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Platone, Filebo (12)

Platone, Filebo (12)

Ott 06

Brano precedente:  Platone, Filebo (11)

 

SOCRATE  Ebbene, l’altra idea specifica dei piaceri, che professammo essere dell’anima stessa, è totalmente generata dalla memoria.

PROTARCO  Come?

SOCRATE  A quel che sembra, per prima cosa va capito che cosa mai sia la memoria, e c’è il rischio anzi che ancor prima della memoria vada capito che cosa sia la sensazione, se s’intende da parte nostra far divenire in qualche maniera chiari gli argomenti su di loro.

PROTARCO  Come dici?

SOCRATE  [33d] Delle passioni che di volta in volta riguardano il nostro corpo, poni che le une collassino nel corpo prima di arrivare all’anima, lasciandola così impassibile, mentre le altre attraversino entrambi ed introducano qualcosa, come una scossa, di proprio e comune ad entrambi.

PROTARCO   Sia ammesso.

SOCRATE  Dunque, qualora professassimo che quelle che non attraversano entrambi restano latenti per la nostra anima, mentre quelle che attraversano entrambi non restano latenti, non parleremmo molto rettamente?

PROTARCO  [33e] Ecco, come no?

SOCRATE  Ora, questo ‘restare latente’ non assumerlo in nessun modo come se argomentassi che in esso vi è generazione di oblio: ecco, oblio è uscita di memoria, che, in quello di cui adesso si parla, non è stata ancora generata. Dunque, parlare di una qualche perdita di quel che né è né è stato ancora generato è assurdo. Sì o no?

PROTARCO  Beh, e con ciò?

SOCRATE  Orbene, cambia solo i nomi.

PROTARCO  Come?

SOCRATE  Anziché ‘restare latente per l’anima’, quando essa diviene impassibile alle scosse del corpo, quella che adesso chiami ‘dimenticanza’ [34a] denominala ‘insensibilità’.

PROTARCO  Ho colto.

SOCRATE  Se l’anima ed il corpo vengono accomunati in un’unica passione e si muovono in comune, denominando questo movimento ‘sensazione’ non si parlerebbe in modo sbagliato.

PROTARCO  Verissimo quel che argomenti.

SOCRATE  Quindi ormai intendiamo quel che vogliamo chiamare ‘la sensazione’?

PROTARCO  E con ciò?

SOCRATE  Orbene, giudicando la memoria salvataggio delle sensazioni, la si giudicherebbe rettamente secondo la mia dottrina?

PROTARCO  [34b] Ecco, rettamente.

SOCRATE  Or dunque, non giudichiamo che la reminiscenza differisce dalla memoria?

PROTARCO  Evidentemente.

SOCRATE  Allora non differisce forse in questo?

PROTARCO  In che cosa?

SOCRATE  Quando l’anima le passioni che provò già con il corpo le riprende al massimo grado in sé stessa senza il corpo, allora argomentiamo che ha reminiscenza. Sì o no?

PROTARCO  Beh, assolutamente.

SOCRATE  Ebbene, anche quando, pur avendo perso il ricordo sia d’una sensazione sia d’una rappresentazione mentale, la recupera daccapo in sé stessa, [34c] anche tutto questo in complesso argomentiamo che è reminiscenza.

PROTARCO  Argomenti rettamente.

SOCRATE  Dunque, il motivo per cui è stato detto tutto quanto questo è questo.

PROTARCO  Quale?

SOCRATE  Affinché, in qualche maniera, cogliamo al meglio e nei termini più chiari il piacere dell’anima separato dal corpo, assieme anche al desiderio: ecco, attraverso questi argomenti in qualche modo sembra che entrambi questi concetti siano stati illustrati.

PROTARCO  Toh, adesso argomentiamo, Socrate, di già quel che viene dopo.

SOCRATE  È necessario – così sembra – che esaminiamo discutendo su molte cose, ecco, intorno alla generazione del piacere e su ogni sua forma. [34d] Ed ecco, adesso pare che ancor prima ci sia da capire che cosa sia mai il desiderio e dove si generi.

PROTARCO  Esaminiamo allora: ecco, non abbiam nulla da perdere.

SOCRATE  Beh, perderemo questo, Protarco, ecco: trovato ciò che adesso cerchiamo, perderemo l’impasse per queste aporie.

PROTARCO  Hai replicato correttamente; dunque cimentiamoci ad argomentare quel che segue.

 

 


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