Il Circolo di Vienna e la Metafisica come non-senso
Il Circolo di Vienna e la Metafisica come non-senso
Dic 18[ad#Ret Big]
Nei primi anni del 1900, in un caffè di Vienna, si riuniva un gruppo di intellettuali di formazione scientifica, intenti a discutere su Mach. Di lì a pochi anni, il gruppo passò a discutere l’opera di un giovane filosofo, il Tractatus Logico Philosophicus di L. Wittgenstein.
Nulla di particolare direte voi, un gruppo di nerd che si trovano in un bar a fare chiacchere non da bar. Eppure quel gruppo divenne presto un vero e proprio Circolo, passato alla storia con il nome di Circolo di Vienna e con delle tesi dirompenti per la filosofia analitica e non solo, tra cui quella che tratteremo in questo articolo: la metafisica come non senso.
Questa concezione della metafisica è ben più di una provocazione snob di un gruppo di scientisti, ma emerge dalle loro tesi di fondo, a partire dal principio di verificazione, secondo cui:
il senso di una proposizione è il metodo della sua verifica
Detto in parole povere: il senso di una frase è dato dal fatto di essere passibile di una verifica empirica, fattuale.
Cosa comporta questa affermazione?
Che ci sono proposizione sensate e proposizioni insensate e che avendo senso solo le proposizioni verificabili dal confronto con l’esperienza, solo le proposizioni delle scienze empiriche hanno senso.
Questo criterio di significanza taglia quindi fuori dal novero del senso altri tipi di proposizioni, le asserzioni di matematica e logica e della filosofia.
Ma mentre matematica e logica sono considerate tautologie, incapaci di dire qualcosa sul mondo reale, metafisica, etica e religione si riducono a non-senso, essendo non verificabili empiricamente e divenendo così pseudoconcetti (Scheinbegriffe).
Come si spiega allora che menti geniali, in centinaia di anni di umanità, abbiano intrapreso l’abbaglio di questioni apparenti (Scheinfragen)?
Il Circolo dà a questa domanda una risposta interessante, che scopriremo in un prossimo post…con un colpo di scena: vedremo che in realtà la partita Wiener Kreis VS Metafisica riserva un autogol da parte del Circolo, le cui premesse sono a loro volta metafisiche e dogmatiche.
La metafisica non è mai dogmatica, perché si fonda sulla conoscenza dei princìpi universali che sono princìpi e non convenzioni umane. Il senso è direzione e la direzione p, a sua volta, il modo di essere misurabile della qualità. La direzione della metafisica è dipendente dal punto di vista universale il quale, a rigore, non è un punto di vista perché non ha correlativi che, opponendosi, costituirebbero anche un complemento. Dalla visuale universale e centrale alla realtà relativa è il centro che osserva nella sua totalità la circonferenze che dello stesso centro unico è conseguenza molteplice, mentre dalla circonferenza ogni elemento di cui essa è composta guarda il centro come la propria ragione d’essere. In quanto non relativo lo spirito universale, che è Intelligenza universale, non può essere descritto senza che lo si riduca a un simulacro degenerato di sé, ma si può dire che sinonimo di spiritualità è proprio il senso che la spiritualità promuove, e questo senso è dato dalle intenzioni interiori che governano l’agire individuale. Le intenzioni non dipendono dai risultati né dalle intrusioni e modificazioni che l’ambiente esterno all’individuo genera. Le intenzioni sono il riflesso del centro sulla circonferenza della nostra volontà. Quali sono le vostre intenzioni di capire? Vi siete mai chiesti cosa siano i princìpi universali e quale è la distanza che separa il generale dall’universale?
Nella visione della metafiisica elaborata dal Circolo bisogna tenere conto del notevole influsso sui membri del circolo, ri, di Ludwig Wittgestein, in particolare della sua opera ilTRcatatus . Carnap, afforntando il problema della demarcazione ( che includeva anche la differenza tra scienza e metafisica) riprende e rielabora le idee del Tractatus avvalendosi di apparati logici più complessi di quelli .elaborati da Wittgnestein che poggiava la sua teoria di base sulla verità vero funzionale. Carnap stesso nel 1932 nell’articolo il superamento della metafisica mediante l’analisi logica dichiara esplictamente ” il senso di una proposzione vuol dire solo cio che in essa è verificabile . pertanto, una proposizione ammesso, che voglia dire qualcosa, può significare soltanto dei fatti empirici”. oltre a Wittgnestein, fu pure la figura di Russel ad influenzare la visione generale del Circolo e quindi anche della metafisica, in un certo senso la posizione elaborata dal Circolo sul tema, è una via di mezzo tra l’empirismo logico russelliano che fu ampiamente sviluppato , seppue con varie sfumature e la posizione del primo Wittgnestein sul linguaggio e sulla sua struttura che investe anche il campo metafisico forse è così che può essere letta? Peraltro poi Popper metterà in crisi sia il sistema induttivo su cui poggiava questa metodologia che la visione della metafisica del Circolo forse quello fu il punto di svolta che diede il colpo finale all’empirismo logico …( p. s non sono un esperto del settore quindi può darsi che non sia corretta questa impressione)
Grazie del tuo contributo Vincent!