Platone, Teeteto (43)
Platone, Teeteto (43)
Giu 22
Brano precedente: Platone, Teeteto (42)
SOCRATE Ti garba quindi e poni in questa maniera che conoscenza è opinione vera accompagnata da logos?
TEETETO Ebbene sì, precisamente.
SOCRATE [202d] Forse, o Teeteto, adesso in questo modo, questo giorno, abbiamo afferrato ciò che da tempo molti dei sapienti han cercato, invecchiando prima d’averlo trovato?
TEETETO A me, ecco, sembra, o Socrate, che sia argomentato bene quello che adesso è stato verbalizzato.
SOCRATE Ed è verosimile, ecco, che questo esibisca quest’aspetto; ed infatti quale conoscenza potrebbe ancora esservi separatamente dal logos e dalla retta opinione? Comunque un qualcosa dei ragionamenti verbalizzati non mi garba.
TEETETO Qual è questa cosa dunque?
SOCRATE Ciò che sembra essere argomentato nei modi più raffinati: che, mentre i tocchi elementari sono inconoscibili, [202e] il genere dei composti è conoscibile.
TEETETO Non è quindi enunciato rettamente?
SOCRATE Bisogna vedere dunque: come, ecco, ostaggi dell’argomento abbiamo gli esempi che usò colui che enunciò tutti questi argomenti.
TEETETO Quali dunque?
SOCRATE Le lettere-elementi e le sillabe-composti dell’alfabeto. O credi che colui che enunciò gli argomenti sui quali ragioniamo li enunciasse mirando altrove?
TEETETO No, bensì a questi.
SOCRATE [203a] Saggiamoli dunque riprendendoli, o meglio saggiamo noi stessi, se abbiamo imparato l’alfabeto in questo modo o non in questo modo. Riferisci per prima cosa: mentre le sillabe-composti hanno logos, le lettere-elementi non hanno logos?
TEETETO Si vede di sì.
SOCRATE Ebbene sì, pare anche a me, assolutamente. Ecco, se qualcuno chiedesse sulla prima sillaba-composto di “Socrate” in questo modo qui: “O Teeteto, di’ che cos’è SO”, che cosa risponderesti?
TEETETO Che è esse ed o.
SOCRATE Quindi hai questo logos della sillaba-composto?
TEETETO Io sì, ecco.
SOCRATE [203b] Avanti dunque: enuncia in questo modo anche il logos della esse.
TEETETO E come potrà qualcuno enunciare le lettere-elementi della lettera-elemento? Ordunque, o Socrate, la esse è nel novero delle mute, è solo un suono, come della lingua sibilante; invece la bi, come la più parte delle lettere-elementi, non è né voce né suono. Cosicché si ha del tutto buon senso nell’argomentare che esse non hanno logos: ecco che le sette di esse che son distinguibili nel modo più chiaro* hanno solo voce, mentre non hanno alcun logos.
SOCRATE Orbene, su questo punto qui, o sodale, abbiamo rettamente concluso per quanto concerne la conoscenza.
TEETETO Pare che abbiamo rettamente concluso.
SOCRATE [203c] Che dici dunque? Abbiamo forse rettamente dimostrato questo: la lettera-elemento non è conoscibile ma la sillaba-composto sì?
TEETETO Si vede di sì, ecco.
SOCRATE Riferisci dunque: giudichiamo che la sillaba-composto è ambedue le lettere-elementi, e se sono più di due, tutte le lettere, oppure una qualche idea unica generata dalla combinazione di esse?
TEETETO A me, ecco, sembra che sia tutte quante le lettere assieme.
SOCRATE Guarda dunque le due, esse ed o. L’insieme d’ambedue è la prima sillaba-composto del mio nome. Colui che conosce essa che altro conosce se non ambedue loro?
TEETETO [203d] Beh, e con ciò?
SOCRATE Allora conosce la esse e la o.
TEETETO Sì.
SOCRATE Che dici dunque? Le ignora allora ambedue e, pur non conoscendo nessuna delle due, le conosce ambedue?
TEETETO Ma è terribile ed illogico, o Socrate.
SOCRATE D’altronde, toh, se, ecco, è necessario conoscere ciascuna delle due, se per davvero qualcuno vuol conoscere ambedue, è necessario conoscere prima le lettere-elementi qualora egli s’accingesse a conoscere la sillaba-composto, ed in questo modo il nostro bell’argomento se ne andrà scappando.
TEETETO Eccome, ecco, ex abrupto.
SOCRATE Infatti non lo custodiamo bene. Bisognerebbe, ecco forse, fare della sillaba-composto non le lettere-elementi ma una qualche idea unica generata da quelle, avente un’unica idea sua per se stessa, altra dunque dalle lettere-elementi.
TEETETO Ebbene sì, assolutamente; e forse, ecco, è meglio in questo modo che in quello.
SOCRATE Bisogna ispezionare e non disperdere in questo modo imbelle un argomento grande e venerabile.
TEETETO Orbene no, ecco.
* Le vocali.
La traduzione si basa sull’edizione critica di Hicken: Plato, Theaetetus, edit. W.F. Hicken, in Platonis Opera, Tomus I, tetralogias I-II continens, recognoverunt brevique adnotatione critica instruxerunt E.A. Duke, W.F. Hicken, W.S.M. Nicoll, D.B. Robinson et J.C.G. Strachan, Oxford University Press, Oxford 1995.
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