Eschilo, Agamennone 160-83 (inno a Zeus)
Eschilo, Agamennone 160-83 (inno a Zeus)
Gen 27
Giove, chiunque egli sia, se è così che gli
è caro chiamarsi,
così lo invoco:
non ho da rappresentare enti,
su tutti sostando con scienza stabile,
tranne Giove, se l’ingannevole peso dal ricordo
bisogna espellere autenticamente;
e di colui che in precedenza era magno,
di pugnace audacia colmo,
neppure leggenda sarà che prima era;
e chi dipoi fu
è svanito colpito dal trionfatore;
ma chi di Giove propiziamente lauda le vittorie
coglie pensando il tutto,
di colui che ha avviato i mortali a pensare,
che a «dal patire alla mente»
fece avere valore come legge suprema;
ma stilla nel sonno davanti al cuore
pena memore di ferite, eppur anche a coloro che non
vogliono giunge il pensare che salva:
di dèi distributori dunque c’è grazia che vitalmente
su seggio sacro seggono.