Plotino, Enneade V 2 [11: Sulla generazione e l’ordine dei successivi al primo], 1
Plotino, Enneade V 2 [11: Sulla generazione e l’ordine dei successivi al primo], 1
Mag 17
1. L’uno è tutte le cose e nessuna*; è infatti principio di tutte le cose, non tutte le cose, d’altronde tutte le cose son in quel modo: là, ecco, son come scappate; o meglio, non vi sono ancora, ma vi saranno. Come, dunque, emergono dal semplice uno se nell’identico non appare nessun variopinto, non v’è piega qualsivoglia? |5| Ebbene, giacché nulla era in esso, per questo escono da esso tutte le cose, ed affinché l’essente sia, per questo egli non è l’essente ma il suo genitore; e questa è come la prima generazione; essendo infatti perfetto per il fatto di non cercare né avere né bisognare di nulla, in certo qual modo traboccò ed il suo sovrappiù ha prodotto altro [l’intelletto]; l’oggetto generato, dunque, ritornò ad |10| esso e si riempì e si generò guardando verso di esso, e questo è l’intelletto. E mentre la sua stasi relazionata a quello [all’uno] ha prodotto l’essente, la contemplazione relativa ad esso [all’uno] ha prodotto l’intelletto. Giacché dunque staziona relato ad esso, così da vedere, diviene insieme intelletto ed essente. Questo |15| dunque, essendo come quello [l’uno], produce cose simili, profondendo una potenza plurale ‒ anche questo [l’intelletto], ordunque, è figura di esso [dell’uno] ‒, come per parte sua quel chè prima di esso profuse; e questo atto espressione dell’entità [essere] è dell’anima, [atto] divenuto questo [l’anima], mentre quello [l’intelletto] rimane [in sé]; ed infatti l’intelletto si generò mentre il suo predecessore rimaneva [in sé].
Questa [l’anima], invece, produce non rimanendo [in sé], tutt’altro: una volta sollecitata [mossa], generava un’immagine [di sé]. Ebbene, guardando là, donde si generò, |20| si riempie, dunque, proceduta di un movimento alternativo e contrario, genera qual immagine di sé la sensibilità e la natura insita nelle piante. Nulla, comunque, si disarticola né è tagliato fuori da quel che lo precede; perciò anche sembra che l’anima superiore arrivi sino alle piante, giacché è di essa quel ch’è nelle piante; comunque non è tutta nelle |25| piante, ma, ingeneratasi nelle piante, si presenta in questo modo, giacché s’avventurò sin a tanto verso il basso producendo un’altra sostanza [bassura dell’ipostasi anima], nella processione e nella premura dell’inferiore; giacché anche quel ch’è prima di questo [della bassura dell’anima], quel ch’è articolazione dell’intelletto, lascia che l’intelletto rimanga in sé.
* Platone, Parmenide, 160 b 2-3.
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.
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