Frammenti morali di Democrito (6)
Frammenti morali di Democrito (6)
Set 21[ad#Ret Big]
Immagini [eidōla] distinte [diaprepea] nel vestito e nell’ornamento [kosmōi], ma vuote di cuore [kardiēs kenea].
L’oblio dei propri difetti genera arroganza [lēthē tōn idiōn kakōn thrasytēta gennai].
Mentre gl’irriflessivi si regolano sui vantaggi della fortuna [anoēmones rysmountai tois tēs tychēs kerdesin], gli esperti [daēmones] di tali cose si regolano su quelli della sapienza [sophiēs].
L’uno [cioè l’animale], nel bisogno, sa quanto ha bisogno [chrēzion oiden hokoson chrēzei]; invece l’altro [cioè l’uomo], nel bisogno, non ne è cosciente [ginōskei].
Gl’irriflessivi [anoēmones], pur avendo a noia [stygeontes] il vivere [to zēn], vogliono [ethelousi] vivere per timore dell’Ade [deimati Haideō].
Gl’irriflessivi vivono non godendosi la vita [anoēmones biousin ou terpomenoi biotēi].
Gl’irriflessivi appetiscono la longevità [dēnaiotētos oregontai] non godendosi la longevità.
Gl’irriflessivi perseguono le cose assenti, ma sciupano le presenti, anche se sono più vantaggiose delle passate [anoēmones tōn apeontōn oregontai ta de pareonta kai parōichēmenōn kerdaleōtera eonta amaldynousin].
Gli uomini, fuggendo la morte, la inseguono [ton thanatos pheugontes diōkousin].
Gli stolti non fanno piacere a nessuno nell’intera loro vita [anoēmones ouden handanousin en holēi tēi biotēi].
Gl’irriflessivi [anoēmones], rincorrendo la vita, rincorrono [oregontai] la vecchiaia timorosi [dedoikotes] della morte.
Gl’irriflessivi, timorosi della morte, vogliono invecchiare [gēraskein ethelousin].
Si deve scegliere [haireisthai chreōn] non ogni [pasan] piacere [hēdonēn], ma quello sopravveniente sul bello [tēn epi tōi kalōi].
La temperanza del padre è il più grande precetto per i figli [patros sōphrosynē megiston teknois parangelma].
Per chi si contiene nel mangiare [autarkeiēi trophēs] la notte non diventa mai lunga.
La fortuna procaccia [tychē paratithēsin] una tavola abbondante [polytelea]; la temperanza invece una sufficiente [autarkea de sōphrosynē].
La temperanza aumenta le gioie e rende ancor più grande il piacere [sōphrosynē ta terpna auxei kai hēdonēn epimeizona poiei].
I sonni diurni [hēmerēsioi hypnoi] sono segno [sēmainousi] o di disturbo del corpo [sōmatos ochlēsin] o d’irrequietezza [adēmosynēn] dell’anima o d’inerzia [argiēn] o d’ineducazione [apaideusiēn].
Il coraggio rende piccole le pene [andreiē tas atas mikras erdei].
Coraggioso [andreios] è chi è più forte [kressōn] non solo dei nemici [tōn polemiōn], ma anche dei piaceri [tōn hēdonōn]. Tuttavia alcuni dominano città, ma sono schiavizzati da una donna [enioi de poliōn men despozousi gynaixi de douleuousin].
Il pregio della giustizia sta nella fermezza e nell’intrepidezza della propria convinzione; il limite dell’ingiustizia sta invece nella paura delle conseguenze [dikēs kydos gnōmēs tharsos kai athambiē adikiēs de deima xymphorēs terma].
La conoscenza inconcussa è imperturbabile, essendo la cosa più degna di tutte [sophiē athambos ataraxiē pantōn timiōtatē eousa].