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Problemi del concetto di causalità nella teoria dell’agire

Problemi del concetto di causalità nella teoria dell’agire

Dic 22

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L’etica, il diritto e la filosofia morale si avvalgono spesso del concetto di causalità. Come prima (e provvisoria) definizione di questo concetto, possiamo dire che si ha una causa quando si ha un rapporto necessario fra due eventi, tale per cui il primo è condizione del secondo, ovvero se si sottrae il primo elemento, viene a mancare anche il secondo.

La definizione astratta può essere esemplificata: supponiamo che io urti un bicchiere, facendolo così cadere e rompendolo. Volendo appurare se il mio aver colpito il bicchiere sia stata la causa della sua rottura, potrei costruire un esperimento mentale (o controfattuale, come si dice tecnicamente) in cui immagino uno scenario con le stesse condizioni di quelle reali, eccezion fatta per l’urto. Se in questa ricostruzione il bicchiere non risulta rotto, posso ragionevolmente affermare che il mio averlo urtato è stato la causa della sua rottura.

Questo ragionamento pare intuitivo e sembra definire ciò che noi comunemente chiamiamo causa. Vi sono però alcuni elementi problematici. Anzitutto, a differenza delle scienze dure (dal quale il concetto di causalità è stato generalmente mutuato), in altri ambiti, più legati alla pratica e all’agire degli individui, noi tendiamo a essere da un certo punto di vista maggiormente esigenti riguardo alla definizione di causalità: se vi è un incendio (che si sospetta essere doloso) in un bosco, e si chiede a un perito un’indagine al fine di appurarne le cause, noi non saremmo certo soddisfatti nel sentirgli spiegare che l’incendio è avvenuto a causa della presenza di ossigeno nell’aria (!) (pur essendo scientificamente innegabile che, in assenza di ossigeno nell’aria, non vi sarebbe stato un incendio). Il fatto è che noi generalmente assumiamo un certo contesto come normale, un certo set di condizioni come standard, e quando domandiamo la causa di un evento intendiamo la domanda relativamente al quadro standard (è normale che in un bosco vi sia dell’aria con dell’ossigeno, non è normale che un piromane sparga della benzina).

Un secondo problema consiste nel fatto che, più che a una “causa”, noi ci troviamo davanti a catene causali, e non sempre è semplice stabilire quali siano gli elementi che dovrebbero essere “isolati” e definiti come cause: senz’altro la causa della morte violenta di un uomo sarà da ricercarsi negli atti del suo assassino, più che nel fatto che alcuni decenni prima egli fosse nato.

Infine, si possono presentare delle situazioni paradossali (almeno secondo il modello che abbiamo precedentemente introdotto), nelle quali si ha una sovradeterminazione di cause. Supponiamo che due soldati sparino contemporaneamente alla testa di un terzo soldato, che muore sul colpo. Ora, la paradossalità consiste nel fatto che nessuno dei due proiettili risulterebbe essere la causa della sua morte. Se infatti immaginiamo uno scenario alternativo, identico all’originale salvo per il fatto che uno dei due proiettili non è stato sparato, vediamo che il soldato risulta comunque morto, il che dovrebbe farci escludere il proiettile come causa necessaria della sua morte.


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1 comment

  1. Hulk

    Il concetto di causa è perlopiù una semplificazione di comodo.
    Un evento (“rottura del bicchiere”, che chiamiamo RDB) può essere determinato da un insieme di eventi concomitanti (IEC). Se è possibile riprodurre l’IEC ed ogni volta ne scaturisce l’evento RDB si può parlare di cause di tale evento.
    Solitamente non esiste un solo IEC che determina RDB, il bicchiere si può rompere in concomitanza con molti (indefiniti?) IEC.

    Nelle situazioni complesse l’interdipendenza egli eventi può far in modo che nell’IEC sia compreso anche RDB. In questi casi si ha una autoreferenzialità che genera non pochi problemi logici.

    La causalità impatta sul libero arbitrio: se gli eventi sono determinati dalle circostanze (gli IEC) dove sta la responsabilità individuale?

    La causalità come è stata definita può confondersi con la correlazione statistica: dato un IEC si nota che sempre (o quasi) si verifica un certo evento RDB. Ma la correlazione non implica causalità solo compresenza. In non pochi casi qualcuno ha frainteso attribuendo il ruolo di causa ad eventi che erano solo concomitanti (magari per una causa diversa e terza).

    In pratica si tratta di un concetto (la causalità) utile in una ristretto ambito e da maneggiare sempre con le pinze.

    A mio avviso, più in generale, è un concetto “vecchio”, forgiato quando il mondo veniva concepito in modo gerarchico (a partire dalla creazione da parte di un “motore immobile”), unitario e meccanico. Oggi (con un mondo interdipendente, a rete, multidimensionale, ecc.) questi concetti sono diventati vecchi arnesi, come la terra piatta o la macchina a vapore: semplificazioni utili in alcuni semplici casi, da cui tenersi ben lontani per interpretare la complessità della realtà a livello umano e sociale, salvo incorrere in drammatici errori.

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