Platone, Filebo (13)
Platone, Filebo (13)
Ott 09Brano precedente: Platone, Filebo (12)
SOCRATE Quindi, non abbiamo or ora affermato che fame e sete e diverse altre affezioni di tal sorta [34e] sono dei desideri?
PROTARCO Sì, per forza.
SOCRATE Allora, rispetto a quale identico appelliamo con un unico nome queste affezioni, che differiscono così tanto?
PROTARCO Per Giove, evidentemente non è facile a dirsi, Socrate, ma ne va parlato lo stesso.
SOCRATE Dunque riprendiamo daccapo da quegli stessi esempi là.
PROTARCO Da dove dunque?
SOCRATE Con ‘aver sete’, ecco, ci riferiamo di volta in volta a qualcosa?
PROTARCO Come no?
SOCRATE Questo, dunque, è ‘essere vuoto’?
PROTARCO Beh, e con ciò?
SOCRATE Orbene, la sete è un desiderio?
PROTARCO Sì, di una bevanda, ecco.
SOCRATE [35a] Di una bevanda, o di riempirsi di una bevanda?
PROTARCO Beh, di riempirsi, credo.
SOCRATE Colui che è vuoto tra noi allora, come sembra, desidera i contrari di quel che patisce: essendo vuoto, ecco che brama riempirsi.
PROTARCO Ecco, chiarissimo.
SOCRATE Che dici quindi? Colui che per la prima volta è vuoto attingerebbe forse da qualche parte, vuoi con la sensazione del riempimento, vuoi con la memoria, quel che né patisce nel tempo presente né ha mai patito nel passato?
PROTARCO E come?
SOCRATE [35b] Ma ecco che professiamo che colui che desidera desidera qualcosa.
PROTARCO Ecco, come no?
SOCRATE Allora, ecco che non desidera quel che patisce. Infatti ha sete, dunque questo è un vuoto; egli dunque desidera il riempimento.
PROTARCO Sì.
SOCRATE Ecco allora che in qualche maniera qualcuno dei componenti dell’assetato dovrebbe essere in contatto col riempimento.
PROTARCO Necessario.
SOCRATE Il corpo, dunque? Impossibile: è vuoto, infatti.
PROTARCO Sì.
SOCRATE Allora resta l’anima ad aver contatto col riempimento; [35c] chiaro che ce l’ha mediante la memoria: ecco, con che altro ancora potrebbe averne contatto?
PROTARCO Quasi sicuro, con null’altro.
SOCRATE Abbiamo in mente quindi qual è la conseguenza che ci viene da questi argomenti?
PROTARCO Quale?
SOCRATE Questo argomento ci dice che non si genera desiderio corporeo.
PROTARCO Come?!
SOCRATE Perché palesa che la tendenza d’ogni vivente è sempre contraria alle passioni di lui.
PROTARCO E molto.
SOCRATE Però l’impulso che, ecco, conduce sulla direzione contraria alle passioni mostra che di fatto c’è memoria dei contrari delle passioni.
PROTARCO Assolutamente sì.
SOCRATE [35d] Allora, avendo dimostrato che la memoria ci conduce verso gli oggetti desiderati, l’argomento ha manifestato che in complesso ogni impulso, ogni desiderio ed il principio d’ogni vivente sono propri dell’anima.
PROTARCO Correttissimo.
SOCRATE Allora l’argomento opta per il fatto che in nessuna maniera il nostro corpo patisce sete o fame o qualcuna di tali passioni.
PROTARCO Verissimo.
SOCRATE E dunque su questi stessi argomenti consideriamo anche questo. Ecco, l’argomento mi pare ci voglia manifestare una qualche idea specifica di vita in queste stesse affezioni.
PROTARCO [35e] In quali? E di quale vita parli?
SOCRATE Nel riempirsi e nello svuotarsi e in tutto ciò che è di pertinenza della conservazione e della distruzione dei viventi, e se qualcuno di noi, venendo ad essere in uno di questi due stati, talora soffre, talaltra invece gode, a seconda dei mutamenti.
PROTARCO È così.
SOCRATE Che avviene dunque quando è in mezzo tra loro?
PROTARCO Come in mezzo?
SOCRATE Mentre soffre per un patimento, si rammenta dei piaceri che, generandosi, estinguerebbero il dolore, però non è ancora pieno; che dire allora? [36a] Possiamo affermare o non possiamo affermare che egli è nel mezzo tra queste passioni?
PROTARCO Possiamo affermarlo, eccome.
SOCRATE Soffrendo interamente oppure godendo interamente?
PROTARCO Per Giove, ma soffre di un doppio dolore: rispetto al corpo nel patimento, rispetto all’anima in un agognare ciò che aspetta.
SOCRATE Com’è, Protarco, che parli di questa duplicità del dolore? Non è che forse, quando uno di noi è vuoto, insiste nella speranza luminosa di riempirsi, [36b] mentre a volte, al contrario, si dispera?
PROTARCO E molto, sì.
SOCRATE Quindi non ti sembra forse che, sperando di riempirsi, goda del ricordare, ma assieme, essendo vuoto, in questo lasso di tempo soffra?
PROTARCO Di necessità.
SOCRATE Allora l’uomo e gli altri viventi soffrono ed assieme godono.
PROTARCO C’è il rischio.
SOCRATE Che avviene dunque quando non ha speranza, mentre è vuoto, di procacciarsi un riempimento? Non è forse allora che si genera il duplice patimento, per quanto riguarda i dolori, che tu avevi or ora creduto [36c] duplice ma vedendolo semplicisticamente?
PROTARCO Verissimo, Socrate.