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Plotino, Enneade V 3 [49: Sulle ipostasi conoscitrici e su quel ch’è al di là], 17

Plotino, Enneade V 3 [49: Sulle ipostasi conoscitrici e su quel ch’è al di là], 17

Mag 16

 

 

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17. Che cosa quindi è più valido della vita più intrisa di saggezza e inconcussa e infallibile e del nous [: dell’intelletto] avente tutte le cose e della vita totale e del nous [: intelletto] totale? Se quindi rispondiamo: «Quel che ha realizzato queste cose», [si domanderà:] «E come le ha realizzate?»; e, a meno che non appaia qualcosa di più valido, |5| il ragionamento non ambirà a un altro oggetto, tutt’altro: ristarà in lui [: nell’intelletto].

D’altronde si deve rivenire all’eminenza per più ragioni, ecco, e tra le altre perché per questo [: l’intelletto] l’autarchia esito di tutti [i componenti] è esterna; è manifesto che ciascuno di essi, ordunque, è indigente; anche perché ciascuno ha partecipato e ha parte del singolo stesso [: dell’uno in sé], ma non è esso il singolo [: l’uno]. Che è quindi quello di cui |10| [l’intelletto] ha parte, che fa sì ch’esso sia e sia anche assieme tutte le cose? Ma se [l’uno] fa sì che ciascuno sia e per la presenza del singolo [: dell’uno] son autarchici sia la sua [: dell’intelletto] pluralità sia egli stesso [: l’intelletto], è manifesto che quello [: l’uno] è realizzatore dell’entità [: essere] e dell’autarchia, non essendo esso stesso entità [: essere], bensì al di là dell’entità [: essere] [11] e al di là dell’autarchia. |15|

Basta quindi enunciare questi ragionamenti per alienarsi dalla discussione? Ebbene, la psiche [: l’anima] ha ancora le doglie, anche moltiplicate. Forse quindi bisogna ch’essa ormai generi slanciandosi incontro a esso [: all’uno], riempita com’è delle doglie del parto. D’altronde occorre incantarla ancora una volta, se mai potremo trovare da qualche parte un incantamento relativo al parto. Forse dunque potrebbe ingenerarsi anche a partire dai ragionamenti già enunciati, se qualcuno in più occasioni |20| pronunciasse l’incantesimo. Qual è quindi, come per davvero un altro nuovo incantesimo? Pur correndo, ecco, dietro all’obiettivo di tutte le non-latenze [: verità], e delle non-latenze [: verità] di cui abbiamo partecipazione, tuttavia sfugge simultaneamente alla volontà di qualcuno di discutere a voce e riflettere dianoeticamente, perché la dianoia [: riflessione] deve, al fine d’invocare qualcosa, assumere una cosa dopo l’altra; in questo modo difatti v’è anche processo discorsivo; nel totalmente semplice, invece, |25| che processo discorsivo v’è?

Comunque basta anche esercitare un adattamento occorrente per contatto intellettuale, altroché; occorrendo l’adattamento per contatto dunque, allorché ci si offre all’adattamento per contatto, non v’è del tutto né possibilità né agio di enunciare nulla; è dopo dunque che si può sillogizzare per quanto riguarda esso [: l’assolutamente semplice]. Allora dunque bisogna confidare d’aver guardato, allorché la psiche [: l’anima] ex abrupto assuma percezione di luce; siccome questa è da |30| lui ed è ipse; e allora bisogna reputarlo presente, allorché, come un altro dio quando qualcuno lo chiama in casa, arrivi per illuminare; perché, se non fosse arrivato, non avrebbe illuminato. Proprio in questo modo anche la psiche [: l’anima] non-illuminata è atea rispetto a [: non contempla] lui; una volta illuminata, invece, ha ciò che cercava, e questo è il fine non-latente [: verace] per la psiche [: l’anima], l’obiettivo d’adattarsi per contatto a quella luce |35| e contemplare essa con essa, non colla luce d’altro, tutt’altro: [contemplare] essa, mediante cui anche guarda. Difatti ciò mediante cui fu illuminata, questo è ciò che si deve contemplare; difatti neanche il sole [si contempla] mediante un’altra luce. Come quindi questo può ingenerarsi? Astrai da tutte le cose.

 

Note

[11] Platone, Repubblica, VI, 509 b 8-9.

 

La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.

 

Brano iniziale: Plotino, Enneade V 3 [49: Sulle ipostasi conoscitrici e su quel ch’è al di là], 1

 

 

 

 

 

 


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