Temi e protagonisti della filosofia

Platone, Teeteto (26)

Platone, Teeteto (26)

Feb 07

 

 

Brano precedente: Platone, Teeteto (25)

 

TEODORO   Hai parlato ottimamente, o Socrate: ecco, conclusi questi ragionamenti, anch’io devo esser alienato dal risponderti, conformemente agli accordi fatti, in occasione dell’aver termine dell’argomento pertinente a Protagora.

TEETETO   Non prima, ecco, o Teodoro, che Socrate e tu [183c] abbiate disaminato anche coloro che professano che il tutto è stante, come avete promesso poco fa.

TEODORO   Giovane come sei, o Teeteto, insegni ai più vecchi a commettere ingiustizia contravvenendo agli accordi? Piuttosto preparati a rendere ragione a Socrate sugli oggetti rimasti.

TEETETO   Se per davvero, ecco, vuole; avrei comunque udito molto soavemente argomenti pertinenti a ciò di cui parlo.

TEODORO   Chiami “cavalieri al campo” chiamando Socrate ad argomentare: chiedi quindi ed udrai.

SOCRATE   Ma mi sembra, o Teodoro, per quanto concerne, ecco, gli argomenti che mi sollecita [183e] Teeteto, di non dover affidarmi a lui.

TEODORO   Perché dunque non t’affiderai?

SOCRATE   Pur facendomi scrupolo d’ispezionare sfortunatamente Melisso e gli altri che argomentano che il tutto è uno, stante, me ne faccio meno scrupolo rispetto all’ispezionare Parmenide, che è uno solo. Parmenide dunque mi pare, secondo il verso d’Omero, essere

venerando e assieme terribile.*

M’immischiai infatti molto giovane con quest’uomo molto vecchio, [184a] e mi parve avere una certa qual profondità in tutto e per tutto geniale. Pavento quindi che non comprendiamo i giudizi, e molto più che tralasciamo la concettualità che verbalizzò discutendo, e la massima paura è che ciò in vista di cui s’è originato il nostro argomento, pertinente a che cos’è mai conoscenza, divenga inispezionabile sotto l’azione degli argomenti che s’introdurranno inopportunamente se qualcuno si fiderà di essi; e d’altronde l’argomento che adesso suscitiamo è ingestibile ad espletarsi, e se qualcuno l’ispezionasse in appendice, allora patirebbe un’indegnità, e se l’ispezionasse adeguatamente, allungandosi farebbe sparire quello della conoscenza. Non si deve dunque fare nessuna delle due cose, ma [184b] noi dobbiamo tentare colla tecnica maieutica di sciogliere Teeteto dagli argomenti dei quali è pregno pertinenti alla conoscenza.

TEODORO   Altroché: bisogna, se sembra, fare così.
* Cfr. Ilias III 172.

 

La traduzione si basa sull’edizione critica di Hicken: Plato, Theaetetus, edit. W.F. Hicken, in Platonis Opera, Tomus I, tetralogias I-II continens, recognoverunt brevique adnotatione critica instruxerunt E.A. Duke, W.F. Hicken, W.S.M. Nicoll, D.B. Robinson et J.C.G. Strachan, Oxford University Press, Oxford 1995.

 

Brano seguente: Platone, Teeteto (27)

 

 


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