Temi e protagonisti della filosofia

Platone, Eutifrone (2)

Platone, Eutifrone (2)

Giu 22

 

Brano precedente: Platone, Eutifrone (1)

 

SOCRATE   C’è dunque pure per te, o Eutifrone, qualche causa? Sei perseguito o persegui?

EUTIFRONE   Perseguo.

SOCRATE   Chi?

EUTIFRONE   [4a] Perseguendo costui sembrerò impazzito.

SOCRATE   Perché dunque? Persegui qualcuno che vola?

EUTIFRONE   Ecco, gli manca assai per volare: gli capita, ecco, di essere molto vecchio.

SOCRATE   Chi è costui?

EUTIFRONE   Mio padre.

SOCRATE   Tuo padre, o splendido?

EUTIFRONE   Ebbene sì, assolutamente.

SOCRATE   Qual è dunque l’imputazione, ovvero di che cosa lo accusi?

EUTIFRONE   Di omicidio, o Socrate.

SOCRATE   Per Ercole, certamente, o Eutifrone, è ignorato dai più in quale maniera tenere un comportamento corretto in questo caso: infatti credo, ecco, che [4b] si comporterebbe correttamente non il primo capitato, bensì uno spintosi di già lontano in sapienza.

EUTIFRONE   Lontano eccome, per Giove, o Socrate!

SOCRATE   È dunque uno dei familiari colui che è stato ucciso da tuo padre? (1) Non è chiaro forse? Infatti, ecco, per un estraneo non lo accuseresti di omicidio.

EUTIFRONE   È ridicolo, o Socrate, che creda che differisca qualcosa se l’ucciso è estraneo o familiare; invece solo a questo si deve badare: se l’uccisore ha ucciso giustamente o no, e, se giustamente, va bene, se no lo si persegue, perfino se l’uccisore [4c] è un tuo congiunto e commensale: ecco, il miasma si genera ugualmente se, consapevole, convivi con questo tale e non purifichi sia te stesso sia lui trascinandolo in tribunale. Nel caso in oggetto, ecco, il morto era un mio bracciante e, siccome coltivavamo la terra a Nasso, lavorava là presso di noi. Ebbene, ubriaco ed adirato con uno dei nostri servi, lo ammazza. Quindi mio padre, incatenatigli i piedi e le mani, buttatolo giù in un pozzo, manda qua un uomo ad informarsi dall’esegeta (2) su che cosa bisognasse fare. [4d] In tutto questo tempo, dunque, aveva poco riguardo per l’incatenato e lo trascurava quale omicida e come  fosse cosa da nulla se anche fosse morto, la qual cosa, orbene, patì: ecco, morì per fame e per freddo e per le catene prima che fosse arrivato il messaggero da parte dell’esegeta. Di questo dunque si rammaricano mio padre e gli altri familiari, del fatto che io, per un omicida, accusi di omicidio mio padre che neanche ha ucciso, come professano loro, e se anche al limite avesse ucciso, essendo, ecco, un omicida colui ch’è morto, non si dovrebbe darsi pensiero di tale cosa [4e] – è empio, ecco, per il figlio accusare di omicidio il padre –, vedendo male, o Socrate, quanto al divino, che cosa sia di pertinenza del santo e del non santo.

SOCRATE   Tu dunque, per Giove, o Eutifrone, credi di aver così esattamente scienza stabile per quanto concerne le cose divine, e le sante e le non sante, da non aver paura, pur stando queste cose come tu argomenti, che capiti anche a te di esser empio compiendo quest’azione di accusare il padre?

EUTIFRONE   Infatti, ecco, non ci sarebbe alcun’utilità per me, o Socrate, né in alcunché [5a] differirebbe Eutifrone dalla moltitudine degli uomini se non avessi esattamente scienza stabile di tutti gli argomenti di tal sorta.

SOCRATE   Allora per me, o Eutifrone stupendo, è giocoforza divenire discepolo tuo e prima della causa con Meleto proclamargli queste cose, argomentando che io, anche se nel tempo precedente facevo gran conto di saperne sulle cose divine, adesso, poiché egli afferma che io, improvvisando e contemplando novità sulle cose divine, sbaglio, son divenuto dunque discepolo tuo – «E se, o Meleto», direi allora, «concordi che Eutifrone [5b] è sapiente su tali argomenti, ritieni che anch’io consideri rettamente e non denunciarmi; se no, lancia una denuncia a lui, il maestro, prima che a me, siccome corrompe i vecchi, me e suo padre: me insegnando, lui, invece, ammonendolo e punendolo». E se non è persuaso da me né abbandona la denuncia e non accusa te anziché me, saranno da argomentare in tribunale questi argomenti che ho proclamato a lui?

EUTIFRONE   Per Giove, o Socrate, se tenterà [5c] d’accusare me, allora troverò bene, così credo, dove è guasto, ed allora fra di noi ci sarebbe dibattimento in tribunale prima su di lui che su di me.

 

Note

(1) Unico caso in cui era codificata per i figli la possibilità di accusare il padre di omicidio.

(2) Interprete della norma nei casi di difficile applicazione.

 

Brano seguente: Platone, Eutifrone (3)

 

 


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