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Platone, Teeteto (39)

Platone, Teeteto (39)

Apr 03

 

 

Brano precedente: Platone, Teeteto (38)

 

SOCRATE   [198d] Quindi noi, immaginando il paragone del possesso e della caccia dei colombi, diremo che questa caccia è duplice, l’una prima di possedere in vista del possedere, l’altra per il possessore in vista del prendere ed avere nelle mai le cose che già possedeva. In questo modo, dunque, anche conoscenze di cose che già erano sue, giacché le aveva imparate e le conosceva, è possibile che le impari daccapo, riprendendo la conoscenza di ciascuna ed avendo quella che già possedeva pur non avendola sottomano nel pensiero?

TEETETO   Vero.

SOCRATE   [198e] Questo dunque chiedevo poco fa, come bisogna usare i nomi per parlare di queste cose, quando l’aritmetico inizia a contare od il grammatico a leggere qualcosa, siccome già conosce in tal ambito, s’avvia daccapo ad imparare da se stesso le cose che conosce?

TEETEO   Ma è assurdo, o Socrate.

SOCRATE   In alternativa professeremo che egli leggerà e conterà cose che non conosce, [199a] benché l’abbiamo reso conoscitore di tutte le lettere e d’ogni numero?

TEETETO   D’altronde anche questo è illogico.

SOCRATE   Vuoi quindi che diciamo che delle denominazioni nulla ci cale, in qualunque maniera si gradisca tirare la denominazione conoscere e la denominazione imparare; invece, giacché abbiamo definito che altro è il possedere la conoscenza altro l’averla, professiamo che è impossibile che qualcuno non possieda ciò di cui s’è impossessato, cosicché non avviene mai che ciò che qualcuno conosce non lo conosca, mentre è possibile che assuma una falsa opinione per quanto riguarda esso? [199b] È infatti possibile che non abbia la conoscenza di questo, ma un’altra anziché quella, allorquando, andando come a caccia di una qualche conoscenza, sbagliando ne prende una d’alternativa anziché l’altra siccome svolazzano; allora crede che l’undici sia dodici, avendo preso la conoscenza dell’undici, la quale è in lui stesso, anziché quella del dodici come una tortora anziché una colomba.

TEETETO   Ecco, ha senso.

SOCRATE   Quando invece ha preso, ecco, quella la cui presa ha come obiettivo, allora non fallisce ed opina gli essenti, ed in questo modo, dunque, vi sono l’opinione vera e la falsa, [199c] e di quelle difficoltà che nei precedenti ragionamenti infastidivano nessuna si genera tra i piedi? Forse quindi professerai questo con me; oppure, come farai?

TEETETO   Così.

 

La traduzione si basa sull’edizione critica di Hicken: Plato, Theaetetus, edit. W.F. Hicken, in Platonis Opera, Tomus I, tetralogias I-II continens, recognoverunt brevique adnotatione critica instruxerunt E.A. Duke, W.F. Hicken, W.S.M. Nicoll, D.B. Robinson et J.C.G. Strachan, Oxford University Press, Oxford 1995.

 

Brano seguente: Platone, Teeteto (40)

 

 


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