Temi e protagonisti della filosofia

Platone, Teeteto (42)

Platone, Teeteto (42)

Giu 19

 

 

Brano precedente: Platone, Teeteto (41)

 

TEETETO   Ciò, ecco, per me, o Socrate, pur avendolo ascoltato da qualcuno, era latente, adesso invece mi vien in mente: professò, dunque, che [201d] conoscenza è l’opinione vera accompagnata da logos, mentre quella alogica è esterna alla conoscenza, e che le cose delle quali non v’è logos sono non conoscibili, anche così le denominava, quelle che invece l’hanno son conoscibili.

SOCRATE   Argomenti proprio bene. Di’, ordunque, come distingueva queste, le conoscibili, e le non conoscibili, sentiamo se tu e io abbiamo ascoltato gli stessi argomenti.

TEETETO   D’altra parte non so se lo scoprirò; comunque, se un altro ne parla, come ritengo, allora potrei mettermi nel suo solco.

SOCRATE   Ascolta dunque un sogno in cambio d’un sogno. A me infatti, a mia volta, sembrava di sentire da alcuni [201e] che i primi, per così dire, tocchi, dai quali noi e le altre cose siam composti, non hanno logos. In se stesso, infatti, ciascuno è solo nominabile, non è possibile dunque predicare null’altro, né che è né che non è, giacché, ecco, [202a] s’effettuerebbe l’aggiunta dell’essere e del non essere, mentre non si deve riferirgli nulla, se per davvero qualcuno intende parlare solo di quella cosa in se stessa. Sicché neppure l’”in sé” né il “quello” né il “ciascuno” né il “solo” né “questo” vanno aggiunti, né le molte altre determinazioni cotali: queste, ecco, percorrendo l’intorno, son riferite a tutte le cose, pur essendo altre da quelle cose alle quali fanno aggiunta, mentre si dovrebbe, se per davvero fosse possibile determinare la cosa stessa e s’avesse il suo proprio logos, definirla senza l’insieme di tutte queste altre determinazioni. Ora invece è impossibile [202b] che uno qualunque dei primi sia espresso con un logos: non v’è infatti per esso altra possibilità che esser nominato soltanto ‒ ha infatti solo il nome ‒ mentre le cose composte da questi, siccome esse son coimplicate, così anche i nomi di esse, coimplicati, ingenerano logoi: infatti l’essenza del logos è esser coimplicazione di nomi. In questo modo, dunque, i tocchi elementari sono alogici ed inconoscibili, percepibili comunque; i composti invece son conoscibili e verbalizzabili ed opinabili dall’opinione vera. Quando, ebbene, qualcuno di qualche cosa piglia l’opinione vera senza il logos, [202d] la sua anima è nel vero per quanto concerne essa, eppure non la conosce: infatti colui che non è capace di rendere e ricevere logos non è conoscitore per quanto concerne questa cosa; annessovi, invece, il logos, diventa capace di tutte queste cose ed esibisce perfezione rispetto alla conoscenza. Tu il sogno l’hai ascoltato in questo modo od altrimenti?

TEETETO   Ebbene sì, in questo modo, in tutto e per tutto.

 

La traduzione si basa sull’edizione critica di Hicken: Plato, Theaetetus, edit. W.F. Hicken, in Platonis Opera, Tomus I, tetralogias I-II continens, recognoverunt brevique adnotatione critica instruxerunt E.A. Duke, W.F. Hicken, W.S.M. Nicoll, D.B. Robinson et J.C.G. Strachan, Oxford University Press, Oxford 1995.

 

Brano seguente: Platone, Teeteto (43)

 

 


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