Plotino, Enneade V 2 [11: Sulla generazione e l’ordine dei successivi al primo], 2
Plotino, Enneade V 2 [11: Sulla generazione e l’ordine dei successivi al primo], 2
Mag 24
Brano precedente: Plotino, Enneade V 2 [11: Sulla generazione e l’ordine dei successivi al primo], 1
2. Transita procedendo dunque, dall’inizio all’estremo; ciascun grado è sempre lasciato nella sua sede propria, mentre il generato riceve un’altra posizione, quella inferiore; ciascuno comunque diviene identico a ciò da cui è attratto, sinché sia atto a toccarlo. Quando dunque |5| l’anima s’ingeneri in una pianta, [l’anima] è altro [qualcosa di diverso], come una parte, questa parte nella pianta è la più audace ed insensata, sicché è proceduta così tanto, sino a questo punto; quando invece s’ingeneri in un [animale] irrazionale, la facoltà del sentire, prevalsa, ve la condusse; quando invece arrivi all’uomo, o il movimento [dell’anima] è interamente desto nel logico o [proviene] dall’intelletto siccome [l’anima] ha un intelletto proprio e |10| da se stessa una volontà di pensare od in generale di muoversi.
Ritorniamo dunque indietro; allorquando qualcuno taglia i germogli laterali od i rami superiori d’una pianta, l’anima insita in questa dove se n’è andata? Bé, donde è venuta; non s’era infatti distanziata localmente; era dunque nel [suo] principio. Se dunque tagli o bruci la radice, dove va quel ch’è nella radice? |15| Nell’anima; giacché non se n’era andata in un altro luogo. D’altronde, anche se è [rimasta] nello stesso luogo, è altrettanto in altro, se ripercorre la salita; se no, in un’altra [anima] vegetativa, giacché, ecco, non si restringe in un luogo; se invece ripercorre la salita, [è] nella potenza ch’è prima di lei. Ma quella [potenza ch’è prima di lei] dov’è? In quella ch’è prima di lei; questa dunque arriva sino all’intelletto, non spazialmente; nulla infatti era in un luogo; l’intelletto, ordunque, molto |20| di più non è in un luogo, cosicché neppure lei [lo è]. Non essendo dunque in nessun luogo (tutt’altro: essendo in quel che non è in nessun luogo), in questo modo è anche dappertutto. Se dunque, procedendo verso l’alto, stazionerà nella condizione mediana prima d’arrivare totalmente al più alto, avrà una vita media e si stabilirà in quella parte di sé.
Tutte queste cose, ordunque, son lui [l’uno] e non son lui; |25| son lui giacché emergono da lui; non son lui, invece, giacché egli ha donato rimanendo in se stesso. V’è dunque come una vita estesa sviluppata in lunghezza, è alternativa [diversa] ciascuna delle parti che si succedono mentre [il] tutto ha continuità con se stesso, [ciascuna parte è] invece altra [diversa] dall’altra per merito della differenza, il priore non s’abolisce nel successore.
Che cos’è dunque questa [l’anima] ingenerantesi nelle |30| piante? Non genera nulla? Sì, ciò [la materia] in cui [l’anima] è. Bisogna ispezionare dunque come, assumendo un altro principio.
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.