Diogene Laerzio su Eraclide Pontico (V, 86-94)
Diogene Laerzio su Eraclide Pontico (V, 86-94)
Mag 22Brano precedente: Diogene Laerzio su Demetrio Falereo (V, 75-85)
86 Eraclide di Eutifrone, di Eraclea del Ponto, fu uomo ricco. Ad Atene, dunque, prese prima contatto con Speusippo; peraltro ascoltò anche le dissertazioni dei Pitagorici e fu colto da acuto zelo per le dottrine di Platone; dopo ascoltò eziandio Aristotele, come afferma Sozione nelle Successioni dei diadochi dei filosofi. Costui usava un vestiario delicato ed era d’una mole sopra la media; dunque dagli Attici egli era chiamato non Pontico bensì col soprannome di Pompico. Era tanto calmo nel portamento quanto solenne. Di costui, dunque, vengono tramandati scritti artisticamente perfetti e bellissimi: dialoghi; tra questi:
di etica:
- Sulla giustizia, tre libri,
- inoltre un singolo libro Sulla temperanza,
- e Sull’essere pii, un libro,
continuando:
- Sul coraggio, un libro,
- 87 un percorso completamente articolato, inoltre, Sulla virtù, un libro,
e un altro componimento:
- Sull’eudemonia, un libro,
- inoltre, Sull’archè, un libro,
continuando:
- Un libro di Leggi e questioni omogenee,
- Sui nomi, un libro,
- Faccende concordate, un singolo libro,
- Involontario, un libro,
- Erotico, un libro,
concludendo:
- Clinia, un libro.
Di fisica:
- Sul nous,
- Sulla psiche,
- così come un ulteriore scritto a sé Sulla psiche,
continuando:
- Percorso di teoria fisica,
concludendo:
- Sugli idoli,
- Su Democrito,
- Intorno alle realtà uraniche, un libro,
- Sulle realtà presenti in Ade,
- Sui generi di vita, libri I-II,
- Cause, sui morbi, un libro,
- Sul bene, un libro,
- Proposte sconfiggenti le teorie di Zenone, un libro,
- Proposte sconfiggenti le dottrine di Metrone, un libro.
Scritti di argomento letterario sono, dunque:
- Sull’età di Omero e di Esiodo, libri I-II,
- Su Archiloco e Omero, libri I-II.
Dunque, ecco i componimenti di musica e poetica:
- Sui contenuti presenti in Euripide e Sofocle, libri I, II, III,
- Sulla musica, libri I, II, III,
- 88 Libri I-II di Soluzioni omeriche,
- Trattato teoretico, un libro,
- Sui tre poeti tragici, un libro,
- Caratteri, un libro,
- Sulla poetica e sui poeti, un libro,
- Sulla congettura, un libro,
- Un libro sulle previsioni,
- Esegesi di Eraclito, quattro libri,
- Esegesi proposte contro Democrito, un libro,
- Libri I-II di Soluzioni eristiche,
- Assioma, un libro,
- Sulle idee, un libro,
- Soluzioni, un libro,
- Suggerimenti sul da farsi, un libro,
- Proposta contro Dionisio, un libro.
Scritti di retorica, tra cui:
- Sul praticare la retorica, o Protagora.
Componimenti storici sono:
- Sui Pitagorici,
- e Sulle invenzioni.
Di questi, alcuni li compose in forma comica, come il percorso Sul piacere e la perlustrazione Sulla temperanza, mentre altri li compose in forma tragica, come questo: Sulle realtà contenute in Ade, così come questo: Sull’essere pii, e questo: Esame sul potere.
89 Costui, dunque, presenta eziandio una qualche medietà nel simulare le conversazioni svolgentisi tra filosofi, tra coloro che s’occupano di questioni strategiche e tra uomini politici dialoganti l’uno con l’altro. Vi sono anche suoi scritti geometrici e dialettici. Comunque, in qualunque scritto è versatile e insieme distinto nella selezione delle espressioni, e dotato di adeguata capacità psicagogica.
Dunque, è anche verosimile che abbia liberato la patria tiranneggiata, avendo ucciso il monarca, come riferisce Demetrio di Magnesia negli Omonimi. Questo storico narra anche questo per quanto lo concerne: «Questi allevò un serpente sin da giovane; dunque, una volta ottenuto che aumentasse in estensione, costui, giacché stava per trapassare, ordinò a qualcuno di coloro per i quali coltivava fiducia di occultare il suo corpo e di fare posto sul letto per il serpente, coll’obiettivo di documentare l’evento dell’insediamento tra gli dei. Avvenne dunque tutto quanto congegnato. 90 Così, proprio mentre i cittadini presenziavano all’accompagnamento di Eraclide alla tumulazione e ne stavano onorando la fama, simultaneamente il serpente, udite queste grida, uscì dalle vesti e disorientò i più. Dopo, comunque, tutto fu evidentemente disoccultato, così Eraclide fu visto non quale voleva sembrare, tutt’altro: quale era».
V’è anche un nostro epigramma indirizzato a lui, di questo tenore:
Desideravi lasciare agli uomini tutti questa fama, Eraclide,
che, morto, rinascesti alla vita qual drago.
D’altronde sei stato smentito, tu docente d’arte sofistica; siccome di sicuro la fiera
era un drago, tu, da parte tua, sei stato sorpreso a essere fiera, non del sofo consorzio.
Queste stesse cose, dunque, racconta anche Ippodoto.
91 Ermippo, dunque, racconta che, quando una carestia serrò la regione, gli abitanti di Eraclea domandarono alla Pizia la soluzione. Eraclide, dunque, corruppe con soldi gli ambasciatori assieme alla predetta, cosicché verbalizzasse che sarebbero stati alienati da questi mali se ancor vivente Eraclide di Eutifrone con aurea corona fosse stato incoronato da parte loro, mentre da morto fosse stato onorato come eroe. Il “responso” dato fu riportato, e i congegnatori di questo artificio non ne conseguirono alcun vantaggio, siccome, nello stesso momento in cui fu incoronato nel teatro, Eraclide ebbe un colpo apoplettico; dunque gli ambasciatori, lapidati, furono uccisi. Ma anche la Pizia, simultaneamente, mentre stava discendendo nel recesso interdetto del santuario, fu morsa da uno dei serpenti perché l’aveva calpestato, cosicché spirò subito. E questo è quanto, per quel che riguarda il trapasso di costui.
92 Aristosseno il musico, dunque, afferma che costui poetò anche tragedie, e che attribuì questi scritti a Tespi. Cameleonte, poi, dichiara che egli, dopo aver saccheggiato i suoi scritti, compose quelli pertinenti a Omero ed Esiodo; ma anche Antidoro l’epicureo avanza obiezioni contro di lui, allegando accuse contro la Perlustrazione sulla giustizia. Ed eziandio Dionisio il Dissidente (o Spintaro, come dicono alcuni), dopo aver scritto il Partenopeo, lo ascrisse a Sofocle. Eraclide, dunque, fidandosi, in qualcuno dei suoi propri scritti si rifece a testimonianze di questo scritto simil-sofocleo come se meritassero la paternità di Sofocle. 93 Dionigi dunque, accortosene, gli mostrò quanto aveva congegnato; dacché, però, Eraclide negava e diffidava, gli consigliò epistolarmente di andarsi a vedere l’acrostico; così si presentava la serie “Pancalo”; questi, dunque, era l’amato di Dionisio; e giacché, non fidandosi ancora, allegava che era possibile che questo schema fosse da imputarsi alla casualità, di nuovo Dionisio gli replicò epistolarmente questo: «Troverai anche queste asserzioni:
– Una vecchia scimmia non si piglia con un laccio.
– La si piglia, eccome: col tempo, dunque, la si piglia».
Oltre a queste prove, occorreva anche: «A Eraclide non constano le lettere». Egli dunque si vergognò.
Son nati, dunque, quattordici Eraclide: primo, questo nostro; secondo, un concittadino di costui, che ha integrato danze pirriche insieme a sciocchezze; 94 terzo, un cumano che ha scritto di cose persiane in cinque libri; quarto, un cumano, un retore che ha scritto manuali tecnici; quinto, uno di Callati o di Alessandria che ha scritto la Successione dei diadochi dei filosofi in sei libri e una Lezione lembetica, e che per questo era chiamato Lembo; sesto, un alessandrino che ha scritto le Peculiarità persiane; settimo, un dialettico di Bargili che ha scritto contro Epicuro; ottavo, un medico uscito dalla scuola di Icesio; nono, un medico tarantino, d’indirizzo empirico; decimo, uno professore di teoria poetica, che ha scritto esortazioni; undicesimo, uno scultore focese; dodicesimo, un soave poeta di epigrammi; tredicesimo, uno di Magnesia che ha scritto di questioni mitridatiche; quattordicesimo, uno che ha messo insieme per iscritto lezioni sugli astri.
La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di Marcovich:
Diogenes Laertius, Vitae philosophorum, ed. D. Marcovich, Lipsiae 1999.