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Platone, Teeteto (32)

Platone, Teeteto (32)

Mar 02

 

 

Brano precedente: Platone, Teeteto (31)

 

SOCRATE   Allora né così né come prima, poco fa, avevamo ispezionato è possibile in noi falsa opinione.

TEETETO   Ecco dunque, no.

SOCRATE   Orbene, forse quel che appelliamo in questo modo è generato così?

TEETETO   Come?

SOCRATE   Professiamo che è falsa opinione una qualche opinione su altro, [189c] come quando qualcuno professa che qualcuno degli essenti è un altro degli essenti, scambiandoli l’uno coll’altro nel pensiero. In questo modo, ecco, opina sempre un essente, tuttavia uno anziché un altro, e, giacché si sbaglia su ciò che ispezionava, si potrebbe proclamare giustamente che opina il falso.

TEETETO   Adesso mi sembra che abbia detto cose rettissime. Infatti quando qualcuno opina brutto anziché bello o bello anziché brutto, allora davvero opina il falso.

SOCRATE   È chiaro, O Teeteto, che mi disprezzi e non mi temi.

TEETETO   Perché mai?

SOCRATE   Credo di non sembrarti uno che s’appigli al «davvero… falso», [189d] chiedendo se è possibile che si generi qualcosa di lentamente veloce o gravemente leggero o qualche altro contrario non conforme alla sua natura ma a quella del contrario: contrariamente a se stesso. Rigetto quindi questa obiezione, affinché non t’incoraggi invano. Ti garba dunque, come professi, che l’opinare il falso sia opinare una cosa per un’altra?

TEETETO   A me sì, ecco.

SOCRATE   È possibile allora, conformemente alla tua opinione, affettare il pensiero con qualcosa come fosse altro e non come quello.

TEETETO   Toh, ebbene lo è.

SOCRATE   [189e] Quando, quindi, il pensiero di qualcuno fa quest’operazione, non è anche necessario che esso pensi o entrambe oppure una delle alternative?

TEETETO   Ebbene, è necessario: o insieme, ecco, oppure una per volta.

SOCRATE   Benissimo. Or dunque, dichiari che il pensare è ciò che è per me?

TEETETO   Che dichiari che sia?

SOCRATE   Ragionamento che l’anima dipana da se stessa per quanto riguarda gli argomenti che ispeziona. M’esprimo con te come, ecco, uno che non sa. Di questo, infatti, m’avvedo: pensando sembra non far alcun’altra cosa che dialogare, [190a] chiedendo a se stessa ed essa stessa rispondendo, sia affermando sia negando. Quando, dunque, arrivando al traguardo di definire, sia lentamente sia con maggior impeto d’acume, ormai professa questa stessa definizione e non dubita, facciamo di questa la su opinione. Cosicché io, ecco, chiamo l’opinare ragionare e l’opinione ragionamento verbalizzato, non comunque ad un altro né a voce, ma in silenzio a se se stesso. Tu dunque che dici?

TEETETO   Anch’io.

SOCRATE   Quando, allora, qualcuno opina una cosa per un’altra, professa anche a se stesso, come sembra, che una cosa è l’altra.

TEETETO   [190b] Beh, e con ciò?

SOCRATE   Rammemora dunque se hai mai detto a te stesso che assolutamente, toh, il bello è brutto o l’ingiusto giusto. Oppure, il punto capitale tra tutti, ispeziona se hai mai tentato di persuadere te stesso che assolutamente la tal cosa è un’altra, o tutt’al contrario neppure nel sonno giammai oseresti dire a te stesso che in tutto e per tutto il dispari è pari o qualcos’altro di cotale.

TEETETO   Dici il vero.

SOCRATE [  190c] Credi dunque che qualcun altro, sano o malato, osi seriamente dire a se stesso, persuadendosene, che è necessario che il bue sia cavallo od il due uno?

TEETETO   Per Giove, io no, ecco.

SOCRATE   Quindi se il ragionare con se stesso è opinare, nessuno che argomenti ed opini, ecco, entrambe le cose ed entri in contatto con entrambi gli oggetti coll’anima potrebbe dire ed opinare che l’uno è l’altro. Bisogna dunque che tu mi conceda il gioco di parole*: lo argomento, ecco, in questa maniera, [190d] che nessuno opina che il brutto è bello o qualcos’altro di cotale.

TEETETO   Altroché, o Socrate, lo concedo, anche a me sembra come argomenti.

SOCRATE   È allora impossibile che colui che opina entrambe le cose opini che l’una, ecco, sia l’altra.

TEETETO   Sembra.

SOCRATE   D’altronde colui che opina solo, ecco, una delle alternative, mentre non opina l’altra in alcuna maniera, giammai opinerà che l’una sia l’altra.

TEETETO   Dici il vero: sarebbe necessitato, infatti, ad entrare in contatto anche con ciò che non opina.

SOCRATE   Allora né a chi opina entrambe né a chi opina una delle alternative è concesso opinare una per l’altra. [190e] Cosicché se qualcuno definirà falsa opinione l’opinare una cosa per un’altra, allora non argomenterà nulla di razionale: né, infatti, in questa maniera né conformemente agli argomenti precedenti pare che in noi sia possibile falsa opinione.

TEETETO   Sembra di no.

 

* Intraducibile; il gioco di parole deriva dal fatto che entrambi i termini della formula “l’uno e l’altro” sono espressi da “heteron”.

 

La traduzione si basa sull’edizione critica di Hicken: Plato, Theaetetus, edit. W.F. Hicken, in Platonis Opera, Tomus I, tetralogias I-II continens, recognoverunt brevique adnotatione critica instruxerunt E.A. Duke, W.F. Hicken, W.S.M. Nicoll, D.B. Robinson et J.C.G. Strachan, Oxford University Press, Oxford 1995.

 

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