Platone, Teeteto (44)
Platone, Teeteto (44)
Giu 26
Brano precedente: Platone, Teeteto (43)
SOCRATE [204a] La cosa abbia dunque la struttura che adesso professiamo: il composto è un’unica idea generata a partire dai singoli tocchi elementari armonizzati l’uno coll’altro, nell’insieme alfabetico e similmente in tutti gli altri insiemi.
TEETETO Ebbene sì, assolutamente.
SOCRATE Quindi non devono esservi parti di esso.
TEETETO Perché dunque?
SOCRATE Giacché, quando vi sono parti, è necessario che l’intero sia tutte le parti. O giudichi anche l’intero, generato a partire dalle parti, una qualche idea unica altra da tutte le parti?
TEETETO Io sì, ecco.
SOCRATE Dunque proclami che il tutto e l’intero son la stessa cosa oppure [204b] che l’uno è diverso dall’altro?
TEETETO Benché non esibisca nulla di chiaro, giacché inciti a rispondere coraggiosamente, rischiando giudico che è diverso.
SOCRATE Beh, il coraggio, o Teeteto, è retto; bisogna dunque ispezionare se lo è anche la risposta.
TEETETO Dunque si deve, ecco.
SOCRATE Orbene l’intero differisce dal tutto, come argomenta il giudizio d’adesso?
TEETETO Sì.
SOCRATE Che dici dunque? Tutte le cose ed il tutto è possibile che differiscano? Ad esempio, quando diciamo uno, due, tre, quattro, cinque, sei, e [204c] quando diciamo due volte tre o tre volte due o quattro e due oppure tre e due ed uno, in tutti questi casi diciamo la stessa cosa o cose alternative?
TEETETO La stessa cosa.
SOCRATE Forse qualcosa d’altro dal sei?
TEETETO Null’altro.
SOCRATE Quindi non abbiamo parlato, in tutte le occorrenze, in ciascuna espressione del sei?
TEETETO Sì.
SOCRATE Ancora dunque: dicendo il tutto non diciamo null’altro?
TEETETO Di necessità.
SOCRATE Qualcosa d’altro dalle sei unità?
TEETETO Null’altro.
SOCRATE [204d] Allora nell’insieme, ecco, di quanto è espresso dal numero attribuiamo “il tutto” e “tutte le cose” alla stessa cosa?
TEETETO Pare.
SOCRATE Parliamo dunque di queste cose in questo modo: il numero del pletro ed il pletro son la stessa cosa; ecco, è così?
TEETETO Sì.
SOCRATE Dunque allo stesso modo anche quello dello stadio è la stessa cosa dello stadio?
TEETETO Sì.
SOCRATE E così anche quello dell’esercito, ecco, e l’esercito, e similmente per tutte le cose cotali? Infatti il numero totale è per ciascuna di esse l’ente totale.
TEETETO Sì.
SOCRATE [204e] Dunque, il numero di ciascuna di esse è forse qualcosa d’altro dalle parti?
TEETETO Null’altro.
SOCRATE Ordunque, tutte quante le cose che hanno parti sono forse composte di parti?
TEETETO Pare.
SOCRATE S’è dunque concordato assieme d’argomentare questo, ecco: tutte le parti sono il tutto, se per davvero anche il numero totale è il tutto.
TEETETO In questo modo.
SOCRATE L’intero, allora, non è composto di parti. Infatti sarebbe un tutto se fosse tutte le parti.
TEETETO Non sembra.
SOCRATE La parte, ordunque, è ciò che è se lo è di qualcosa d’altro dall’intero?
TEETETO Del tutto, ecco.
SOCRATE [205a] Valorosamente, ecco, o Teeteto, ti batti. Il tutto, ordunque, non è se stesso, questo tutto, quando non gli manca nulla?
TEETETO Di necessità.
SOCRATE L’intero, dunque, non sarà questa stessa cosa, ciò da cui nulla in nessuna maniera dista? Ciò, invece, da cui disti qualcosa non è né intero né tutto, risultando simultaneamente la stessa cosa per la stessa ragione?
TEETETO Mi sembra adesso che in nulla differiscano tutto ed intero.
SOCRATE Quindi non argomentavamo che, quando una cosa è composta di parti, l’intero ed il tutto saranno tutte le parti?
TEETETO Ecco, assolutamente.
La traduzione si basa sull’edizione critica di Hicken: Plato, Theaetetus, edit. W.F. Hicken, in Platonis Opera, Tomus I, tetralogias I-II continens, recognoverunt brevique adnotatione critica instruxerunt E.A. Duke, W.F. Hicken, W.S.M. Nicoll, D.B. Robinson et J.C.G. Strachan, Oxford University Press, Oxford 1995.
Brano seguente: Platone, Teeteto (45)