Temi e protagonisti della filosofia

Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 15

Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 15

Mag 07

 

 

Brano precedente: Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 14

 
15. Ma se vi fossero due saggi, e se per l’uno fossero presenti tutti quanti i vantaggi che son giudicati conformi a natura, mentre per l’altro i contrari, professeremo che per essi è presente pari felicità? Lo professeremo, se per davvero son saggi alla pari. Se dunque uno dei due è bello nel corpo e possiede tutte quante le altre cose |5| non relative alla saggezza, né in generale alla virtù ed alla contemplazione dell’ottimo ed all’essere ottimo, allora che interesse presenterebbe questo? Giacché colui stesso che ha queste cose non si vanterà d’esser più felice di colui che non le ha: infatti la pienezza di queste cose non lo coadiuverebbe neppure nell’imparare a suonare il flauto. D’altronde, ecco, guardiamo la |10| felicità accompagnati dalla nostra debolezza, reputando raccapriccianti e spaventose le cose che il felice non reputerebbe tali; oppure non sarebbe ancora né saggio né felice, se non avesse alterato nel lor insieme tutte le rappresentazioni per quanto riguarda queste cose, e se non fosse in tutto e per tutto rinato quasi come un altro, confidando dentro se stesso che non avrà giammai alcun male: in questo modo, infatti, |15| sarà anche impavido in tutte le peripezie, oppure, se si spaventa per qualcosa, non sarà perfetto relativamente alla virtù, bensì qualcuno ch’è rimasto a metà. Anche se si generasse in lui lo spavento indeliberato e quello precedente il discernimento allorquando ha l’attenzione rivolta ad altro, il saggio accorrerà a respingerlo e farà posare quel certo qual bambino in lui stesso, sollecitato dai dolori, |20| o colla minaccia o col ragionamento [35]; con una minaccia, comunque, impassibile, come se il bambino rimanesse esterrefatto da una sola occhiata severa. Ebbene, non per questo un tale uomo non è sensibile ad amicizia e a riconoscenza: è tale, infatti, anche per se stesso e nelle cose che riguardano se stesso. Se dà, quindi, tutte quante le cose che dà a se stesso anche agli amici, allora è l’amico migliore, oltre ad |25| avere intelletto.

 

Note

[35] Cfr. Platone, Fedone, 77 e 5.

 
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.

 
Brano seguente: Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 16

 

 


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply