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Plotino, Enneade V 4 [5: Come dal primo vien quel ch’è dopo il primo e intorno all’uno], 1

Plotino, Enneade V 4 [5: Come dal primo vien quel ch’è dopo il primo e intorno all’uno], 1

Mag 23

 

 

1. Se v’è qualcosa dopo il pristino, di necessità o è emergente da quello direttamente o esibisce l’atto di risalita a quell’ottimo con l’attraversamento di mediazioni e v’è una disposizione ordinata d’oggettività di secondo e terz’ordine, sicché il secondo attua la risalita all’occupante il pristino posto e il terzo all’occupante il secondo posto. |5|

Deve difatti esservi alcunché di semplice prima di tutte le cose, questo [dev’essere] anche altro [: diverso] dalle cose dopo di esso, essere di per se stesso, non mischiato colle cose che derivano da esso, ancorché capace d’esser presente in altro [: diverso] modo alle altre cose, esso ch’è ontologicamente singolo [: uno], sì che l’«è» non sia altro [: una cosa diversa] e dopo sia singolo [: uno], di cui si erra anche ad affermare che è singolo [: uno], di cui non v’è logos [: pensiero concettuale] né episteme [: scienza] [1], |10| che, dunque, è giudicato essere anche al di là dell’entità [: essere] [2] ‒ siccome, se non sarà semplice, estraneo al sopravvenire d’ogni accidentalità e sintesi [: composizione], allora non sarà principio ‒, autarchicissimo dunque in questo essere semplice e pristino nell’insieme di tutte le cose; siccome, ecco, il non-pristino è indigente, bisognoso di quel ch’è prima di esso, e il non-semplice è bisognoso degli [elementi] semplici in esso, |15| sì da essere esito della loro costituzione.

Questo dunque, essendo tale, deve essere rimasto singolo [: uno] da solo; siccome, se vi fosse un altro ad essere cotale, allora ambedue questi sarebbero un singolo. Ordunque, non ragioniamo di due corpi, né il singolo [: l’uno] è il pristino corpo. Siccome nulla di semplice è corpo, dunque il corpo è generato, ma tutt’altro che archè [: principio]; Cl’archè [: il principio] è invece ingenerata [3]; non essendo dunque somatica [: corporea], bensì ontologicamente singola [: veramente una], |20| quello, orbene, è il pristino. Ebbene, se v’è qualcosa d’altro dopo il pristino, allora non sarà più semplice; siccome sarà singolo-più [uno-molti].

Donde quindi proviene questo? Dal pristino; siccome non può, ordunque, derivare conformemente al caso, altrimenti quello [: il primo] non sarebbe più eziandio archè [: principio] di tutte le cose. Come quindi deriva dal pristino? Se |25| il pristino è perfetto e il più perfetto di tutti e la prima potenza, dev’essere il più potente di tutti gli essenti, e le altre potenze, per quanto possono, devono imitare quello.

Ordunque, riguardo a qualunque tra gli altri enti riesca nella perfezione, osserviamo che genera, e non s’abitua a rimanere di per se stesso, tutt’altro: realizza altro, |30| non solo ciò che abbia un proponimento deliberato, ma anche quanti crescono senza proponimento deliberato, e gli inanimati, che comunque rendono di se stessi quanto possono; come [esempi]: il fuoco scalda e la neve raffredda e i farmaci, dunque, realizzano la loro funzione nei confronti d’altro come vuol la natura di essi ‒ tutti dunque imitatori, conformemente alla lor potenza, dell’archè [: del principio] in eternità e |35| bontà.

Come quindi il perfettissimo e il pristino bene persisterebbe in se stesso, come geloso e impotente, questa potenza di tutte le cose? E come dunque potrebbe essere ancora archè [: principio]? Deve dunque generarsi anche da esso qualcosa, se pur qualcosa sarà, perché le altre cose son suscitate all’esistenza, ecco, da esso; che, difatti, derivino da |40| esso è necessità.

Il generato, dunque, dev’essere anche venerabilissimo e, secondo rispetto a quello, migliore delle altre cose.

 

Note

[1] Platone, Parmenide, 142 a 3-4.

[2] Platone, Repubblica, VI, 509 b 9.

[3] Platone, Fedro, 245 d 3.

 

La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.

 

Brano seguente: Plotino, Enneade V 4 [5: Come dal primo vien quel ch’è dopo il primo e intorno all’uno], 2

 

 


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