Temi e protagonisti della filosofia

Platone, Filebo (14)

Platone, Filebo (14)

Ott 16

Brano precedente:  Platone, Filebo (13)

 

SOCRATE  Dunque utilizziamo l’esame di queste passioni per questo fine.

PROTARCO  Per quale?

SOCRATE  Argomenteremo che questi dolori e questi piaceri sono veri oppure che sono falsi? O che gli uni sono veri e gli altri no?

PROTARCO   Ma come potrebbero mai, Socrate, essere veri i piaceri o i dolori?

SOCRATE  Ma come potrebbero mai, Protarco, le paure essere vere o false, o le aspettative essere vere oppure no, o le opinioni essere vere o false?

PROTARCO  [36d] Beh, per le opinioni io, ecco, forse in qualche modo concorderei, però per queste altre cose no.

SOCRATE  Come dici? Toh, rischiamo di suscitare qualche discorso assolutamente non da poco.

PROTARCO   Dici il vero.

SOCRATE  Ma, figlio di quel grand’uomo, va esaminato questo: se ciò ha una relazione adeguata con gli argomenti discussi.

PROTARCO  Evidentemente questo sì.

SOCRATE  Toh, allora si deve dire grazie e arrivederci al dilungarsi negli altri argomenti e pure a qualsiasi argomento posticcio in relazione all’obiettivo.

PROTARCO  Correttamente.

SOCRATE  [36e] Dimmi dunque; ecco, lo stupore mi abita sempre fino in fondo per le stesse impasse che or ora abbiamo proposto. Come dici, dunque? I piaceri non sono falsi alcuni, veri altri?

PROTARCO  Come sarebbe mai possibile?

SOCRATE  Dunque, come professi, non v’è nessuno, né in sonno né in veglia, né nella follia né in delirio, cui sembri talvolta di godere, mentre non gode in alcun modo, né, viceversa, sembri di soffrire, mentre non soffre.

PROTARCO  Socrate, tutti presupponiamo che queste cose stiano così.

SOCRATE  Correttamente, forse? O va esaminato se questo è argomentato correttamente o no?

PROTARCO  Va esaminato; così, ecco, io direi.

SOCRATE  [37a] Riguardiamo, dunque, ancor più chiaramente quel che è stato or ora argomentato sul piacere e l’opinione. Ecco: è appunto qualcosa per noi opinare?

PROTARCO  Sì.

SOCRATE  Anche provar piacere?

PROTARCO  Sì.

SOCRATE  Ebbene, anche l’opinato è qualcosa?

PROTARCO  Come no?

SOCRATE  Anche, ecco, quello per cui colui che prova piacere prova piacere?

PROTARCO  Eh, assolutamente sì.

SOCRATE  Quindi l’opinante, sia che opini correttamente sia che opini non correttamente, non abolisce mai ontologicamente, ecco, l’opinare.

PROTARCO  [37b] Come potrebbe mai, ecco?

SOCRATE  Quindi è chiaro che anche colui che prova piacere, sia che provi piacere rettamente sia che lo provi non rettamente, non abolisce mai il provare piacere ontologicamente, ecco.

PROTARCO  Sì, anche questo è così.

SOCRATE  Dunque va esaminato come mai l’opinione ami divenire per noi falsa e vera, mentre il piacere rimane solo vero, pur essendo entrambi, opinare e godere, simili nella sorte di essere.

PROTARCO  Va esaminato.

SOCRATE  [37c] Allora affermi che questo è da esaminare: perché, aggiungendo all’opinione il falso ed il vero, per questo diviene non solo opinione, ma un’opinione che è anche qualificata dall’uno o dall’altro?

PROTARCO  Sì.

SOCRATE  Ecco dunque, oltre a questo, vanno concordati tra noi anche questi altri punti, cioè se per noi, mentre alcune cose sono qualificabili, piacere e dolore sono solo quali sono e non divengono passibili di alcuna qualificazione.

PROTARCO  Chiaro.

SOCRATE  Ma questo non è per nulla, ecco, difficile a vedersi, cioè che anch’essi hanno alcune qualificazioni: da tempo, ecco, abbiam detto che entrambi, dolori e piaceri, divengono grandi e piccoli e forti.

PROTARCO  [37d] Beh, in tutto e per tutto.

SOCRATE  Dunque, ecco che se la malvagità, Protarco, è aggiunta ad uno di loro, professeremo che così un’opinione diviene malvagia, ma anche un piacere diviene malvagio?

PROTARCO  Beh, ma sì, che altro potremo professare, Socrate?

SOCRATE  Che diremo, dunque, se la correttezza od il contrario della correttezza s’aggiungessero loro? Non diremo forse corretta un’opinione se contiene correttezza, ed idem per un piacere?

PROTARCO  Necessario.

SOCRATE  [37e] Ecco, se invece l’opinato fosse sbagliato, allora non andrebbe convenuto che l’opinione, sbagliando, ecco, non è corretta e non opina correttamente?

PROTARCO  Ecco, come potrebbe esser altrimenti?

SOCRATE  Che diremo dunque? Se osserviamo anche un dolore o qualche piacere sbagliare riguardo a ciò per cui ci si addolora o si fa il contrario, lo qualificheremo ‘corretto’ od ‘utile’ o con qualcun altro di questi bei nomi?

PROTARCO  Ma non è possibile, sempreché un piacere si sbagli.

SOCRATE  Ebbene, sembra, ecco, che il piacere spesso si generi in noi non in congiunzione con un’opinione corretta ma in congiunzione con una di falsa.

PROTARCO  Ecco, come no? E, Socrate, [38a] in tali frangenti giudichiamo falsa l’opinione, ecco, mentre il piacere nessuno giammai lo dichiarerebbe falso.

SOCRATE  Ma come difendi animatamente il piacere, Protarco, con l’argomento di adesso!

PROTARCO   Per nulla, ecco; invece argomento ciò che sento dire.

 

 


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