Diogene Laerzio su Critone, Simone, Glaucone, Simmia, Cebete (II, 121-125)
Diogene Laerzio su Critone, Simone, Glaucone, Simmia, Cebete (II, 121-125)
Lug 17Brano precedente: Diogene Laerzio su Stilpone (II, 113-120)
Critone
121 Critone era ateniese; costui provava una disposizione molto affettuosa per Socrate, più d’ogni altro; in questo senso, dunque, si curava di quest’ultimo cosicché non rimanesse giammai derelitto in alcunché al profilarsi dell’esigenza. Anche i figli di costui ascoltarono i discorsi di Socrate: Critobulo, Ermogene, Epigene, Ctesippo. Critone, dunque, ha scritto diciassette dialoghi tramandati in un singolo libro, quelli riferiti nella trascrizione qui sotto:
- Dimostrazione che i buoni non son tali per effetto dell’apprendere,
- Sull’avere di più,
- Che cos’è opportuno o Politico,
- Sul bello,
- Sul fare del male,
- Sull’ordine presente nei fatti,
- Sulla legge,
- Sul divino,
- Sulle tecniche,
- Sulla conversazione,
- Sulla sofia,
- Protagora [o Politico],
- Sulle lettere,
- Sulla poetica,
- [Sul bello],
- Sull’apprendere,
- Sul conoscere o Sull’episteme,
- Che cos’è l’aver episteme.
Simone
122 Simone ateniese era calzolaio. Costui, nelle occasioni in cui Socrate andava nella sua bottega e dialogava su qualche soggetto, assemblava appunti su quelli che aveva tenuto a mente; per questo chiamano i suoi dialoghi «del calzolaio». Sono, dunque, trentasette, tramandati in un singolo libro:
- Sugli dei,
- Sul bene,
- Che cos’è il bello,
- Sul giusto, primo e secondo libro,
- Sulla virtù, che non è una disciplina insegnabile,
- Sul coraggio, primo, secondo e terzo libro,
- Sulla legge,
- Sulla demagogia,
- Sull’onore,
- [Sulla poesia],
- Sul benessere,
- Sull’eros,
- Sulla filosofia,
- Sull’episteme,
- Sulla musica,
- [Che cos’è il bello],
- 123 Sulla didattica,
- Sul dialogare,
- Critica del giudizio,
- Sull’essente,
- Aritmetica,
- Sulla sollecitudine,
- Sul lavorare,
- Sull’avidità di guadagno,
- Sulla millanteria,
- [Sul bello],
altri aggiungono:
- Sul prendere consiglio,
- Sulla ragione o Sull’opportunità,
- Sul fare del male.
Costui – vuole la fama – per primo compose dialoghi attenendosi ai discorsi socratici. Davanti all’offerta d’un reddito e all’invito a recarsi presso di lui da parte di Pericle, costui professò che non avrebbe venduto la parresia.
124 È nato, dunque, anche un altro Simone, che ha scritto trattati tecnici di retorica, e ancora un altro, medico contemporaneo di Seleuco Nicanore, nonché uno scultore.
Glaucone
Glaucone era ateniese; anche di costui si tramandano nove dialoghi raccolti in un singolo libro:
- Fidilo,
- Euripide,
- Amintico,
- Eutia,
- Lisiteide,
- Aristofane,
- Cefalo,
- Anassifemo,
- Menesseno.
Se ne tramandano anche altri trentadue, che sono spuri.
Simmia
Simmia era tebano; anche di costui si tramandano ventitré dialoghi in un singolo libro:
- Sulla sofia,
- Sul ragionamento,
- Sulla musica,
- Sui poemi epici,
- Sul coraggio,
- Sulla filosofia,
- Sulla verità,
- Sulle lettere,
- Sulla didattica,
- Sulla tecnica,
- Sul presiedere,
- Su quel che si conviene,
- Su quel che va preferito e quel che va fuggito,
- Sull’amico,
- Vedute sul sapere,
- Sulla psiche,
- Sul vivere bene,
- Sul possibile,
- Sulle ricchezze,
- Sulla vita,
- Che cos’è il bello,
- Sulla sollecitudine,
- Sull’eros.
Cebete
125 Cebete era tebano; eziandio a costui s’attribuiscono tre dialoghi:
- Tavoletta,
- Il settimo,
- Frinico.
La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di Marcovich:
Diogenes Laertius, Vitae philosophorum, ed. D. Marcovich, Lipsiae 1999.
Brano seguente: Diogene Laerzio su Menedemo (prima parte: II, 125-130)