Platone, Critone (5)
Platone, Critone (5)
Gen 28
Brano precedente: Platone, Critone (4)
SOCRATE Professiamo che in nessun modo bisogna commettere ingiustizia volontariamente, o che in qualche modo si possa commettere ingiustizia e in qualche altro no? O il commettere ingiustizia, ecco, non è in alcun modo né buono né bello, come spesso è stato concordato da parte nostra anche nel tempo precedente? O tutti quegli argomenti su cui ci siamo trovati precedentemente d’accordo in questi pochi giorni sono evaporati, e da tempo, o Critone, per noi, uomini di una tale età, mentre dialogavamo studiosamente l’uno con l’altro, è rimasto forse latente [49b] che noi stessi non differivamo in nulla da dei bambini? O piuttosto le cose stanno così come noi argomentavamo allora: che i più lo professino o no, e che noi dobbiamo patire mali ancora più duri di questi oppure più miti, tuttavia il commettere, ecco, ingiustizia è ad ogni modo una cosa sia cattiva sia turpe per colui che commette ingiustizia? Lo professiamo o no?
CRITONE Lo professiamo.
SOCRATE In nessun modo allora si deve commettere ingiustizia?
CRITONE No, affatto.
SOCRATE Neppure subendo ingiustizia si deve allora ricambiare l’ingiustizia, come i più credono, poiché, ecco, in nessun modo si deve commettere ingiustizia.
CRITONE [49c] Pare di no.
SOCRATE Che dici, ordunque? Si deve fare il male, o Critone, o no?
CRITONE Non si deve affatto, o Socrate.
SOCRATE Che dici dunque? Reagire facendo il male per colui che patisce un male è, come i più professano, giusto o non è giusto?
CRITONE In nessun modo.
SOCRATE Infatti il fare del male agli uomini non differisce per nulla dal commettere ingiustizia.
CRITONE Dici il vero.
SOCRATE Allora non si deve né ricambiare l’ingiustizia né fare del male a nessuno degli uomini, qualunque cosa si patisca ad opera loro. E guarda bene, o [49d] Critone, se concordi con questi argomenti, così da non dirti concorde contro la tua opinione: so infatti che pochi sono e saranno di quest’opinione. Quindi per coloro che son di quest’opinione e per coloro che non lo sono non è possibile deliberazione comune, ma necessariamente costoro si disprezzano l’un l’altro guardando gli uni le deliberazioni degli altri. Ispeziona dunque anche tu al meglio se sei in comunanza d’opinione e se tu concordi con essa ed iniziamo da qui a deliberare, dal principio che non si ha rettitudine né nel commettere ingiustizia, né nel ricambiare l’ingiustizia, né, patendo un male, nel rispondere facendo del male in cambio, o ti distanzi e non [49e] c’è comunanza tra me e te sul principio? Io, ecco, in passato ero e sono ancora adesso di quest’opinione, se tu invece ti sei formato qualche altra opinione, argomenta ed insegna. Se invece rimani fermo agli argomenti di prima, ascolta il seguito.
CRITONE Ma certo, io vi rimango fermo e sono in comunanza d’opinione con te; ma argomenta.