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Evagrio Pontico, Logos praktikos (6)

Evagrio Pontico, Logos praktikos (6)

Apr 13

Brano precedente: Evagrio Pontico, Logos praktikos (5)

 

Suggerimenti

40. Non è possibile in ogni momento eseguire il consueto canone, ma si deve far attenzione al momento opportuno e tentare di compiere i comandamenti ricevuti quanto meglio è possibile. Ecco, gli stessi demoni non ignorano tali momenti opportuni. Perciò, muovendosi contro di noi, vietano di generare le cose possibili e ci obbligano ad agire per generare le impossibili: ed ecco, vietano agli infermi di ringraziare nei dolori e di tollerare le somministrazioni; dunque spingono all’inverso i languenti a digiunare ed i gravi a salmodiare stando in piedi.

41. Quando siam costretti a spendere un po’ di tempo in città od in villaggi, allora soprattutto saremo con i mondani attenendoci gagliardamente all’autocontrollo, non sia mai che l’intelletto, impinguato e privato della consueta concentrazione per la circostanza presente, faccia qualche azione trascurata e divenga fuggitivo, spinto dai demoni.

42. Non pregare subito quando sei tentato: prima di’ qualche parola con ira contro l’oppressore: quando, ecco, la tua anima è plagiata da questi pensieri, avviene che neppure la preghiera si generi pura; se invece dici con ira qualcosa contro di loro, confonderai e farai sparire le concezioni degli oppositori. Questo, ecco, l’ira opera per natura anche in occasione delle buone concezioni.

43. Si deve dunque anche esser coscienti delle differenze dei demoni ed interpretare i loro momenti opportuni:

lo vedremo dunque dai pensieri, ed i pensieri, dunque, dalle loro creazioni: vedremo chi, dei demoni, è raro e più gravoso, e quali continuano e son più leggeri, e chi son quelli che assaltano assieme in massa e rapiscono l’intelletto nella blasfemia.

Questo dunque è necessario vedere, affinché, quando i pensieri iniziano ad eccitare le proprie materie, prima che veniamo espulsi molto lontano dallo stato familiare, parliamo loro ed indoviniamo quello che è presente; allora così, ecco, progrediremo facilmente con Dio, e, stupendoli, pur addolorati, faremo sì che volino via da noi.

44. Quando, lottando contro i monaci, i demoni son impotenti, allora, ritirandosi per un po’, osservano quale delle virtù nel mentre è trascurata, ed in quella sopraggiungendo improvvisamente devastano la misera anima.

45. I demoni malvagi attirano in aiuto i demoni più malvagi di loro; seppur secondo le disposizioni sian contrari l’uno all’altro, son consonanti solo nella distruzione dell’anima.

46. Non ci turbi, dunque, il demone che rapisce l’intelletto nella blasfemia contro Dio ed in quelle fantasie interdette alle quali io non ho neppure osato dare forma scritta, né estirpi la nostra aspirazione: conoscitore del cuore, ecco, è il Signore e vede che neppure quando eravamo nel mondo smaniavamo per tale follia. Scopo, dunque, per questo demone è che noi posiamo dal pregare affinché non stiamo davanti al Signore nostro Dio né osiamo stendere le mani siccome abbiamo riflettuto su tali pensieri.

47. Diviene simbolo delle passioni nell’anima o qualche parola proferita od un movimento generato dal corpo, mediante cui i nemici percepiscono se abbiamo dentro i loro pensieri ed abbiamo le doglie o se, ributtandoli, ci preoccupiamo della nostra salvezza. Ecco: solo Dio, che ci creò, conosce stabilmente l’intelletto ed Egli non ha bisogno di simboli per conoscere le cose nascoste nel cuore.

 

Brano seguente: Evagrio Pontico, Logos praktikos (7)

 

 


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