Plotino, Enneade V 3 [49: Sulle ipostasi conoscitrici e su quel ch’è al di là], 6
Plotino, Enneade V 3 [49: Sulle ipostasi conoscitrici e su quel ch’è al di là], 6
Feb 28
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6. Ordunque, questo ragionamento ha indicato che il pensare in senso proprio se stesso è qualcosa. [L’intelligenza] pensa quindi altrimenti essendo occorrente nella psiche [: nell’anima], occorrendo invece nel nous [: nell’intelletto] [pensa in senso] più proprio. Siccome la psiche [: l’anima] pensava se stessa perché di altro, mentre il nous [: l’intelletto] [pensa se stesso] perché [è in] lui stesso e quale lui stesso, chicchessia, ed |5| esprimendo la sua stessa natura e rivolgendosi a sé. Siccome, guardando gli essenti, guardava se stesso e guardando era in energia [: atto] e l’energia [: atto] era lui stesso; siccome nous [: intelletto] e noesi [: intellezione] son un singolo; e [vede] l’intero solidalmente coll’intero, non una parte con un’altra parte.
Forse che quindi il ragionamento l’ha indicato tale, qualificato per aver anche energia fidelizzante? Beh, in questo modo ha necessità, mentre non abilita la persuasione a fidarsi; |10| siccome la necessità è nel nous [: nell’intelletto], mentre la persuasione a fidarsi è nella psiche [: nell’anima]. Noi cerchiamo dunque, come sembra, di persuaderci a fidarci meglio che non contemplare il non-latente [: vero] con nous [: intelletto] puro. E difatti, ecco, sinché eravamo nell’eminenza nella natura del nous [: dell’intelletto], esercitavamo la fermezza e pensavamo e, attuando la riconduzione di tutti a un singolo ente, guardavamo; siccome era il nous [: l’intelletto] il pensante e il giudicante per quanto lo riguardava, |15| mentre la psiche [: l’anima] restava in quiete, concedendo spazio alla funzione in atto del nous [: dell’intelletto]. Dunque, dopo che siam occorsi qui, rigenerati a nostra volta anche nella psiche [: nell’anima], cerchiamo di far sì che vi nasca una qualche persuasione a fidarsi, come desiderando contemplare teoreticamente in icona [: immagine] l’archetipo. Forse quindi bisogna render edotta la nostra psiche [: anima] su com’è che fa il nous [: l’intelletto] a contemplare teoreticamente se stesso, render edotta dunque questa parte della |20| psiche [: dell’anima], che è intellettuale in qualche modo, classificandola come dianoetico [: pensiero discorsivo] e coll’obiettivo di significare con questa denominazione ch’essa è un qualche nous [: intelletto] e ha la potenza mediante il nous [: l’intelletto] e dal nous [: dall’intelletto]. A questa allora s’addice conoscere che anche per se stessa conosce quante cose guarda ed è avveduta dei giudizi che enuncia. E se essa sarà i giudizi che enuncia, allora conoscerà se stessa |25| in questo modo. Dunque, se [le cose che dice] sono o si generano venendo a essa dall’eminenza, quindi [: da là], donde è pervenuta anche essa, avverrà allora anche a questa, ch’è logos [: ragione], assume oggetti congeneri e li armonizza con le tracce occorrenti in essa, di conoscere se stessa, toh, in questo modo.
E allora faccia il trasferimento dell’icona [: immagine] [dell’intelletto] al nous [: all’intelletto] oggettivamente non-latente [: vero], che era identico ai noumeni non-latenti [: veri oggetti del suo pensiero], ovvero |30| ontologicamente essenti e pristini, e giacché non era possibile che questo, essendo tale, fosse all’esterno di se stesso ‒ cosicché, se per davvero è in se stesso e con se stesso e questo, per ciò che è, è nous [: intelletto] (inintelligente, ordunque, il nous [: l’intelletto] giammai potrebbe essere), è necessario lo accompagni la conoscenza di se stesso ‒ e giacché questo è in sé e giacché la funzione in atto e l’entità [: la sostanza] non son altro per esso |35| se non l’essere rimasto solo nous [: intelletto]. Siccome, ordunque, questo non è [un intelletto] pratico; siccome mira l’esterno e non rimane in sé, del pratico può essere una qualche conoscenza delle esteriorità, necessità invece non v’è, se per davvero è del tutto pratico, che conosca se stesso. Per quello in cui invece non occorre prassi ‒ siccome non v’è nessun orientamento appetitivo, per il nous [: l’intelletto] puro, |40| verso l’assente ‒, per questo il rivolgersi a sé indica che la conoscenza di sé è non solo legittimamente leggibile ma anche necessaria; siccome quale sarebbe anche la vita di esso, alienatosi dalla prassi ed essente nel nous [: nell’intelletto]?
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.
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