Evagrio Pontico, Logos praktikos (1)
Discorso pratico
Evagrio Pontico, Logos praktikos (1)
Mar 19Prologo (Lettera ad Anatolio)
[1.] Poiché dal Monte Santo hai scritto recentemente a me che risiedo a Scetis, carissimo fratello Anatolio, e mi hai richiesto d’illustrarti l’abito simbolico dei monaci d’Egitto ‒ infatti non consideri né casuale né superfluo che esso abbia tale lontananza dal resto degli abiti delle persone ‒ forza, ti enuncerò quanto abbiamo imparato dai santi padri su di esso.
[2.] Il cappuccio è simbolo della grazia del Salvatore nostro Dio, la quale ripara il loro egemonico e accudisce la loro infanzia in Cristo contro coloro che tentano di colpirla sempre e ferirla. Quanti allora lo portano sulla testa salmodiando cantano potentemente questi versi:
Se il Signor non costruisse il domicilio
Né guardasse la rocca, inutilmente
Costruttor e guardian faticherebbero (Sal, 127, 1).
Tali parole, dunque, inducono all’umiltà, sradicano dunque la superbia, il male primordiale, che precipitò a terra Lucifero, precedentemente innalzatosi (Is, 14, 12).
[3.] Il tener nude le mani, poi, illustra la non ipocrisia della loro regola: formidabile, ecco, è la vanagloria nel coprire e adombrare le virtù, giacché prendiamo sempre gloria gli uni dagli altri e non cerchiamo la gloria che viene dal solo Dio.
Come potete – ecco che dice – aver fede prendendo gloria gli uni dagli altri e non cercando la gloria che viene dal solo Dio? (Gv, 5, 44)
Infatti, il bene non deve essere scelto per nient’altro che per se stesso: se, ecco, non si desse questo, parrà che ciò che c’incita all’opera del bene sia oggetto di molto più stimabile del bene, il che – concepire e giudicare qualcosa migliore di Dio – sarebbe una delle massime assurdità.
[4.] Inoltre, lo scapolare cruciforme applicato attorno alle loro spalle è simbolo della fede in Cristo, la quale sostiene i miti e permette loro sempre, anche se ci sono ostacoli, di approntare senza impedimento l’opera.
[5.] La cintura stretta intorno ai loro lombi, poi, sconfigge tutta l’impurità ed enuncia:
È bene per l’uomo non toccare donna (I Cor, 7, 1).
[6.] Hanno la pelle di pecora, poi, coloro che riportano nel corpo la morte di Cristo (II Cor, 4, 10) e mettono la museruola a tutte le passioni irrazionali del corpo, percuotendo anche le malvagità dell’anima con la comunione col bene
e amando la povertà, fuggendo dunque l’avidità come madre dell’idolatria (Col, 3, 5).
[7.] Il bastone, poi, è albero della vita, sicuro per coloro che l’hanno innanzi e si appoggiano ad esso come al Signore (Prov, 3, 18).
[8.] Ebbene, l’abito è simbolo, come in epitome, di queste cose; queste sono dunque le parole che i padri dicono sempre loro:
La fede, o figli, vien rinsaldata dal timor di Dio,
e questo, a sua volta, dalla continenza;
questa, dunque, è resa inflessibile da perseveranza e speranza,
dalle quali è partorita l’impassibilità,
da cui è generato l’amore;
l’amore, dunque, è porta della conoscenza fisica,
cui succede la teologia e l’estrema beatitudine.
[9.] E sull’abito sacro e l’insegnamento degli anziani tanto sia da noi detto nell’occasione presente.
Introduzione
Per quel che invece riguarda la vita sia pratica sia conoscitiva adesso descriveremo non quanto abbiam visto ed ascoltato, ma quanto di essa abbiam imparato da loro a dire anche agli altri, dividendo riassuntivamente gli argomenti pratici in cento capitoli e i conoscitivi in cinquanta più seicento, sia pur avendone occultati alcuni e adombrati altri affinché non diamo le cose sacre ai cani né lanciamo le perle innanzi ai maiali (Mt, 7, 6). Queste cose comunque saranno trasparenti per coloro che sono sulla loro traccia.
Discorso pratico
Cento capitoli
1. Cristianesimo è la dottrina del Salvatore nostro Cristo costituita da scienza pratica, scienza fisica e teologia.
2. Regno dei Cieli è impassibilità dell’anima accompagnata da conoscenza vera degli essenti.
3. Regno di Dio è conoscenza della santa Trinità coestensiva alla costituzione dell’intelletto e mettente incorruttibilità sopra esso.
4. Qualunque oggetto qualcuno concupisca, si proietta pure totalmente su di esso. E ciò su cui si proietta, lotterà pure per coglierlo; e, mentre il desiderio dà inizio a ogni piacere, la sensazione partorisce il desiderio: ecco, ciò che non partecipa della sensazione è anche libero da passione.
5. Contro gli anacoreti i demoni combattono nudi; contro coloro che, invece, lavorano sulla virtù nei cenobi o nelle comunità armano i più trascurati dei fratelli.
La seconda guerra, dunque, è di molto più leggera della prima perché non è possibile trovare sulla terra uomini più pungenti dei demoni o sopportanti tutta assieme la loro malvagità.
Nota
La traduzione è condotta sul testo greco reso disponibile da Luke Dysinger, O.S.B., al seguente indirizzo: http://www.ldysinger.com/evagrius/01_Prak/00a_start.htm
Brano seguente: Evagrio Pontico, Logos praktikos (2)