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Frammenti degli Oracoli caldaici (1)

Frammenti degli Oracoli caldaici (1)

Gen 04

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C’è qualcosa d’intuibile che devi
intuire con il fior dell’intuizione:
se infatti l’intuizione tua inclini
verso quello e l’intuisci come se
intuissi qualche cosa, quello non
intuirai. Inver è forza di possa
di luce circonfusa, con fendenti
intuitivi accecante. Dunque non
devi intuir con veemenza quell’intuibile,
bensì con tenue fiamma d’intuizione
tenue che tutto, eccetto quell’intuibile,
misura; dunque intuir intensamente
questo non devi, ma, recando il santo
sguardo della tua anima distolto,
all’intuibile tendere la vacua
intuizione, sinché l’intuibil tu
sappia, ché esiste fuor dell’intuizione.

Eretto tutto corazzato al culmine
di luce strepitante, di tricuspide
forza armatoti in alma ed intuizione,
getta in cuor la parola d’ordin di
tutto ciò qual segnale di battaglia,
né per fossi infuocati scorrazzare
irradiandoti, ma consolidandoti.

… il padre sé medesimo
sottrasse, sanza chiuder nella sua
intuitiva potenza il proprio fuoco.

Ed è invero con quello la potenza
e da quello promana l’intuizione.

… non con opere infatti
il fuoco trascendente, il primo, chiude
la sua potenza addentro alla materia,
bensì coll’intuizione; è intuizione
d’intuizione difatti l’architetto
dell’igneo cosmo.

Tale quale intuitivo imene, a mo’
di cintura separatoria, ella
separa il fuoco primo ed il secondo
fuoco, i quali si studiano di mescersi.

Tutte le cose il padre terminò
ed a intuizion seconda diede, che
tutti, genere uman, chiamate prima.

presso di lui risiede
la dualità; amendue le cose infatti
ha: contener per entro l’intelletto
gl’intuibili nonché la sensazione
introiettar nei cosmi.

… e dentro l’intuizion tua non tenere

… tutto s’è generato da un sol fuoco.

intuendo il bene in se stesso, laddove
è l’unità paterna.

sottile unità è e genera due.

dal paterno principio non procede
mai difatti qualcosa d’imperfetto.

Il padre non invade colla paura,
ma persuasion riversa.

non sapendo neppur che gli dei tutti
sono buoni, ah inette, digiunate…

… alla mutezza dei
padri, dal dio nutrita…

ed è l’intuibil viveri all’intuente.

che, intuendo, il sovracosmico paterno
abisso avete visto

codesto dio intuisce ogn’intuizione…

infatti sanza intuibile non c’è
intuizione, e l’intuibil separato
da intuizion non sussiste…

… intuibile, l’intuir avente in sé

è infatti tutto, ma intuitivamente.

infatti l’intuizion del padre disse
ch’in tre le cose tutte si spezzassero,
tutto coll’intuizion del padre eterno
pristino governando; come annuì
al suo volere, tutto, ecco, spezzossi.

finché tutte le cose trinità
contenga, col commisurarle tutte.

in principio sia termine sia mezzo,
conforme a serie di necessità.

NOTA: Per un’agile ma profonda interpretazione si rimanda all’edizione curata da Angelo Tonelli (Rizzoli, Milano, 1995). La presente traduzione è condotta sul testo greco e sull’ordine dei frammenti stabiliti da questo studioso.


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2 comments

  1. Stefano Corsi

    Questi oracoli sono davvero (gn)ostici! Pare che chiunque li abbia scritti ritenesse molto importante il concetto di intuizione. Che cosa intendeva con questo concetto?

    • Giulio Giacometti

      Caro Stefano, se non ci fossero pervenuti frammentariamente perderebbero molto del loro ermetismo, ma forse andrebbe distrutta anche parte del fascino del non-finito.
      Ho seguito Tonelli nel rendere la famiglia di ‘nous’ con quella di ‘intuizione’: ‘intelletto’ infatti darebbe a noi moderni un senso di mediazione concettuale alieno al contesto di conoscenza totale ed immediata cui rimandano questi Oracoli.

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