Temi e protagonisti della filosofia

Gli stadi morali di Kohlberg

Gli stadi morali di Kohlberg

Mag 17

In un precedente articolo abbiamo visto come il Kant avesse studiato lo sviluppo morale. Questo tema ha da sempre interessato i filosofi, e molte sono le speculazioni che sono state fatte in merito. Ma una formulazione moderna, rigorosa e costruita su misurazioni empiriche, si ebbe solo nel ‘900, grazie al lavoro di Lawrence Kohlberg. Il Kohlberg (1), nell’elaborazione della sua dottrina, ebbe due fondamentali punti di riferimento. Anzitutto, lo psicologo svizzero Jean Piaget che, con la sua celebre teoria degli stadi cognitivi, lo indusse a ritenere che si dessero dei livelli geneticamente fondati nello sviluppo morale. E poi vi fu il Dewey, il filosofo e pedagogo propugnatore dell’attivismo, che farà invece considerare a Kohlberg il ruolo attivo, plasmatore, del fanciullo il quale non si limita, come voleva la teoria comportamentista allora imperante, a ricevere passivamente dall’esterno rinforzi positivi o negativi. Secondo Kohlberg lo sviluppo morale è studiabile come uno sviluppo per stadi. Vi sono dei “livelli”, in parte geneticamente fondati, che ogni persona deve necessariamente passare per progredire moralmente. Il soggetto non ha dunque uno sviluppo lineare, piuttosto delle “riconfigurazioni” che rivoluzionano il suo modo di giudicare e, di conseguenza, di agire. Inizialmente, nella primissima infanzia, questi passaggi sono fortemente “cognitivi”. Lo sviluppo, da una parte, delle capacità empatiche e, dall’altra, della capacità di comprendere un sistema di regole, porta il bambino a un primissimo stadio di agire “morale”, prendendo questa definizione in senso esteso (2). Nel bambino domina però ancora l’egoismo: le azioni vengono svolte per ottenere soddisfacimenti edonistici e breve termine. Le norme vengono rispettate unicamente per elementi estrinseci (ricompense o punizioni legate alla loro osservanza o meno, la posizione di autorità di chi stabilisce la norma, etc.). In generale, non viene compresa l’utilità della norma, sia per gli obbiettivi specifici per cui è posta, sia per la sua funzione di consentire la coordinazione sociale. Quello che abbiamo appena descritto è il livello pre-convenzionale, il primo dei tre livelli individuati da Kohlberg (3). Il livello successivo è quello convenzionale, dove le norme sono accettate in quanto parte di un ordine socialmente stabilito. Esso è dunque lo stadio del conformismo, in cui le norme stabilite vengono accettate in quanto necessarie a mantenere la società. Possiamo notare rispetto al livello precedente un passaggio “in avanti”, in quanto ora il soggetto percepisce le norme come funzionali all’organizzazione della società e al suo mantenimento. Al contempo, però, non si manifesta ancora nel soggetto una capacità di giudizio sulle norme sociali, che anzi vengono accettate acriticamente. Una reale moralità si ha però solo allo stadio successivo, il post-convenzionale. In esso le norme sociali non sono più vincolanti: esse vengono infatti esaminate criticamente e, se necessario, rifiutate in base a principi superiori. Il Kohlberg divide quest’ultimo livello in due stadi, il quinto e il sesto. Il quinto è lo stadio tipico dell’utilitarismo. I ragionamenti etici di questo stadio tendono quindi, evidentemente, all’ottimizzazione del benessere complessivo. L’ultimo stadio, il sesto, è quello tipico di una morale kantiana. I principi a cui l’agente si ispira saranno dunque quelli della dignità di ogni persona e del rispetto dei diritti umani. E’ dunque solo a quest’ultimo livello che il soggetto elabora una genuina “teoria etica”: pur riconoscendo l’importanza delle norme per la collettività, è al contempo pronto a respingerle, sia se esse non portano al benessere della collettività (stadio 5), sia se esse non rispondono ad alcuni principi superiori i quali, in quanto universali, devono valere per qualunque società (stadio 6). Abbiamo accennato all’importanza che il Kohlberg dava alla misurazione empirica: se infatti la sua teoria parte da una riflessione filosofica (il rifiuto del relativismo, l’idea di una morale di tipo kantiano come vertice della moralità), essa si avvale anche di ricerche empiriche. Il Kohlberg si avvaleva di questionari, che somministrava agli individui che stava esaminando. Questi questionari presentavano delle situazioni morali problematiche, e veniva chiesta una loro risoluzione, che andava giustificata. Essi servivano sia a raccogliere dati per elaborare il suo sistema sia, in un secondo tempo, a misurare il livello morale cui un individuo era giunto. Il dilemma morale più celebre è probabilmente quella di un medico che lucra su un medicinale, vendendolo a dieci volte il prezzo cui l’aveva acquistato. Un uomo, la cui moglie è in fin di vita, non avendo abbastanza soldi per quel medicinale che potrebbe salvarla, offre la metà del prezzo del medicinale al farmacista, promettendo di pagargli in seguito il resto. Questi però rifiuta l’offerta dell’uomo, il quale allora ruba il medicinale. Naturalmente, persone a un livello morale inferiore (nella classificazione di Kohlberg, quantomeno) tendono a dare ragione al farmacista, facendo prevalere il rispetto delle leggi su altre istanze. A un livello superiore, l’uomo viene invece giustificato, prima in base a argomenti utilitaristici (la perdita del farmacista era molto inferiore alla sofferenza che sarebbe avvenuta se l’uomo non avesse avuto il medicinale), infine appellandosi a principi superiori, come la dignità dell’uomo e il valore assoluto della vita umana.

NOTE
(1) Cfr. Psicologia ed educazione in L. Kohlberg. Un’etica per la società complessa di Renata Viganò, ed. Vita e Pensiero, 1998.
(2) Tutti gli stadi, compresi i primi, che esamineremo sono stadi “morali” nel senso che sono stadi che conducono alla formazione della moralità, la quale però si manifesterà solo negli ultimi stadi.
(3) Nel sistema di Kohlberg si distinguono tre livelli, ciascuno dei quali suddiviso in due stadi. Questo almeno nella sua formulazione più semplice, alla quale ci atterremo: in realtà, soprattutto nelle ultime formulazioni, il suo sistema tenderà a complicarsi.


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