Diogene Laerzio su Stratone di Lampsaco (V, 58-64)
Diogene Laerzio su Stratone di Lampsaco (V, 58-64)
Mar 13
58 A Teofrasto, dunque, succedette come diadoco nella direzione della scuola Stratone figlio di Arcesilao, di Lampsaco, di cui costui fece eziandio menzione nelle disposizioni testamentarie; era uomo molto eletto ed era chiamato coll’appellativo di “Fisico” perché si è occupato di questa teoria con una disposizione molto più sagace di quella presentata da chiunque altro. Fu altresì maestro precettore di Tolemeo Filadelfo, e tramandano la fama che abbia ricevuto da costui ottanta talenti; dunque, incominciò lo scolarcato – questo viene riferito da Apollodoro nella Cronologia – in concomitanza con la centoventritreesima Olimpiade, e fece da capo alla scuola per diciotto anni.
Si tramandano di costui:
- Sulla regalità, tre libri,
- Sulla giustizia, tre libri,
- Sul bene, tre libri,
- Sugli dei, tre libri,
- Sui principi, tre o due libri,
- 59 Sui generi di vita,
- Sull’eudemonia,
- Sulla filosofia regale,
- Sul coraggio,
- Sul vuoto,
- Sul cielo,
- Sullo pneuma,
- Sulla natura umana,
- Sulla generazione degli animali,
- Sulla mistione,
- Sul sonno,
- Sul sogno,
- Sulla vista,
- Estesiologia,
- Sulla soavità,
- Sui morbi,
- Sulle crisi,
- Sulle potenze dinamiche,
- Sugli oggetti metallici,
- Meccanica,
- Sulle vertigini e sugli stordimenti,
- Sul leggero e sul grave,
- Sull’entusiasmo,
- Sul tempo,
- Sul nutrimento e sull’aumento,
- Sugli animali pertinentemente ai quali sorgono aporie,
- Sulla zoologia mitica,
- Sulle cause,
- Soluzioni di aporie,
- Proemi di Luoghi,
- Sull’accidente,
- Sul riguardo,
- 60 Sul più e sul meno,
- Sull’ingiusto,
- Sul prima e sul dopo,
- Sul genere primo,
- Sul peculiare,
- Sul futuro,
- Due refutazioni di scoperte,
- Commentari, la cui autenticità è stata sottoposta al dubbio,
- Epistolario, il cui inizio è questo: «Stratone ad Arsinoe: porto l’augurio che ti si presenti il meglio».
Son 332.430 stichi.
È fama che costui sia divenuto tanto esile da trapassare inconsapevolmente.
V’è anche un nostro componimento indirizzato a costui, che ha questo tenore:
Era uomo dall’esile fisico (se non te ne preoccupi, mi va bene);
Stratone è costui, di cui ti favello,
che Lampsaco già generò; eternamente, dunque, coi morbi in lotta,
morì latente, né se n’accorse.
61 Son nati, dunque, otto Stratone: primo, un allievo d’Isocrate; secondo, questo nostro; terzo, un medico, discepolo d’Erasistrato – mentre, secondo alcuni, era figlio adottivo di costui –; quarto, uno storico, che ha descritto le azioni portate contro i Romani da Filippo e Perseo; [lacuna]; sesto, un poeta di epigrammi; settimo, un medico antico, come riferisce Aristotele; ottavo, un peripatetico, vissuto in Alessandria.
Di questo “Fisico”, dunque, si tramandano anche disposizioni testamentarie siffatte:
«Faccio queste disposizioni testamentarie, casomai mi accadesse qualche infortunio. Lascio tutti i beni che ho nella mia villa natale a Lampirione e ad Arcesialo. Attingendo, dunque, dalle mie sostanze in argento ad Atene, in primis gli esecutori si preoccupino del funerale e di quanto afferisce alle opportune usanze da espletare concluso il funerale, comunque non facendo alcunché né di sperperante né d’illiberale. 62 Esecutori, dunque, delle disposizioni occorrenti nel testamento siano fatti costoro: Olimpico, Aristide, Mnesigene, Ippocrate, Epicrate, Gorgilo, Diocle, Licone, Atani. Consegno, dunque, la scuola a Licone, giacché, tra gli altri, gli uni sono oppressi dalla vecchiaia, mentre gli altri non dispongono di tempo. D’altronde, anche i restanti farebbero bene a lavorare insieme con costui. Consegno, dunque, a costui anche tutti i libri, tranne quelli che noi medesimi abbiamo scritto, e tutte le suppellettili consacrate al pasto assembleare, le coperte e le coppe.
Questi esecutori, dunque, diano a Epicrate cinquecento dracme insieme con uno schiavo, quello che sembri opportuno 63 ad Arcesilao. E in primis Lamprione e Arcesilao abroghino gli accordi che Daippo fece in favore di Ereo; così non debba alcunché né a Lampirione né agli eredi di Lampirione, ma s’alieni da ogni singolo riconoscimento di debito. Gli esecutori, dunque, diano altresì a costui cinquecento dracme d’argento insieme con uno degli schiavi, quello che ad Arcesilao sembri opportuno, cosicché, giacché ha compiuto un lavoro tanto faticoso insieme con noi e ha rappresentato un utile discepolo, abbia una vita confortevole e decorosa.
Lascio, dunque, libero anche Diofante, così come Diocleo e Abus; do, invece, Simia ad Arcesialo. Lascio, dunque, libero anche Dromone. Dunque, nell’occasione in cui sia presente anche Arcesialo, Ereo calcoli insieme con Olimpico ed Epicrate e con gli altri esecutori l’esborso ingeneratosi per il funerale e per le altre usanze opportune. 64 Arcesilao, dunque, percepisca l’argento ch’è presso Olimpico, non importunandolo, tuttavia, con i momenti e i tempi; insieme con tutto questo, dunque, Arcesilao abroghi eziandio gli accordi che fece Stratone a proposito d’Olimpico e d’Aminia, quelli giacenti presso Filocrate di Tisameno. Dunque, quanto ai progetti pertinenti al monumento funebre, facciano come sembri addiisi secondo Arcesilao, Olimpico e Licone».
E così queste sono le disposizioni testamentarie che si riferisce siano state fatte da costui, così come le ha messe insieme, in qualche luogo, Aristone di Ceo. Questo Stratone, dunque, fu un uomo – com’è stato evidenziato anche dal percorso qui sopra – degno di piena approvazione, distintosi in qualunque specie di studio intellettuale, e al meglio, ecco, in quella chiamata fisica, che s’evidenzia come così più antica come più eletta delle altre perlustrazioni.
La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di Marcovich:
Diogenes Laertius, Vitae philosophorum, ed. D. Marcovich, Lipsiae 1999.
Brano seguente: Diogene Laerzio su Licone (V, 65-74)