Temi e protagonisti della filosofia

Platone, Teeteto (2)

Platone, Teeteto (2)

Giu 10

 

 

Brano precedente: Platone, Teeteto (1)

 

SOCRATE TEODORO TEETETO

SOCRATE   [143d] Se mi calesse di più dei fatti di Cirene, o Teodoro, che di quelli di qui, allora ti chiederei anche di quelli: se vi sono alcuni dei giovani che si occupano con passione di geometria o di qualche altra disciplina filosofica; invece, ecco, amo quelli meno di questi, e desidero di più sapere quali dei nostri giovani prospettino di divenire ottimi. Questi aspetti dunque io ispeziono per quanto posso, e pongo quesiti anche agli altri, a chiunque veda che i giovani desiderano frequentare. A te dunque non pochissimi s’accostano, [143e] e giustamente: sei valido, infatti, oltre che in altre discipline, anche per quanto riguarda la geometria. Se dunque hai incontrato qualcuno degno di menzione, ne sarei informato con piacere.

TEODORO   Eccome, o Socrate, vale assolutamente la pena per me parlare e per te ascoltare di quale giovane tra i vostri cittadini ho incontrato. Ebbene, se fosse bello, allora avrei assai paura a parlarne, affinché non sembrassi a qualcuno essere invaghito di lui. Ora invece – ma non odiarmi – non è bello, assomiglia invece a te per il naso schiacciato e gli occhi sporgenti; tuttavia ha queste caratteristiche meno di te. [144a] Parlo dunque senza timore. Sappi bene, dunque, che di quelli che ho incontrato – e ne ho accostati molti assai – non ne ho mai conosciuto uno così meravigliosamente ben dotato di natura. Infatti uno che sia così ben dotato per imparare, come sarebbe difficile per un altro, e che sia pure mite in modo così differente, e oltre a questo coraggioso rispetto a chiunque, io, beh, né credevo che fosse nato né vedo che sia nato, ma quelli acuti come lui e perspicaci e di buona memoria sono per lo più anche proclivi alle arrabbiature, e son portati a sbalzare come le navi senza zavorra, [144b] e son per natura più furiosi che coraggiosi, mentre quelli più posati risultano come lenti rispetto all’apprendimento e colmi d’oblio. Costui invece in modo così liscio e incontrastato ed efficace procede nell’apprendimento e nelle ricerche, con molta mitezza, come flusso d’olio fluente senza rumore, che ci si meraviglia che, pur essendo di quell’età, svolga quest’attività in questi contesti.

SOCRATE   Mi dai una buona notizia. Di chi dunque è figlio tra i nostri cittadini?

TEODORO   Ho sentito il nome, però non rammento. Ma eccolo, è [144c] quello nel mezzo tra questi che si appropinquano; poco fa, ecco, nel portico esterno, si ungevano alcuni suoi compagni, questi, e lui stresso, mentre adesso, unti, mi sembra vengano qua. Ma osserva se lo conosci.

SOCRATE   Lo conosco: è figlio di Eufronio di Sunio, anch’egli uomo in toto, ecco o amico mio, tal quale tu descrivi costui, e senz’altro ben reputato, lasciò anche una sostanza assai grande. Invece non so il nome del giovane.

TEODORO   [144d] Teeteto, o Socrate, ecco il nome; la sostanza comunque mi sembra l’abbiano dissipata alcuni tutori. E tuttavia anche rispetto ai possessi è meraviglioso per liberalità, o Socrate.

SOCRATE   Ne parli come di un uomo nobile. Ebbene, invitalo a sedersi qui accanto a me.

TEODORO   Sarà fatto. Teeteto, qui accanto a Socrate.

 

Brano seguente: Platone, Teeteto 3

 

 


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