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Platone, Parmenide (8)

Platone, Parmenide (8)

Mag 19

Brano precedente: Platone, Parmenide (7)

 

«Guarda dunque se, avendosi questo, è possibile che sia statico o si muova». «Ecco, perché no, dunque?» «Perché, muovendosi, ecco allora che o si trasferirebbe o s’altererebbe: [138c] infatti questi sono i soli movimenti». «Sì». «Dunque, alterandosi l’uno in sé stesso, gli sarebbe affatto impossibile essere ancora uno». «Impossibile». «Ecco allora che non si muove secondo alterazione». «Pare di no». «Ma allora si muove trasferendosi?» «Forse». «Ebbene, se l’uno si trasferisse, allora o percorrerebbe una circonferenza ritornando circolarmente nello stesso punto, oppure cambierebbe posto, da uno ad un altro». «Di necessità». «Quindi, percorrendo circolarmente una circonferenza, è necessario che si basi sul centro ed abbia le altre sue parti che si spostano intorno al centro; ma [138d] quale meccanismo sarà mai in grado di traslare circolarmente sul centro quello cui non son propri né centro né parti?» «Nessuno». «Però migrando si genera in posti diversi in momenti diversi e così si muove?» «Ecco sì, se si muove». «Però non è parso impossibile che esso sia comunque in qualcosa?» «Sì». «Ed allora non è ancora più impossibile che vi si generi?» «Non intendo come». «Se qualcosa si genera in qualcos’altro, non è necessario tanto che non sia in esso, siccome sta ancora generandosi in esso, quanto che neanche sia in tutto e per tutto all’esterno di esso, siccome già si sta generando in esso?» «Necessario». «Se qualcos’altro patirà questo, [138e] allora lo patirà solo quel che ha parti: infatti, mentre una parte sarebbe già in lui, un’altra sarebbe simultaneamente all’esterno; quel che invece non ha parti non potrà in nessun modo essere tutt’intero simultaneamente tanto all’interno quanto all’esterno di qualcosa». «Vero». «Dunque non è ancora più impossibile che ciò di cui non ci sono parti e che si dà il caso non sia un intero si generi in qualcosa, giacché non si genera in esso né parte dopo parte né per intero?» «Pare». «Allora non [139a] cambia posto né andando in qualche luogo e generandosi in qualcosa, né tornando allo stesso punto percorrendo una circonferenza, né alterandosi». «Sembra di no». «Allora l’uno è immobile rispetto ad ogni movimento». «Immobile». «Ebbene sì, dichiariamo che è impossibile che esso sia in qualcosa». «Ecco, lo dichiariamo». «Allora non è neppure mai nello stesso luogo». «Perché?» «Perché sarebbe già in quello stesso luogo in cui è». «Beh, assolutamente». «Ma né in sé stesso né in altro era possibile che esso fosse». «Ecco no». «Allora l’uno non è mai nello stesso luogo». «Sembra di no». [139b] «Ma quel che non è proprio mai nello stesso luogo non è né in quiete né statico». «Ed infatti non è possibile». «Allora l’uno – come sembra – né è statico né si muove». «Dunque pare proprio di no».


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