Diogene Laerzio su Speusippo (IV, 1-5)
Diogene Laerzio su Speusippo (IV, 1-5)
Feb 061 Per noi è stato possibile mettere insieme questi percorsi di disamina di Platone avendo svolto con impegno le letture pertinenti a quest’uomo. Succedette a costui come diadoco, dunque, Speusippo di Eurimedonte, ateniese, del demo di Mirrinunte, che era figlio della sorella dello stesso Platone, Potone. Questi fu scolarca per otto anni, cominciando dalla centottesima Olimpiade; fece dunque offerta di alcune statue delle Cariti nel santuario delle Muse insediato da Platone nell’Accademia. Costui rimase obbediente alle dottrine dello stesso Platone, ancorché, dissimilmente, non permanesse tale nell’ethos, siccome era irascibile e conquistato dai suadenti piaceri. Professano, ecco, che, soggetto ai fumi del fervore, abbia buttato il cagnolino nel pozzo, e che, soggetto all’edonismo, sia andato in Macedonia in occasione delle nozze di Cassandro.
2 Menzionavano, dunque, che avrebbero udito le lezioni di costui eziandio le allieve di Platone, Lastenia di Mantinea e Assiotea di Fliunte. A questo proposito, dunque, Dionisio, scrivendo a costui, lo biasima canzonatoriamente: «Così, evincendolo dalla tua allieva arcadica, è mostrabile alla mente questa tua sofia. Ecco: Platone non pretendeva trasferimenti da coloro ch’erano in contatto con lui; tu, da parte tua, raccogli dazio, e lo pigli da costoro, volenti o nolenti». Costui per primo – questo è professato da Diodoro nel primo libro dei Memorabili – teorizzò quel ch’è interdisciplinarmente comune così da avvicinare le conoscenze assemblandole, per quanto era possibile, le une colle altre; per primo eziandio svelò expressis verbis quelle che da Isocrate erano chiamate dottrine segrete, come professa Ceneo. 3 E per primo scoprì come poter rendere facilmente trasportabili le sporte della legna.
Dunque, quando il corpo era di già tutto distrutto sottoposto a paralisi, dispose che chiamassero Senocrate perché venisse così da succedergli nella scuola come diadoco. Professano, dunque, che, mentre costui, occupando un piccolo carro, veniva trasferito nell’Accademia, incontrò davanti Diogene e gli disse: «Salve»; quest’ultimo dunque avrebbe favellato così: «D’altronde tu non sei neanche esortabile così, giacché sopporti di rimanere in vita presentando questo stato». Così al termine, sfumata la sopportazione, volontariamente s’alienò dalla vita, quand’era vecchio. E v’è una nostra poesia indirizzata a costui:
Se non mi fosse stato mostrato che Speusippo è morto in questo modo,
avrei diffidato altroché di chi volesse persuadermi a evocare questa leggenda,
che non era proveniente dal sangue di Platone, siccome, sfumatagli la sopportazione,
giammai sarebbe morto, disperando per qualcosa di così microscopico.
4 Plutarco, dunque, professa, nella Vita di Lisandro e di Silla, che costui uscì dalla vita offeso da ftiriasi. Presentava dunque eziandio una fiacchezza diffusa in tutto il corpo, come professa Timoteo nella Perlustrazione sulle vite. Costui – professano – avrebbe chiesto a un ricco innamorato di una non formosa: «Che bisogno hai dunque di costei? Io, ecco, per dieci talenti te ne troverei una che sarebbe più formosa».
Lasciò, dunque, copiosissimi commentari e dialoghi ancor più numerosi; nel novero di questi compaiono eziandio quelli dell’elenco successivo:
- Ad Aristippo il cireneo, un libro,
- Sulla ricchezza, un libro,
- Sulla soavità, un libro,
- Sulla giustizia, un libro,
- Sulla filosofia, un libro,
- Sull’amicizia, un libro,
- Sugli dei, un libro,
- Filosofo, un libro,
- A Cefalo, un libro,
- Clinomaco o Lisia, un libro,
- Il cittadino, un libro,
- Sulla psiche, un libro,
- A Grillo, un libro,
- Aristippo, un libro,
- Confutazione di tecniche,
- 5 Commentari sotto forma di dialogo,
- Retorica tecnica, un libro,
- Delle similitudini reperibili negli studi, libri I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X,
- Suddivisioni ed ipotesi relative alle rappresentazioni consimili;
- Sui paradigmi di generi e idee specifiche,
- Contro il “Privo di testimoni”,
- Encomio di Platone,
- Epistole a Dione, Dionisio, Filippo,
- Sul fare leggi,
- L’uomo di cultura,
- Lisia,
- Riguardi,
- Una successione di commentari.
Miriadi di stichi: una mole di 224.075 righe. Proseguendo, Timonide scrive le sue Storie dedicandole a costui; in queste ha integrato ordinatamente le azioni praticate da Dione; dunque, Favorino, nel libro II dei Commentari, professa eziandio che Aristotele acquistò i libri scritti da costui per tre talenti.
Con lui è nato anche un altro Speusippo, medico dell’indirizzo di Erofilo, alessandrino.
La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di Marcovich:
Diogenes Laertius, Vitae philosophorum, ed. D. Marcovich, Lipsiae 1999.