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Plotino, Enneade I 1 (53: Che cos’è il vivente e che cos’è l’uomo?), 13

Plotino, Enneade I 1 (53: Che cos’è il vivente e che cos’è l’uomo?), 13

Ott 05

 

 

Brano precedente: Plotino, Enneade I 1 (53: Che cos’è il vivente e che cos’è l’uomo?), 12

 

13. Quel che, ordunque, ha speculato per quanto riguarda questi oggetti siam noi o è l’anima? Beh, siam noi, altresì coll’anima. Come la mettiamo dunque con questo “coll’anima”? Forse si specula per il fatto d’averla? Beh, nella misura in cui siam anima. Quindi non si muoverà? Bisogna dotare essa d’un tale movimento, che non è quello dei corpi, |5| tutt’altro: è la vita di essa. Anche l’intellezione, dunque, è nostra in questo modo, giacché l’anima è anche intellettuale e l’intellezione è la sua vita migliore, che ha luogo sia quando l’anima intuisce intellettualmente sia quando l’Intelletto agisce in noi: anche questo, infatti, è parte di noi e verso questo transitiamo in alto.

 

La traduzione dal greco è condotta sul testo della seguente edizione commentata: Plotino, Che cos’è l’essere vivente e che cos’è l’uomo?: I 1 [53]. Introduzione, testo greco, traduzione e commento di Carlo Marzolo. Prefazione di Cristina D’Ancona, Pisa 2006.

 

Brano iniziale: Plotino, Enneade I 1 (53: Che cos’è il vivente e che cos’è l’uomo?), 1

 

 


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