbia in sé anche un pensante e pensi: sarà infatti non solo intelligibile, ma anche pensante, dunque non sarà il primo, essendo due.

E l’intelletto, colui che ha l’intelligibile, non potrebbe sussistere se non vi fosse un’entità [una sostanza] puramente intelligibile, che in relazione all’intelletto sarà intelligibile, mentre di per se stessa non sarà propriamente né intelletto né intelligibile; |10| ed in effetti l’intelligibile è per un altro [diverso] e l’intelletto ha come vuoto quello [l’uno] che si slancia offrendosi all’intellezione [al pensiero], se non afferra e piglia l’intelligibile che pensa; non ha infatti il pensare senza l’intelligibile.

[L’uno] è dunque perfetto allora, quando abbia [l’intelligibile]? Doveva invece essere perfetto per la sua entità [per il suo essere], prima di pensare. Orbene, ciò in cui sussiste la perfezione, prima di pensare sarà questo; |15| esso allora non abbisogna per nulla del pensare; è infatti autarchico prima di questo; allora non penserà. Allora v’è uno [l’uno] che non pensa, un altro [l’intelletto] che pensa primariamente, un altro ancora che penserà secondariamente.

E poi, se il primo penserà, qualcosa inerirà a esso; non sarà allora primo, ma secondo ed anche non-uno, altresì già molti e tutte quante le cose che penserà; e infatti, |20| se [l’uno penserà] solo se stesso, sarà molti.

 
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.

 
Brano seguente: Plotino, Enneade V 6 [24: Sul fatto che quel ch’è al di là dell’essente non pensa e che cos’è il primariamente pensante e che cosa il secondariamente], 3

 

 


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